Incarcerato il fumettista egiziano Ashraf Omar. Nuova stretta sulle libertà d’informazione in Egitto. In una settimana, arrestati due giornalisti, accusati di terrorismo
All’alba del 21 luglio, un gruppo di uomini mascherati, in abiti civili, ha fatto irruzione nella casa del fumettista egiziano Ashraf Omar. È stato rapito, con le mani legate e gli occhi bendati; gli uomini armati hanno portato con sé il suo cellulare e computer. Lo ha reso noto Farid Adly, giornalista libico e attivista per i diritti umani e in difesa dell’ambiente rilanciato dall’agenzia di stampa internazionale Pressenza. Il 24 luglio, il caso di Ashraf è stato portato davanti alla Corte di Sicurezza dello Stato, che ha ordinato la sua reclusione per 14 giorni, in attesa della conclusione indagini. Il vignettista è stato accusato di “adesione a un gruppo terroristico con la consapevolezza dei suoi scopi, di trasmissione e diffusione di voci, notizie e dati falsi e di utilizzo improprio dei social media”; accuse di fatto senza prove.
Invece di provare le loro accuse, gli inquirenti della Procura gli hanno chiesto “perché disegna? I suoi disegni sono destinati ad incitare le masse?” Questo atteggiamento va considerato una violazione della libertà di opinione e di espressione. Le autorità di polizia egiziane di norma denunciano i giornalisti per reati diversi da quelli legati all’editoria ed alle comunicazioni, al fine di eludere i loro diritti legali e costituzionali, con il chiaro obiettivo di metterli a tacere.
Il sito web “Al-Manassa” (La Piattaforma), sul quale Ashraf Omar ha pubblicato i suoi disegni di critica satirica feroce, ha condannato l’arresto dell’artista e ha invitato il Sindacato dei Giornalisti a lavorare per il suo rilascio, insieme a tutti i giornalisti detenuti.
In un comunicato, il Sindacato dei giornalisti egiziani ha affermato che gli arresti violano gli accordi sui quali si è costruito in questi giorni il dialogo nazionale, che ha ripreso recentemente i suoi lavori, e ha chiesto il rilascio di Ashraf Omar e degli altri 23 giornalisti detenuti per aver pubblicato opinioni critiche nei confronti del governo.
La vignetta per la quale Ashraf Omar è stato incarcerato è legata al problema delle interruzioni di corrente e alla chiusura dei trasporti pubblici come treni, tram e metropolitana. (vedi illustrazione di questo articolo)
Mahmoud Kamel, rappresentante del Sindacato dei giornalisti egiziani per gli affari della libertà, ha detto che Ashraf non è l’unico giornalista arrestato questa settimana. È stato preceduto il 18 luglio dall’arresto di Khaled Mamdouh a causa dei suoi articoli critici sul sito web “Arabi Post”. Non hanno fornito alcuna informazione alla moglie sulla destinazione della sua prigionia. Per tre giorni la moglie, Nada Mugheeth, e la sua avvocata hanno cercato Ashraf in tutte le istituzioni ufficiali, dai servizi di sicurezza alle carceri e alla Procura, ma nessuno ha fornito loro informazioni su dove si trovasse l’artista. Tre giorni di sparizione forzata, durante le quali la moglie ha vissuto un disagio psicologico indescrivibile.
Farid Adly giornalista libico e attivista per i diritti umani e in difesa dell’ambiente, è direttore editoriale della testata giornalistica online Anbamed. Ha collaborato con molte testate giornalistiche italiane : L’Unità, Il Manifesto, Il Corriere della Sera, Panorama, L’Espresso, L’Illustrazione Italiana, Arancia Blu, Africa Rivista e molte altre. Per 41 anni è stato redattore di Radio Popolare, dove ha curato, negli anni Ottanta, la trasmissione “Radio Shaabi”, in lingua araba. Ha pubblicato La Rivoluzione Libica, Il Saggiatore ed. e Capire il Corano, TAM editore