Dopo aver ascoltato le diverse problematiche presenti a Tolmezzo e recentemente a Sauris per la mancanza di un medico di base perché se ne va, dal noto centro turistico, il 4 settembre 2023  la dottoressa che per anni aveva aiutato quella popolazione montana ed i suoi turisti, ho fatto una veloce ricerca sulla presenza di MMG in Carnia, da: “Distretto della Carnia” in: https://asufc.sanita.fvg.it/it/medici/ricerca/?tipo=G&distretto=8#blog-listing-medium, tenendo conto che la popolazione di detto mio territorio ammontava, il 31 dicembre 2022, a 35.985 residenti, contro i 36.949 del 2016. Ma se va avanti così fra non molto saremo ancora meno.

________________________

Distribuzione dei 22 MMG presenti in Carnia.

1.Antoniacomi Diego, operativo negli ambulatori di Socchieve e Mediis da lunedì a venerdì –  2. Blarzino Maurizio, che copre Forni di Sopra e Forni di Sotto da lunedì a venerdì – 3. Bonutti Enea, che lavora a Tolmezzo da lunedì a venerdì mattina, ma che, si dice, andrà in pensione a dicembre 2023 – 4. Cacitti Mauro presente a Tolmezzo da lunedì a venerdì – 5. Capobianco Gaetano con ambulatorio a Tolmezzo aperto da lunedì a venerdì al mattino – 6. Chamouni Benyamin Moshe, operativo a Paularo da lunedì al venerdì alle 13 – 7. Clama Daniel che lavora a Sutrio da lunedì al venerdì al mattino – 8. Cleva Maurizio operativo a Tolmezzo da lunedì al venerdì al mattino – 9. De Luca Corrado che presta la sua opera a Sappada ma solo per 3 giorni alla settimana (martedì, mercoledì e giovedì). Egli, secondo https://www.ilfriuli.it/salute-e-benessere/nuovo-medico-di-base-a-sappada/ ha preso servizio nella nota località montana provenendo da Padova grazie ad un intervento diretto di Asufc – 10. De Prato Chiara, che copriva e coprirà il comune di Sauris fino al 3 settembre 2023, portandosi anche nelle frazioni. Operativa da lunedì a venerdì al mattino – 11. Di Centa Laura, medico a Paluzza, Timau (qui un giorno a settimana per due ore), Treppo/Ligosullo per 3 ore a settimana in un giorno solo. Presta servizio da lunedì a venerdì al mattino –  12. Di Piazza Laura, con ambulatorio a Tolmezzo. Lavora da lunedì fino a venerdì al mattino – 13. Michelli Nicole, che copre la condotta medica di Ampezzo. Presta servizio da lunedì a venerdì al mattino – 14. Petris Marta presente a Tolmezzo da lunedì a venerdì alle 14 – 15. Pousti Hamid Reza che copre gli ambulatori di Prato Carnico, Rigolato e Forni Avoltri. Operativo da lunedì a venerdì – 16. Puntil Simona che presta la sua opera a Comeglians da lunedì a venerdì al mattino – 17. Righini Ilary medico ad Ovaro. Lavora da lunedì a venerdì – 18. Romano Katia operativa a Tolmezzo da lunedì a venerdì al mattino – 19. Strizzolo Nicole presente a Villa Santina da lunedì a venerdì al mattino – 20. Tomasi Pierluigi che copre Enemonzo e Preone. 21. Toson Donatella medico ad Ovaro. Operativa da lunedì a venerdì al mattino – 22. Valentini Stefano, medico a Sutrio. Operativo da lunedì a venerdì al mattino.

________________________

Abitanti per comune del Distretto sanitario della Carnia.

