Immigrazione. da Giau-Russo (Pd): dannosi gli inasprimenti della Lega
“Le problematiche legate alla gestione delle persone straniere, in Italia per lavoro, sono reali e innegabili. Tuttavia la Lega continua a prediligere un approccio ideologico pensando di rispondere ai fenomeni migratori inasprendo le norme sui ricongiungimenti familiari, anziché affrontare la strada dell’inserimento sociale. Questa è una scelta dannosa che inasprisce il clima anziché favorire l’integrazione, proprio a partire dal coinvolgimento attivo delle famiglie di stranieri nelle nostre comunità”. Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Pd Chiara Da Giau e Francesco Russo a margine del dibattito, in VI Commissione, sulla proposta di legge nazionale 18 in materia di immigrazione, presentata appunto dalla Lega. Secondo la Da Giau, “porre delle regole va bene, ma questa chiusura volta a limitare la possibilità di ricongiungimento e di consolidamento di una presenza sul nostro territorio e di integrazione, non corrisponde ai nostri principi e vorremmo non corrispondesse ai principi di nessuno. E al di là delle ideologie, siamo convinti che questo inasprimento non risponda nemmeno alla necessità di garantire maggiore sicurezza che invece andrebbe perseguita proprio attraverso gli strumenti di integrazione (lavorativa, sociale, scolastica) che la Giunta Fedriga ha abbandonato e deriso fin dal suo insediamento”. “Inoltre – aggiunge – a chi è qui per una legittima ricerca di un miglioramento di vita dovremmo offrire dialogo, non impedimenti che incidono sulla sua vita. Sulle famiglie di queste persone dovremmo fare leva perché sono lo strumento principale attraverso il quale si può favorire la vera integrazione”. Per Russo, “questa proposta di legge nazionale non può rappresentare uno strumento di gestione dell’immigrazione perché pensare di agire sui ricongiungimenti familiari non solo è improprio, ma anche di dubbia legittimità. Non credo che manager e dirigenti di industria vogliano lavoratori stranieri che vivano il loro impiego con senso di precarietà e di negatività per tutti gli ostacoli che si vogliono porre loro nel poter avere i propri famigliari vicini”. “È necessario capire che le famiglie agiscono come fattore di riduzione del rischio di emarginazione, danno stabilità alle persone e favoriscono l’integrazione sociale. Piuttosto che chiudere a questa prospettiva – chiosa il dem -, si cerchi di gestire i fenomeni attraverso progetti inclusivi, non chiudendo le porte con una propaganda che in questi anni ha dimostrato palesemente di non funzionare”.