La Sanità del Fvg è in crisi oltre l’emergenza. Il punto della situazione oggi a Udine in un evento del gruppo “Cittadini”

Estremamente interessante la conferenza stampa organizzata questa mattina da Simona Liguori del gruppo consiliare ”Cittadini” a Udine nella sede del Palazzo della Regione di via Sabbadini a Udine. Tema lo stato della sanità in Fvg. Interessante ad ad iniziare dal modulo scelto irrituale. Non una comunicazione della politica,  ma l’opportunità offerta agli operatori del settore sanitario, tramite le proprie rappresentanze sindacali, di delineare lo stato del comparto e dialogarne con la stampa che spesso deve accontentarsi degli scarsi dati ufficiali dispensati dalla Regione in genere ad uso e consumo di tesi premianti per l’assessore e le politiche dei suoi direttori generali. Si è svolta così oggi una sorta di audizione, che in realtà dovrebbe essere fatta direttamente dalla Regione e che invece genericamente, quando vengono fatte,  trasformano la comunicazione istituzionale nello show dell’assessore con tanto di “bacchettate” nei confronti di chi non lo osanna e purtroppo l’accondiscendenza di alcuni organi di stampa. Bene quindi che almeno da una forza d’opposizione arrivi la volontà chiarire lo stato delle cose e soprattutto di ascoltare il personale  con  lo scopo apertamente dichiarato di farsi portatrice delle  istanze non solo in relazione all’emergenza Covid  ma pensando anche al futuro del  post pandemia, perché sono tanti i cittadini che a causa del covid e della carenza di personale si vedono rinviare visite e prestazioni, perfino  interventi chirurgici che sono sempre urgenti per un ammalato che aspetta ed è in sofferenza.  E’ evidente che  sarà fondamentale ridisegnare in maniera profonda l’assetto e il rapporto fra sanità pubblica e privata che, anziché armonizzarsi, rischia di acuire squilibri che oggi per scelta politica palese o indirettamente, ma non certo casualmente, vedono la bilancia pendere verso le strutture private, ad iniziare dall’attrattività economica nei confronti del personale.  La ratio dell’iniziativa è stata  spiegata in apertura dei lavori dalla consigliera dei cittadini Simona Liguori che oltre che consigliere e anche medico: «Ascoltare e tradurre in proposte concrete da portare in Aula tutto ciò che è emerso da chi è in prima linea negli ospedali e sui territori in un momento in cui il protrarsi dell’emergenza Covid non solo non ha portato a un miglioramento della gestione dei casi, ma ha anche fatto passare in secondo piano tutta la sanità “no Covid”». Numerosi poi gli interventi delle rappsentanze di medici e infermieri a iniziare da Valtiero Fregonese segretario regionale Anaao che trovandosi a Roma è intervenuto telefonicamente, parlando di una “categoria stanca”, di “pressione intollerabile nei reparti, di medici che scappano e vanno nel privato. Sento dire che i medici e i dirigenti sanitari positivi devono assicurare la prestazione lavorativa, ma questa è un’affermazione da brividi. Considerati eroi una volta, ora vengono mandati al fronte senza precauzioni del caso. I reparti vengono riconvertiti dalla mattina alla sera, con un surplus di lavoro e un disagio lavorativo notevole, ma la questione non viene considerata: negli atti aziendali e nei protocolli d’intesa, i rappresentanti dei medici non vengono considerati”. Successivamente la parola è passata al dottor Riccardo Lucis, attualmente specializzando e rappresentante di Anaao, dopo anni di Medicina generale in guardia medica con Snami: “Le difficoltà per i tutti i medici che da tempo stanno facendo sacrifici, penso anche al personale che lavora nel laboratorio analisi ed è impegnato h24, sono tante. Ma la volontà dei giovani medici di far la propria parte e integrare le carenze sanitarie territoriali è forte e abbiamo in più occasioni fatto le nostre proposte per cercare di migliorare le condizioni di lavoro, anche nella continuità assistenziale, che è sguarnita. Non ci sono medici del territorio e non ci sono medici specializzandi, né normati né tutelati dagli accordi anche regionali”. Da parte sua il segretario Fp Cgil Udine Andrea Traunero, presente insieme a Claudio Di Ottavio, ha commentato. “Questo è il primo momento di sintesi in regione, il primo momento in cui si cerca di portare un discorso costruttivo. Abbiamo segnalato tutte le carenze del sistema: questi, però, sono stati due anni e mezzo buttati al vento perché non c’è stata alcuna programmazione”. Sulle persone non vaccinate negli ospedali: “Abbiamo chiesto nell’estate 2021 degli incontri con direzione aziendale per riorganizzare al meglio le strutture, ma oggi non abbiamo contezza di come sono andate le sospensioni e al momento ci troviamo con numeri immensi di personale fuori da reparti”. La situazione, in generale, è grave. “E’ come se fossimo ancora al 2020 – conclude Traunero, comunicando anche che la Regione non ha mai fornito dati ufficiali su piante organiche e sul personale della sanità – : oggi i dipendenti sono allo stremo e non sono più interessati più lavorare nel sistema sanitario regionale”.