Amaro, CHE RISULTA SENZA MMG. 851 ABITANTI. – Ampezzo, coperto da Michielli Nicole. – 909 ABITANTI. Arta Terme, CHE RISULTA SENZA MMG. 2050 ABITANTI. – Cavazzo Carnico, CHE RISULTA SENZA MMG. 942 ABITANTI. – Cercivento, CHE RISULTA SENZA MMG. 635 ABITANTI. – Comeglians, coperto da Puntil Simona. 436 ABITANTI. – Enemonzo, coperto da Tomasi Pierluigi. 1268 ABITANTI. – Forni Avoltri, coperto da Pousti Hamid Reza. 501 ABITANTI. – Forni di Sopra, coperto da Blarzino Maurizio. 921 ABITANTI. – Forni di Sotto, coperto da Blarzino Maurizio. 548 ABITANTI. – Lauco, CHE RISULTA SENZA MMG. – 657 ABITANTI. – Ovaro, coperto da Righini Ilary e Toson Donatella. 1731 ABITANTI. – Paluzza, coperto da Di Centa Laura. 1973 ABITANTI. – Paularo, coperto da Chamouni Benyamin Moshe. 2334 ABITANTI. – Prato Carnico, coperto da Pousti Hamid Reza. 843 ABITANTI. – Preone, coperto da Romandi Pierluigi. 247 ABITANTI. – Ravascletto, CHE RISULTA SENZA MMG. – 496 ABITANTI. – Raveo, CHE RISULTA SENZA MMG. – 445 ABITANTI. – Rigolato, coperto da Pousti Hamid Reza. 361 ABITANTI. – Sauris, COPERTO SOLO FINO AL 3 SETTEMBRE 2023.- 389 ABITANTI. – Socchieve, coperto da Antoniacomi Diego. 875 ABITANTI –   Sutrio, coperto da Valentini Stefano e Clama Daniel. 1220 ABITANTI. – Tolmezzo, coperto da: Bonutti Enea; Cacitti Mauro; Capobianco Gaetano; Cleva Maurizio; Di Piazza Laura; Petris Marta; Romano Katia. 9.833 ABITANTI. – Treppo Ligosullo, coperto da Di Centa Laura. 680 ABITANTI. – Verzegnis, CHE RISULTA SENZA MMG. – 849 ABITANTI. – Villa Santina, coperto da Strizzolo Nicole. 2136 ABITANTI. –
Zuglio, CHE RISULTA SENZA MMG. – 541 ABITANTI. – Sappada coperta da De Luca Corrado. 1314 ABITANTI. –
(Fonte: https://www.tuttitalia.it/friuli-venezia-giulia/provincia-di-udine/78-comuni/popolazione/).

Inoltre il comprensorio carnico è articolato in circa 150 località abitate e, data la limitata popolazione complessiva e la collocazione dei diversi nuclei, la dispersione insediativa risulta notevolissima.  (http://www.euroleader.it/euroleader/territorio/descrizione-dellarea).

________________________

La situazione è poi resa più complessa dal fatto che ci sono comuni che hanno un medico di base ma che non riesce a coprire tutti i pazienti del luogo e che ogni paziente può decidere di avere un medico di propria scelta all’interno del Distretto. Per esempio, da quanto si sa, è accaduto che, recentemente, molti residenti a Paularo, visto pure che l’unico medico rimasto non poteva rispondere alle esigenze di tutti, abbiano riaccettato la dott. ssa Romano, spostatasi a Tolmezzo dal loro comune, per garantirsi la continuità delle cure, lasciando una parte dei pazienti tolmezzini del medico Loris D’Orlando, andato in pensione e sostituito dalla dottoressa sopraccitata, senza medico e con l’indicazione di recarsi presso gli ambulatori di vallata. Ma con la creazione di questi ultimi, vengono a formarsi, sul territorio, due tipologie di pazienti, quelli fortunati di serie A che hanno ancora un medico di base, e quelli di serie B che vagano nel limbo degli ambulatori di vallata (in mano a medici pensionati e/o disponibili, certamente da lodare) che creano più problemi che risolverne e che non permettono ai pazienti di avere un medico sulla tessera sanitaria.

