Impianto Siot a Cavazzo e Paluzza. Moretuzzo: «Progetto inaccettabile, aumento delle emissioni e dei consumi energetici per garantire profitti extra alle multinazionali»
«La Giunta deve aprire un confronto sul progetto Siot che prevede la costruzione nelle stazioni di pompaggio dell’oleodotto di Somplago e Casteons di Paluzza di un impianto con due gruppi di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e di calore da fonti fossili (metano), non si può far finta di nulla davanti a un fatto clamoroso come questo». È questa la posizione del capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo espressa durante la discussione dell’articolo sull’ambiente in assestamento di bilancio avvenuta ieri in aula, rappresentando le istanze avanzate in tal senso dai Comitati difesa e valorizzazione del lago di Cavazzo, Alto Bût e Tutela acque del bacino montano del Tagliamento, i cui rappresentanti, unitamente al Sindaco di Paluzza, hanno incontrato ieri mattina nella sede del Consiglio regionale a Trieste anche il Presidente Piero Mauro Zanin. «Le opere prospettate sono motivo di preoccupazione per tutti i sindaci della Val del Lago, le Comunità di montagna della Carnia e del Gemonese e la cittadinanza, a fronte di ricadute nulle per il territorio», ha detto Moretuzzo, che ha ricordato «l’ampia e trasversale opposizione della popolazione dell’Alto Friuli a gravare il territorio di ulteriori e impattanti servitù» e la necessità di «avviare un dialogo con chi si oppone fermamente all’installazione dei cogeneratori a metano». Anche se la Conferenza dei servizi ha già dato il via libera al progetto di Cavazzo ed entro il mese di agosto deciderà su quello a Paluzza, nuovi – fondamentali – elementi spingono ad opporsi all’iniziativa della Siot. «Pochi giorni fa è stato rilasciato il parere tecnico dell’Ape, l’Agenzia per l’energia del Friuli-Venezia Giulia, richiesto dal Comune di Paluzza, nel quale si evidenzia l’enorme impatto, dal punto di vista energetico e ambientale, dell’impianto di cogenerazione previsto nella località di Casteons», ha informato Moretuzzo, citando alcuni dati: «i consumi annui della singola stazione di pompaggio SIOT raggiungono quasi i 70 GWh annui, cifra enorme se si considera che nel 2013 i settori residenziale e terziario di tutti i 29 comuni della Carnia hanno consumato 92 GWh di elettricità; la centrale di cogenerazione, considerando 8.000 ore di funzionamento annue, produrrà 62GWH elettrici e 57GWh termici, consumando 14 milioni di metri cubi di gas metano, 4,1 milioni in più dei settori residenziale e terziario di tutti i 29 comuni della Carnia; il consumo energetico dell’intero sistema non diminuirà grazie alla cogenerazione, ma addirittura aumenterà; verranno immesse in atmosfera ogni anno circa 28 mila tonnellate di anidride carbonica, 79 di monossido di carbonio e 30 di ossidi di zolfo; l’attuale prelievo di elettricità dalla rete rispetto alla generazione a metano proposta dalla Siot prevede un risparmio di emissioni pari a quasi il 57,2%.
A queste considerazioni si aggiunge il fatto che il beneficio economico netto per la Siot dato da un solo impianto è pari a 4,4 milioni di euro all’anno, derivanti dai minori costi di pompaggio e dalla somma dei certificati bianchi. Non è possibile ignorare questi dati. I progetti presentati da Siot non possono essere imposti contro la volontà delle comunità locali, soprattutto perché dalla valutazione espressa dall’Ape è evidente che si tratta esclusivamente di una speculazione finanziaria, che avrà un impatto ambientale pesantissimo e un aumento dei consumi energetici ingiustificabile», ha aggiunto il capogruppo del Patto per l’Autonomia, che sulla centrale Siot aveva già interrogato di recente l’esecutivo regionale e che ha predisposto un ordine del giorno sul tema, cui si è aggiunta la firma trasversale di numerosi consiglieri regionali ed è stato approvato dalla Giunta.