Inaugurata a Moruzzo l’opera artistica murale realizzata in ricordo del sacrificio di partigiani e internati militari nei campi nazisti

Il 27 gennaio scorso nella sala consiliare del Municipio di Moruzzo, in occasione della Giornata della Memoria si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’opera artistica murale realizzata in ricordo del sacrificio dei cittadini di Moruzzo, partigiani e internati militari, che hanno perso la vita nei campi di concentramento nazisti.
Si tratta di una prima iniziativa commenta il sindaco Albina Montagnese che fa parte di un progetto importante iniziato diversi mesi fa grazie alla preziosa collaborazione con l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani e con l’Associazione Partigiani Osoppo che ci ha portato a ricercare e a conoscere le storie di 9 nostri concittadini partigiani e internati militari morti nei campi di concentramento. Questi i loro nomi: Guido Palmino, Ferrari Giovanni, Chittaro Martino, Driussi Arturo, Del Do’ Lino, Metus Romano, Baracetti Guido, Giusti Giuseppe e Pegoraro Giuseppe.
L’opera realizzata dalla giovane artista Valentina Azzini dal titolo “Libertà” vuole rappresentare un monumento alla memoria e un inno alla pace; un dipinto, nel quale vittima e carnefice si stringono la mano e non esiste più alcun conflitto; un modo per far sì che la memoria del sacrificio dei nostri concittadini rimanga per sempre anche per le generazioni future.
Alla serata, oltre al numeroso pubblico, hanno partecipato anche diversi parenti delle vittime e alcuni di loro hanno desiderato raccontare le storie dei loro cari.
E’ stata veramente commovente la testimonianza del figlio di Ferrari Giovanni, partigiano, fuggito due volte dal treno che lo portava nel campo di concentramento, catturato definitivamente e rinchiuso nel campo di concentramento di Buchenwald dal quale non farà più ritorno.
Toccante anche il racconto della nipote di Guido Palmino, nato a Brazzacco ed emigrato in Francia che ha scelto di combattere accanto ai partigiani francesi.
Il nipote di Palmino, Guy Scarpetta, ha raccontato la storia del nonno in un libro “Guido” dal quale nel 2016 è stato realizzato anche il film “Les Resistants du Train Fantôme”.
Guido viene inviato il 30 aprile 1944 al campo di Vernet, nell’ Ariège, destinato agli stranieri sovversivi e successivamente nell’agosto del 1944 verrà trasferito a Dachau. Gli viene dato un numero di matricola e il triangolo rosso, quello dei politici. Guido non sopravviverà.

La serata si è conclusa con la conferenza “L’attualità dei principi fondamentali: la salute nella Costituzione”, curata dalla professoressa Roberta Nunin, nella quale è stato approfondito il tema legato al valore dei principi fondamentali contenuti nella nostra Costituzione.
L’opera realizzata all’interno del municipio, è visitabile negli orari di apertura al pubblico.