Indagine “tagliente” a Maniago. Sequestrati 5000 coltelli made in China spacciati per nostrani

E’ stata una indagine che si potrebbe definire “tagliente” quella portata avanti dai funzionari dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (Adm) e dalle Fiamme gialle del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Pordenone. Infatti a seguito delle investigazioni, su disposizione della Procura, si è arrivati al sequestrato di oltre 5.000 coltelli «made in China» venduti però come «prodotto italiano». L’indagine riguarda le Coltellerie Maserin snc azienda, fondata nel 1960, considerata fino ad oggi una delle più rinomate del distretto di Maniago. L’azienda in realtà, secondo i riscontri investigativi, pubblicizzava l’integrale realizzazione di tutte le fasi produttive dei coltelli oggetto delle indagini nello stabilimento friulano, anche se il manufatto era realizzato in Cina. Le stesse confezioni dei coltelli, prodotte anch’esse in Cina, recavano, accanto al marchio aziendale, la dicitura «prodotto italiano», stampata sullo sfondo del tricolore. Il rappresentante legale dell’azienda è stato denunciato all’autorità giudiziaria per frode in commercio e la società segnalata per l’illecito amministrativo. «Riconosciamo l’errore, abbiamo sbagliato il packaging – ha dichiarato il rappresentante legale della coltelleria, Gianfranco Maserin –. Il design dei coltelli è nostro, la prototipazione è nostra. Abbiamo usato la nostra scatola originale perché ci è già capitato di trovare sui siti parecchi falsi dei nostri modelli, ci sono parecchie contraffazioni in giro: volevamo tutelare i nostri clienti». Insomma si rigetta l’ipotesi della frode e anzi, come di moda ormai, si ribalta la questione parlando di tutela del cliente. I coltelli sequestrati sono ad uso sportivo. Si tratta comunque della linea più economica delle Coltellerie Maserin, la Maserin sport. “Lavorando si sbaglia, ha infine ammesso l’imprenditore, ora che abbiamo capito l’errore chiaramente cambieremo le scatole e specificheremo meglio la provenienza”. Resta il bruttissimo colpo all’immagine non solo dell’azienda ma purtroppo dell’intero distretto di Maniago considerata a buon ragione una delle eccellenze italiane.