Incendi sul Carso, nuovi focolai sotto controllo, ma si teme per l’inquinamento soprattutto a Gorizia

La situazione degli incendi sul Carso non è ancora del tutto risolta, se da un lato da ieri alle 16 è stato riaperto lo svincolo autostradale in uscita di Duino in direzione Trieste e la situazione sta tornando alla normalità anche sulla viabilità ordinaria,  dopo l’incendio di probabile matrice dolosa scoppiato ieri  mattina, nuove fiamme sono state registrate nei pressi della Foiba di Basovizza. L’incendio divampato questa mattina è stato messo  sotto controllo. Il focolaio nell’area boschiva vicina al parcheggio “Grotta Nera”. I Vigili del fuoco sono sul posto con due squadre e un’autobotte. Intervenuta anche la Forestale. mentre per domare le fiamme è stato necessario l’intervento degli elicotteri. Questa la cronaca mentre  la speranza per la giornata odierna è relativa anche alle previsioni meteo che, come riporta l’Osmer Fvg, danno nuvolosità variabile con la possibilità di piogge o temporali anche nell’area del Carso. Soffierà però anche bora moderata soprattutto dal pomeriggio che se non dovesse piovere con relativa abbondanza potrebbe rinfocolare dei punti caldi ancora presenti. Intanto c’è da registrare una nota preoccupata di Legambiente per il fatto, si legge, che i goriziani  sono stai esposti nei giorni scorsi ad alti livelli di inquinamento legati proprio agli incendi.  Infatti, si legge, Gli incendi boschivi divampati sul Carso italiano e sloveno a partire dal 16 luglio scorso e durati quasi una settimana, non solo hanno distrutto una superficie totale superiore ai 40 km2 paragonabili all’estensione del Comune di Gorizia, ma hanno prodotto fumo e polveri sottili in grandi quantità. Il particolato (PM10 e PM2.5) è stato disperso dal vento in varie direzioni, raggiungendo più volte anche la città di Gorizia, dove si sono registrati importanti sforamenti dei valori che seppur brevi sono considerati non tollerabili per la salute umana secondo gli studi scientifici, e in particolare secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che fissano valori di esposizione di gran lunga inferiori a quelli europei. Svariati studi dimostrano come l’esposizione acuta a valori elevati di particolato risulta direttamente correlata con l’aumento della mortalità e con l’aumento di ricoveri per patologie respiratorie e cardiovascolari. “L’effetto tossico, si legge ancora nella nota a firma Legambiente Gorizia e Isde (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente Fvg  si evidenzia in particolare su soggetti quali gli anziani, i bambini e le persone con malattie cardiocircolatorie e respiratorie croniche e asma. Ma non esistono soltanto le medie giornaliere, che invece sono state usate come unico riferimento dalle nostre Istituzioni perché riferite alle leggi attuali. Studi dimostrano che si possono avere danni gravi alla salute delle persone anche in seguito ad esposizioni per brevi periodi a valori elevati di particolato, come emerge anche dalla Linee guida per le esposizioni per inalazione al particolato del Dipartimento di Salute degli Stati Uniti d’America, o come da uno studio condotto proprio a Monfalcone qualche anno fa che aveva evidenziato un raddoppio del rischio d’infarto entro 5 giorni da un picco delle PM10 superiore a 50 μg/m3, specie nelle donne con più di 65 anni. Di un tanto è stata quindi data comunicazione di queste considerazioni al Sindaco (quale prima autorità di salute pubblica), ad ASUGI, all’ARPA e alla Prefettura. Infatti mentre Monfalcone e altri comuni limitanei, così come Nova Gorica, hanno lanciato una campagna di comunicazione (o adottato ordinanze) invitando la gente a proteggere le vie respiratorie e le persone deboli, ed evitare gli spostamenti, a Gorizia diversamente non si capisce per quale motivo non sono stati usati i canali di comunicazione ufficiali come le due pagine Facebook o il sito internet del Comune con messaggi di allerta ripetuti. Sono state date solo comunicazioni sui profili social personali del sindaco, per altro diluite all’interno di post di aggiornamento generale. Risulterebbe che solo una volta è stato adottato l’uso dell’allerta telefonica (Allert system), che non è noto quanti iscritti abbia. Ci si chiede, prosegue la nota, per quale motivo i cittadini di Gorizia sono stati lasciati esposti a livelli alti di polveri sottili come nella giornata del 19 luglio in cui si verificò un picco di ben 500 μg/m3 e di cui tutti ricordano la gran quantità di fumo rimasta insaccata in città a causa dei colli circostanti per diverse ore. O ancora come sia stato possibile lasciare organizzare in Piazza della Vittoria il festival Amidei la sera del 21 luglio quando la concentrazione di PM10 (misurata per altro dall’ARPA nella stessa piazza!) aveva raggiunto i 171 μg/m3″.