Inoltre dai dati sopra pubblicati, si nota che 9 comuni non hanno un medico di base. E Sauris non lo avrà dal 4 settembre, e pare che la dottoressa che lì prestava servizio si sposterà in altro comune carnico (si sussurra Cavazzo Carnico, ma non so se sia vero), senza quindi che il numero dei medici di MMG aumenti. Non solo: in alcune zone vi è un solo medico di base che si divide tra più comuni, un paio di ore qui, un’ ora là. Inoltre Sauris ed altri luoghi baciati dal turismo, hanno improvvisi aumenti di possibili pazienti nella stagione estiva, invernale, nei fine settimana e nelle festività. Ma cosa vuoi che sia …

________________________

Alcune considerazioni sulla catastrofe sanitaria carnica.  

Quello che si nota è che la sanità di base, che si regge sui MMG, in questa parte della montagna regionale che si chiama Carnia sta diventando sempre più inesistente o deficitaria, a fronte di una viabilità normale spesso discutibile e soggetta a movimenti franosi e distacco di massi, oltre che intasata sempre più da turisti attratti da polenta, frico, vino e salsicce, che seguono le nuove trovate regionali che tendono a trasformare il territorio in un parco giochi solcato da stradoni ed attratti dal desiderio di farsi un selfie tra i monti o sulle piste da sci.

E scrivo questo perché non è facile, nella pratica, muoversi con auto proprie per recarsi da un medico di base chissà dove, quando si abita in Carnia. Inoltre se visionassimo le fasce di età degli abitanti della Carnia scopriremmo che sono spesso anziani e possono esser affetti da pluri-patologie, e per tutti il motto “Speriamo che me la cavo” non è il migliore che si possa applicare per la propria salute.

Infatti l’età media degli abitanti della Carnia risulta di 49,18 anni al 2016, con Amaro attestato, allora a 45,38  Ampezzo a 51, 84  Arta Terme a 46,07 – Cavazzo Carnico a 48,56 – Cercivento a 48,88  Comeglians a 51,69  Enemonzo a 47,57  Forni Avoltri a 51,42 – Forni di Sopra a 49,84 – Forni di Sotto a 50,15 – Lauco a 51,31 – Ligosullo a 51,43 – Ovaro a 50,75 – Paluzza a 50,66 – Paularo a 47,04 – Prato Carnico a 51,34  Preone a 51,45 – Ravascletto a 52,62 – Raveo a 48,47 – Rigolato a 55,25 – Sauris a 48,18 – Socchieve a 50,30 – Sutrio a 45,63 – Tolmezzo a 46,30 – Treppo Carnico a 46,75 – Verzegnis a 48,35  Villa Santina a 45,84 – Zuglio a 46,53 – Sappada a 46,49. (https://www.coopcramars.it/atlante/2-0-la-popolazione-gente-ancora-di-montagna/2-5-eta-media-della-popolazione/). Da questo schema si evince che, più i comuni sono alti, più la popolazione è anziana, basta vedere i dati relativi a Ampezzo, Comeglians, Forni Avoltri, Forni di Sopra e di Sotto, Rigolato, Sauris, Lauco, Ligosullo, Ovaro, Prato Carnico, Ravascletto, Socchieve, mentre l’età media si abbassa, pur restando relativamente alta, a Tolmezzo, Villa Santina, Zuglio, Sutrio, Treppo Carnico e Sappada. Allora a Sauris l’età media della popolazione era attestata intorno al 48, 18 per cento, ma ora temo che la percentuale non sia migliorata, anzi, come per la Carnia intera. Ma una cosa è abitare a Tolmezzo, altra a Sauris. E dal 2016 sono passati ben 7 anni.

________________________

L’incrocio fra: l’età media degli abitanti della Carnia, ove non brilla neppure Tolmezzo; la necessità che la popolazione anziana ma anche giovane o di media età debba essere seguita in modo costante da un medico di base per patologie legate anche all’età; lo stato della viabilità normale; la possibilità di black out che interferiscono sulle comunicazioni online (cfr. http://www.nonsolocarnia.info/mentre-fuori-nevica-e-la-carnia-e-senza-luce-no-allennesima-centralina-questa-volta-sul-degano-dove-per-inciso-ce-ne-sono-altre/); la minore capacità della popolazione anziana in montagna di usare il computer ed anche il cellulare; la carenza talvolta di campo sulla base del gestore privato; la dispersione della stessa in 150 nuclei abitati a fronte di 28 comuni, portano a presuppore che, senza un servizio adeguato e full time in ogni comune di un medico di MMG, non si possa andare avanti.

________________________

Inoltre sulla montagna – Disneyland – pesa pure l’afflusso turistico – sia quello legato ad un singolo evento sia quello che si ferma per qualche giorno, al quale non riesce a far fronte neppure il Pronto Soccorso di Tolmezzo.

Infatti così si è espresso il dott. Pier Paolo Pillinini: «[…] i numeri di coloro che arrivano in Carnia e nella montagna friulana sono molto diversi, ed i servizi non sono solo per gli stanziali. Abbiamo infatti una aliquota di persone che frequenta il nostro territorio, vuoi perché c’è un ritorno degli emigranti, vuoi perché ci sono i vacanzieri occasionali, vuoi perché si svolgono diverse attività sportive e quant’altro, che portano, nei week end, tranquillamente alla possibile presenza anche di 100- 150 mila persone. Ma le risorse sanitarie sono sempre quelle».  (http://www.nonsolocarnia.info/pier-paolo-pillinini-direttore-del-pronto-soccorso-e-medicina-durgenza-di-tolmezzo-sanita-e-pronto-soccorso-in-montagna-il-presente-e-le-prospettive/).

Inoltre si deve tener conto pure dei tempi di percorrenza per spostarsi da un luogo all’altro, per esempio da un paese dell’alta Carnia al Pronto Soccorso di Tolmezzo, e quindi possono non venir rispettati, sempre secondo il dott. Pillinini, i tempi che vengono indicati dal Ministero per i primi interventi sui codici giallo-rossi «8 minuti per un intervento sanitario su codice giallo-rosso in area urbana, 18-20 minuti in area extra- urbana» (Ivi), tempistiche in montagna non così facilmente sostenibili. (Ivi).

E se è vero che le 2 o 3 ambulanze dislocate sul territorio carnico dal 2017 possono aiutare, è anche vero che «purtroppo le cose cambiano la notte, quando questa è la situazione nella fascia oraria 20 – 8 del mattino: 2 mezzi di soccorso a Tolmezzo, 1 mezzo da poche settimane a Sappada, 1 mezzo di soccorso a Tarvisio ed 1 a Gemona per tutta la Carnia, Canal del Ferro e Val Canale». (Ivi).

Ed a questo si aggiunge, dico io,  la cancellazione dell’Ass3 di riferimento, l’ospedale diventato regionale che perde pezzi, la centralizzazione di servizi ad Udine al Santa Maria della Misericordia, che però non regge e chiude reparti per ferie oltre che affidare ad esterni un pezzo del Pronto Soccorso più grande della Regione. Insomma, questa pare più una sanità da azzeccagarbugli, che da programmazione scientifica 2023. E credetemi c’è, per questa giunta e per le ass, sempre un “Eh mah” …, un “Mi dispiace ma ….”.

Un mio incontro anni fa con Stefano Mazzolini, a cui domandai cosa pensava di fare per la sanità in Carnia.

Nel lontano 2018 o primi mesi del 2019, essendo presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga, un lunedì mi trovavo al mercato di Tolmezzo e stavo parlando con Franco D’ Orlando quando, improvvisamente, mi trovai di fianco Stefano Mazzolini, ipervotato in Carnia, circondato da alcuni suoi fedelissimi. D’Orlando si defilò ma invece io continuai il tragitto con Mazzolini e gli chiesi cosa pensasse di fare per la sanità in montagna e per l’ospedale di Tolmezzo. La risposta fu sorprendente e, pur non potendo riportare le sue esatte parole, mi ricordo che mi disse che sapeva chi fossi e che ero per Serracchiani. Questa reazione al problema mi lasciò basita e, salutatolo, mi allontanai, pensando che se questo era l’approccio del nuovo vice- presidente del consiglio regionale relativamente problemi dei cittadini delle zone disagiate non c’era di che ben sperare. Perché i problemi della sanità e salute non hanno colore politico.

