Incentivi agli autisti soccorritori 118 di Trieste erano “sbagliati”, andranno parzialmente restituiti: Il danno e la beffa
Nel luglio scorso gli autisti soccorritori del 118 di Trieste avevano trovato in busta paga una somma aggiuntiva variabile per ciascun autista da qualche centinaio ad alcune migliaia di euro. Era il premio per la collaborazione prestata negli interventi di soccorso e gestione della sanificazione/decontaminazione dei presidi in relazione all’emergenza COVID-19. Un mese dopo l’Azienda sanitaria triestina avvisava che c’era stato un errore di calcolo e che le somme corrisposte eccedevano il dovuto, per cui l’Azienda doveva recuperare l’indebito retributivo con la massima tempestività possibile. La lettera, firmata dal Direttore della SC Gestione del Personale, concludeva: “Spiacente per il disguido, peraltro parzialmente imputabile all’ufficio”. Ma il “disguido” non sembra di poco conto visto che in luglio erano stati liquidati circa i due terzi in più del dovuto, in pratica se un dipendente in luglio aveva ricevuto 2.000 euro, di questi deve restituirne circa 1.200. Possiamo immaginare la sorpresa di questi dipendenti, perché ciò significa non soltanto aver vissuto l’illusione di una maggior disponibilità di danaro, ma soprattutto una forte decurtazione dei prossimi stipendi. E al danno si aggiunge la beffa in quanto la somma elargita ammonta in media a circa 800 euro cadauno, ovviamente lordi, quale riconoscimento una tantum agli autisti soccorritori del Sistema 118 di Trieste, per il sovraccarico di lavoro, i disagi, i maggiori rischi affrontati durante il primo anno pandemico. Il consigliere regionale del misto Walter Zalukar ha chiesto lumi con una interrogazione alla Giunta regionale per sapere se non ritiene quanto meno avaro da parte dell’Azienda triestina aver corrisposto tale esiguo riconoscimento a questi dipendenti, che sono stati sempre in prima linea a tutela della salute e sicurezza dei cittadini. Da mesi l’Assessore alla Salute va ripetendo che vorrebbe assumere più personale per le Aziende sanitarie, ma che non si trova. Per favorire le assunzioni ed anche per evitare le fughe forse servirebbe incentivare di più il personale; perché altrimenti chi cerca impiego preferirà scegliere aziende più generose ed empatiche verso i propri dipendenti.