Massimo Vidotto segretario Rsu AsuFc, con Giuseppe Pennino (CISL), ha affermato che dopo due anni di pandemia, la situazione resta incredibile. “Uno pensa che nell’anno appena concluso ci siano stati investimenti in sanità, ma la realtà è un’altra. La politica dovrebbe controllare i documenti delle aziende. La situazione di AsuFc? Nel 2021 si credeva che sarebbero stati potenziati i servizi, invece i limiti di spesa sono stati tagliati di 3,8 milioni euro. Si deve investire sui professionisti, altrimenti sono barzellette: la sanità va rafforzata per guardare avanti”.
Ezio Beltrame vicepresidente regionale di FIMMG ha parlato di “forte senso di scoramento” causato dal fatto che la “Regione non ha creato una situazione di confronto serrato con noi: si potevano sfruttare strutture operative e task force per anticipare il percorso dell’epidemia invece di inseguirla”. Una “interlocuzione indispensabile, che avrebbe aiutato i medici che da soli non possono lavorare: servono incentivi per personale di studio e per l’associazionismo, come per l’acquisto di strumentazione, serve, per le zone di montagna, usare la telemedicina in modo serio, dar vita a un call center per le zone più disagiate. Tutte queste cose si potevano fare. L’auspicio è quello di iniziare a ragionare insieme”.
Luca Petruz segretario regionale NURSIND, è intervento alla conferenza stampa con Damiano Devetti e Afrim Caslli: “Oggi la situazione ha superato il limite, la sospensione ha comportato un aggravio di lavoro al personale di servizio, il tracciamento è sempre più complesso e a questo si aggiunge la necessità della copertura nelle case di riposo. La tensione è continuativa ed è difficile da reggere nel tempo: appena finirà la quella del Covid-19 ci sarà un’altra pandemia, quella del lavoro usurante. Il morale ha subito un duro colpo a causa della miopia della politica. Serve un’indennità infermieristica e il veto di Brunetta ha eliminato questa possibilità: per questo sciopereremo il 28 gennaio. Gli infermieri vanno pagati per il loro lavoro: chi va via dal pubblico lo fa perché il privato è più attraente e dà maggiori garanzie”.
Stefano Vignando, presidente regionale SNAMI FVG, ha dichiarato: “In epoca pre-Covid registravamo 80-100 contatti al giorno, ora questi numeri sono sensibilmente cresciuti, perché c’è una forte richiesta di informazioni a causa delle carenze del sistema. I problemi sono sostanzialmente tre: il primo riguarda i Cup, che ogni giorno rimandano dal medico di famiglia i pazienti, soprattutto fragili, per ipotetiche irregolarità o impegnative inidonee; il secondo è quello della carenza di medici del territorio, una situazione che sta peggiorando in particolare nella continuità assistenziale; il terzo riguarda l’immensa burocratizzazione della professione. Il tavolo con la direzione centrale è stato attivato di recente, a settembre, ma non ha mai portato a nulla”. Stefano Bressan ha portato il pensiero della UIL in qualità di responsabile della sede territoriale di Udine: “La carenza di personale è figlia di tagli decennali nella sanità pubblica. Si parla dei medici come di eroi e di angeli, ma oggi le istituzioni si sono dimenticate di tutto quello che è stato fatto. Ci sono stati grandi proclami per la tutela dei lavoratori, ma nulla di concreto si è visto e il malessere è palpabile nell’aria. Il quadro è attualmente molto critico, oltre alla carenza, ci sono le sospensioni e i differimenti, a cui si aggiunge il forte aumento delle positivizzazioni e questo vuol dire che chi rimane ha turni massacranti. Abbiamo chiesto alla Regione di attivarsi per un piano che preveda la formazione di infermieri e personale oss, utili a far andare avanti il sistema, e per un piano di incentivazione per spingere i giovani neolaureati a scegliere le professioni sanitarie”. La consigliera Liguori ha quindi concluso: “Ringrazio tutti i presenti a questa conferenza stampa dove chi ha partecipato non è venuto solo ad ascoltare ma anche a farsi ascoltare, in un importante momento di confronto e proposte per la sanità del Friuli Venezia Giulia”.

È allarme organici in sanità: secondo il  XVII Rapporto CREA la carenza di infermieri ha rotto gli argini: ne mancano da 230 a 350mila