________________________

Ma ritornando alla situazione della sanità in Carnia, la Regione, già con Serracchiani – Telesca, ha incominciato a centralizzare brutalmente i servizi territoriali, giocando al massimo ribasso, a regionalizzare l’ospedale di Tolmezzo ed a spedire i carnici urbi et orbi, anche a 100 chilometri di distanza a fare una visita, tanto da farmi coniare, allora, il termine “sanità on the road”. E questa tipologia di sanità costa ai cittadini moltissimo, in denaro, in tempo, levatacce, fatica, stress per distanze e per medici e luoghi ignoti, ove si giunge già stremati. Ma alla politica questo andazzo, che continua in modo altamente peggiorativo, pare non interessi.

Poi sono giunti Fedriga e Riccardi, che hanno in mano la nostra vita da quasi sei anni, ed è stata la catastrofe più completa. Asufc è subentrata all’Aas3, creando il marasma più grande e togliendo di fatto ogni servizio, tanto che ormai siamo, in montagna, a ‘speriamo che me la cavo’ e quando verrà verrà (la morte sottinteso).
Infatti prima ci avevano detto di stare tranquilli perché sarebbero stati potenziati i servizi territoriali e la centralizzazione udinese avrebbe fatto guadagnare in qualità, ma ora siamo alla esternalizzazione con privati persino del servizio di Pronto Soccorso ad Udine, dopo che i P.S. territoriali sono stati trasformati in punti di primo intervento rigorosamente in mano a cooperative e società esterne sorte come funghi in Italia in questi ultimi anni, e di cui nulla si sa.

Quindi cancellata la rete ospedaliera e trasformato in uno spezzatino il più grande pronto soccorso del Fvg, con l’assessore sulla difensiva a causa delle giuste osservazioni del corretto Peratoner e degli  anestesisti ma anche di Walter Zalukar, Furio Honsell e dei cittadini, è andato a finire che gli ospedali hanno perso ancora e si trovano nel caos; e persino i consultori a Trieste vengono tranciati, ma lo chiamano accorpamento tanto le parole si lasciano scrivere. Poi hanno tagliato le guardie mediche ed infine i medici di base. Non c’è che dire: questo assessore alla sanità e salute, con il dg Asufc da lui nominato, ha fatto bingo!!!

________________________

Per quanto riguarda le guardie mediche, si nota come in tutta la Carnia i medici di base non lavorino dal venerdì a mezzogiorno, per lo più, o sera, al lunedì, in alcuni casi al pomeriggio, e si vorrebbe sapere chi copre il servizio se si risica anche sulle guardie mediche. E poi come si fa a non credere a chi, dati alla mano, dice che la montagna è in vetta alla classifica regionale per anni di vita persi (http://www.nonsolocarnia.info/pier-paolo-pillinini-direttore-del-pronto-soccorso-e-medicina-durgenza-di-tolmezzo-sanita-e-pronto-soccorso-in-montagna-il-presente-e-le-prospettive/), che significa che si muore più giovani, rispetto alle città ed ad altri territori regionali?

________________________

Una soluzione che non risolve niente. Gli ambulatori di vallata tanto amati da Asufc.

Come il solito in sanità si aspetta l’ultimo momento, applicando il principio “finché la barca va lasciala andare” per poi arrabattarsi ad inventarsi pseudo soluzioni che non risolvono nulla ma anzi peggiorano. E poi via, tutti in ferie a ferragosto, e tanti saluti a quelli che hanno le gatte da pelare. Così a qualche fulgido dg o funzionario è venuto in mente di inventarsi, all’ultimo momento, quando i buoi erano già scappati dalla stalla, gli ambulatori di vallata che, come il solito, il Messaggero Veneto ha presentato come una idea radiosa. In realtà gli ambulatori di vallata non esistono ma esistono 2 medici di base in pensione, il dott. Pontelli ed il dott. Bruno, che coprono Cavazzo Carnico, Verzegnis, Paluzza e Paularo ed ora la dott. ssa Chiara Rocco, forse pensionata, forse part – time al P. S. Tolmezzo o che ne so, (e non credo propio si tratti di omonima) che però non mai ha fatto il MMG, che coprirà per 2 ore alla settimana Sauris; solo su appuntamento preventivo per un paio di ore per 3 giorni Tolmezzo; 2 giorni per 2 ore Ovaro, anche in questo caso su appuntamento. (https://www.studionord.news/distretto-della-carnia-nuove-aperture-per-gli-ambulatori-di-vallata/).

