Indagine “Italy’s best employers for women”: fra le 200 aziende selezionate anche la friulana Sereni Orizzonti

In Italia sono 200 le aziende dove le donne sono più felici di lavorare, almeno secondo la classifica stilata dall’indagine “Italy’s best employers for women” dell’Istituto Tedesco Qualità Finanza (Itqf), condotta in partnership con La Repubblica – Affari&Finanza. Ovviamente, come ben sanno i lettori di FriuliSera, siamo sempre molto cauti a prendere per oro colato questi studi, dato che sono troppe le variabili in gioco, soprattutto come in questo caso, quando una delle cartine di tornasole sono i social e il dubbio che le statistiche siano in qualche modo pilotate resta alto. Tuttavia le tendenze restano una indicazione che vale la pena registrare. La ricerca, giunta alla seconda edizione, ha selezionato quelli che sono considerati i migliori 200 datori di lavoro per donne nel nostro Paese su un campione di 2.000 aziende analizzate e 45 argomenti considerati quali cultura d’impresa, formazione professionale e pari opportunità. I risultati sono stati ottenuti dall’ITQF – ente indipendente leader in Europa nelle indagini di qualità – monitorando negli ultimi 12 mesi le opinioni espresse sul web da dipendenti e consumatori. Tramite il cosiddetto “social listening” sono stati raccolti oltre 2,5 milioni di citazioni online (social media, blog, forum e portali di lavoro) che contengono citazioni delle aziende prese in esame. Come spiega l’edizione odierna di “Affari&Finanza”, i commenti sono stati in seguito suddivisi per tonalità realizzando il ranking con la maggior base dati in Italia.      Di queste aziende, 52 hanno ottenuto il massimo punteggio (100) e rappresentano i datori di lavoro ideali. Sono realtà che operano in 8 macro-settori: alimentari, bevande, gastronomia; assicurazioni e finanza; auto, meccanica, elettronica; beni di consumo; chimica, farmaceutica e salute; commercio; materiali, materie prime, energia; e servizi. I risultati sono stati ottenuti dall’Itqf, ente indipendente leader in Europa nelle indagini di qualità, ascoltando il web, oggi fondamentale nella valutazione di aziende perché dipendenti e consumatori utilizzano sempre di più le piattaforme social per esprimersi. I realtà la ricerca “Italy’s best employers for women” è basata sul social listening che analizza dettagliatamente i commenti online di dipendenti e collaboratori  ed è quindi condizionata dal fatto che non tutto quello che circola sul web, nel bene e  nel male, è affidabile ed anche se, il direttore di Itqf Christian Biekerf sostiene che “entrare nella classifica dei 200 ‘Italy’s Best Employers for Women’ è la prova visibile e ufficiale dell’eccellenza aziendale” e che “Solo le imprese selezionate possono ottenere il sigillo di qualità ed utilizzarlo su tutti i canali a disposizione, tra cui quelli social, sito web, materiali pubblicitari, documenti ufficiali, eventi e fiere” il dubbio che la “comunicazione” no rispetti del tutto la realtà è forte. Resta tuttavia un parametro comunque  indicativo e per questo non ci meraviglia che il gruppo “Sereni Orizzonti”, azienda nel settore della costruzione e gestione delle Residenze per anziani con sede a Udine, sia orgoglioso di comunicare di essere  una delle 200 aziende italiane nelle quali le donne sarebbero più felici di lavorare.  Nella sezione “Ospedali e servizi sanitari” il gruppo Sereni Orizzonti ha infatti ottenuto un settimo posto, totalizzando un punteggio di 67,5 e collocandosi immediatamente alle spalle di realtà come l’Istituto clinico Humanitas, l’ospedale San Raffaele e l’Istituto Europeo di Oncologia nonché davanti a Multimedica, Giomi e Istituti Ospedalieri Bergamaschi.  Più che giustificata quindi la soddisfazione di Massimo Blasoni, azionista di maggioranza di “Sereni Orizzonti”: «Questo prestigioso riconoscimento premia il nostro impegno e grazie a una analisi attenta della nostra web reputation certifica la qualità della nostra azienda, attenta alle esigenze dei suoi dipendenti e alla qualità dei servizi erogati agli ospiti di tutte le nostre strutture, soprattutto in questi due ultimi anni di pandemia».