Interrogazione parlamentare di Articolo Uno/Leu sul tema rotta balcanica

Articolo Uno ha presentato una interrogazione a risposta immediata sul tema rotta balcanica. L’atto parlamentare è stato inoltrato dal gruppo di LeU a firma Erasmo Palazzotto (presentatore) e Federico Fornaro. Questo i testo: Al Ministro dell’Interno – Per sapere – premesso che: secondo i dati del Viminale la polizia di frontiera di Trieste e Gorizia nel periodo che va da gennaio a metà novembre del 2020 ha respinto 1.240 migranti e richiedenti asilo, più del 420% in più rispetto al 2019, quando furono ‘solo’ 237;  diversi migranti della cosiddetta ‘rotta balcanica’ sono stati respinti a catena fino in Bosnia e in migliaia sono oggi abbandonati al gelo, nei boschi, senza cibo e acqua;  sui respingimenti condotti al confine sloveno con sempre maggior intensità dalla primavera di quest’ anno emergerebbero delle violazioni delle norme europee ed internazionali sul diritto d’asilo;  secondo  Altraeconomia’ da metà maggio 2020 le autorità italiane hanno intensificato le “riammissioni” in forza di precise direttive contenute in una circolare del Ministero dell’interno, mai resa nota; anche i richiedenti asilo sarebbero oggetto dei rintracci e delle riammissioni in Slovenia, senza che venga offerta loro la possibilità di formalizzare la domanda di protezione internazionale;  la normativa italiana ed europea vietano i respingimenti verso uno Stato dove le persone possono subire violenze e abusi o quando esista tale rischio attraverso il meccanismo del respingimento ‘a catena’. È ormai ampiamente documentato come i poliziotti sloveni consegnino i migranti ai colleghi
croati che li riportano – spesso utilizzando violenza – in Bosnia, fuori dal perimetro Ue;  quanti dei respinti dall’Italia si ritrovino oggi nei boschi bosniaci al gelo, tra la vita e la morte, è un dato difficile da ricostruire. Secondo la Ong Ipsia sarebbero uno su dieci;  dalla Bosnia in questi giorni arrivano immagini drammatiche, sono circa 3000 i migranti – in fuga da guerra, persecuzioni e trattamenti inumani e a cui l’Europa dovrebbe garantire  accoglienza e protezione – intrappolati nei boschi e sotto la neve per l’evidente incapacità dell’Unione europea di governare i flussi migratori;  i racconti delle violenze subite da coloro che hanno tentato di varcare il confine con la Croazia sono agghiaccianti: picchiati e abbandonati da forze di polizia europee -: se il Governo non intenda sospendere le cosiddette «riammissioni informali» con la Slovenia prevedendo che eventuali riammissioni avvengano solo previo esame delle situazioni individuali, in osservanza delle norme in materia, tenuto conto dei trattamenti inumani e degradanti che subiscono i migranti a seguito dei «respingimenti a catena» tra Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina.