La montatura del “caso Montanari”. La retorica falsa di chi finge di aver rinnegato le proprie radici fasciste
La montatura del “caso Montanari” è palesemente la solita retorica di una destra che dimostra ogni giorno di non aver rinnegato le proprie radici fasciste e che vorrebbe basare la propria credibilità sulla demonizzazione di chi non la pensa come loro e per farlo falsifica storia e parole dette. Si può sintetizzare così la gigantesca fake che vedrebbe lo storico dell’arte, accademico e rettore dell’Università per Stranieri di Siena aver negato le foibe, quando invece leggendo il suo articolo apparso sul Fatto quotidiano del 23 agosto scorso è chiaro che non vi è nessuna negazione, ma solo la constatazione dell’uso strumentale che di quella tragedia viene fatta da parte dei “nipotini” e loro nuovi amichetti, di una destra che dopo aver perso la guerra e trascinato il paese nella tragedia cerca giustificazione nell’equiparazione fra foibe e Shoah. Fenomeni accomunati solo dal periodo storico, ma non certo paragonabili per dimensioni ed impatto sulla storia. Ovviamente la retorica della destra ha colto l’occasione per cercare di compensare le dimissioni di Durigon, visto che gli scomposti attacchi al ministro Lamorgese non possono andare a segno ecco inventare il caso Montanari. Una montatura incredibilmente veicolata scompostamente non solo dalla stampa di destra ma anche dalla Rai che soprattutto con la seconda rete ha lanciato l’accusa senza nessun approfondimento sulla realtà dei fatti. Anche alcuni quotidiani “indipendenti” hanno deciso vergognosamente di cavalcare la fake evidentemente per accreditarsi per il futuro. Comunque oggi è stato lo stesso Montanari ad intervenire dopo che si è aperta la cloaca fetida di falsità su di lui da parte di persone che probabilmente ripetono a pappagallo un mantra che viene loro suggerito dai loro caporali e che non hanno neppure letto quanto Montanari ha scritto veramente. Spiega Montanari: “La destra italiana sta equivocando, ci sta marciando, sta inventando tutto. Per fortuna c’è un testo pubblicato. Nessuno nega le foibe, ma è l’uso strumentale, politico che la destra neofascista fa delle foibe che contesto”. Poi Montanari rincara chiarendo ancora di più il suo pensiero: “La destra sta ingigantendo le foibe da un punto di vista storico, numerico e soprattutto cerca di equipararle alla Shoah, dopo aver ottenuto una Giornata del Ricordo messa in calendario. La falsificazione storica è aver creato quella giornata in contrapposizione alla Giornata della Shoah. Questa è la falsificazione, l’equiparazione dei due tragici eventi”.
“Pagina tragica le foibe, purtroppo come tante altre – continua lo storico e rettore dell’Università per Stranieri di Siena – Come i bombardamenti americani o quelli degli alleati sulle città italiane, come le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki”. Tomaso Montanari cita lo storico Eric Gobetti. “La Giornata del Ricordo, come è stata concepita è il momento in cui la versione del neo fascismo italiano diventa la versione ufficiale dello Stato’, parole sue che condivido”. Montanari ribadisce ancora la sua linea difensiva. “Non nego le foibe – spiega ancora – Ma contesto l’uso che se ne è fatto e l’uso della Giornata del Ricordo, primo firmatario Ignazio La Russa. E’ una legge dei neofascisti. Secondo me andrebbe cancellata”. Poi sulla richiesta di revoca dell’incarico di rettore al premier Draghi e al ministro dell’Università Messa, Montanari replica all’Adnkronos: “quello che mi sconcerta è che alcuni deputati della Repubblica siano così ignoranti da non sapere che i rettori non li rimuove il ministro, non li rimuove il parlamento, sono cariche elettive. Esiste l’articolo 33 della Costituzione che protegge l’autonomia delle Università, una volta che un rettore è eletto – ricorda Montanari – solo la magistratura lo può rimuovere e solo per reati gravi. Ci vuole l’interdizione”. “Purtroppo tutto ciò dimostra un grave analfabetismo istituzionale e il sommo disprezzo per la libertà di pensiero, per la libertà della ricerca e l’autonomia dell’università – conclude Montanari – Non mi permetto di chiedere le dimissioni di questi parlamentari. Ci dovrebbero però essere parlamentari degni, capaci almeno di conoscere l’ordinamento dello Stato”.