Incendio ex-Bertolini – Mossa, ipotesi dolosa. I rilievi dell’Arpa escludono rischi per i cittadini

L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Friuli Venezia Giulia, Arpa FVG, è intervenuta nel tardo pomeriggio di lunedì 15 novembre a seguito di un incendio nello stabilimento ex-Bertolini di Mossa (GO). Nell’edificio industriale era presenti rifiuti prevenienti da raccolta differenziata. Nella serata di lunedì, tra le 19 e le 20, i tecnici Arpa FVG hanno effettuato una prima serie di misure con contaparticelle per valutare la ricaduta di particelle inquinanti aereodisperse. I rilievi sono stati effettuati in prossimità dell’incendio, immediatamente sopravento e in altri quattro punti all’interno dei centri abitati potenzialmente interessati dalle ricadute medesime, scelti sulla base delle risultanze dei modelli numerici di simulazione. L’area di impatto delle ricadute è stata circoscritta in un’ellisse che, partendo dallo stabilimento incendiato, si estende fino all’abitato di S. Lorenzo Isontino e lambisce solo marginalmente l’abitato di Farra d’Isonzo. I rilievi con contaparticelle sono stati ripetuti nei medesimi punti questa mattina, martedì 16 novembre, rilevando un impatto dovuto alle polveri pari alla metà (circa) di quanto rilevato nella notte. Complessivamente l’innalzamento della polverosità dovuta all’incendio non ha comportato il superamento di alcun limite giornaliero per la qualità dell’aria. La presenza per tutta la durata dell’incendio di venti provenienti da Nord-Est, sebbene intermittenti, ha favorito la diluizione dei fumi di combustione. L’attuale ventilazione da Nord-Est proseguirà anche nella giornata odierna favorendo quindi la dispersione e diluizione degli inquinanti. Nella giornata odierna, e fino ad esaurimento del fenomeno, Arpa FVG effettuerà ulteriori accertamenti in tutta la zona. La sindaca  Emanuela Russian dal canto suo sta valutando la proroga dell’ordinanza con cui ai cittadini viene chiesto di rimanere in casa, la chiusura delle scuole, degli impianti sportivi e l’utilizzo di dpi all’aperto, che vale anche per San Lorenzo Isontino e Capriva del Friuli. Fin qui la cronaca, ma va detto che all’interno del sito erano ancora stoccate oltre 4mila tonnellate di rifiuti speciali tra cui materiale plastico, polietilene e pvc in prevalenza, che sono bruciati ed anche se si escludono pericoli diretti per la popolazione, di certo gli inquinanti non hanno fatto bene all’ambiente. I materiali erano ancora nel sito perché sotto sequestro, visto il processo ancora in corso e riguardo le cause dell’incendio, gli investigatori sono orientati verso l’ipotesi dolosa dato che, dai primi rilievi dei Vigili del fuoco,  sembra chiaro che i focolai erano molteplici e che dietro al rogo vi sia direttamente la mano dell’uomo.