Il sistema di visitare per appuntamento ha già mostrato i suoi limiti, perchè prevede solo di intervenire sul malato cronico per inviare a specialista o per far fare ulteriori accertamenti ma non di gestire le urgenze non gravi diagnosticando. E meno casi da diagnosticare un medico vede, meno è capace di farlo, a mio avviso. E per inciso, nessuno dice come prendere l’appuntamento. Inoltre ci sarà una presenza infermieristica per qualche altra ora, creando ulteriori problemi. Insomma l’unica soluzione che ha trovato Asufc, quando il problema della carenza di medici anche di base è nota dal 2016 (Cfr. https://www.anaao.it/public/aaa_9717107_programmazione_2016_versione_finale.pdf e “Verso una sanità senza medici o meglio con pochissimi? Chiediamocelo. Alcuni dati da Anaao Assomed ed alcune considerazioni personali, in: www.nonsolocarnia.info) ma a mio avviso già dal 2010, è questa, che non è una soluzione e si presenta come un taglio ed un declassamento della medicina di base territoriale tutta.

Secondo me è questa idea dei medici pensionati e tappabuchi, che si spostano qui e là senza di fatto prendersi in carico i pazienti, che risultano pertanto senza medico di base sul tesserino, un escamotage pessimo. E una soluzione non soluzione di questo tipo verrà anche per Sauris, con un pomposo ‘ambulatorio di vallata’ che altro non è che l’ambulatorio di Sauris di Sotto, ove una dottoressa (Rocco Chiara che ritengo sia il medico di Pronto Soccorso che vive a Cavazzo Carnico) presterà servizio per 2 ore a settimana il martedì mattina, senza più medico nelle frazioni, senza più continuità assistenziale, senza presa in carico di alcuno.

Ora questa a me pare quasi una presa in giro e, pur certamente approvando la disponibilità dei tre medici a fare i tappabuchi per salvare l’azienda e forse qualche paziente, e comprendendo che i sindaci poco possono fare, pur tuttavia reputo abominevole, e mi si scusi il termine, che, essendo presente il problema della possibile futura carenza di MMG dal 2016 come minimo, Riccardo Riccardi dal 2018 assessore alla sanità e salute non abbia mai preso in considerazione il problema, optando per lasciare andare la sanità alla deriva e sposando così di fatto lo svuotamento della montagna, perché senza medici full time nei comuni e quindi senza sanità non si vive e vivrà. E questo mentre, d’altro canto, per i turisti si spendono cifre assurde per elisoccorsi per andarli a salvare, con un articolo sulla stampa o on-line ogni salvataggio. E poi la politica della maggioranza riesce anche a trovare una scusa per tutto questo, e la chiama privatizzazione, ma io la chiamerei abbandono dei pazienti a se stessi.  

________________________

Infine, alla Fontanini, si pongono per ben più ore del medico, almeno a Sauris, infermieri, peraltro introvabili, per portare subdolamente il paziente, in particolare anziano, ad abituarsi a vivere l’infermiere come un medico, quando ricordo che l’infermiere non può prescrivere farmaci ed accertamenti, fare diagnosi, modificare terapie, seguire cure e via dicendo. Ma così anche l’infermiere può tendere a sentirsi e comportarsi come un medico, il che è gravissimo per ambedue le parti.

Ed il rischio è quello che l’infermiere vada ad esercitare abusivamente la professione medica o lo faccia coperto poi dai medici, come facevano un tempo negli studi dentistici, con la loro firma, per prescrizioni per patologie cui non sanno nulla e per pazienti ben poco visti se non dall’ infermiere. Inoltre a Sauris non è sempre aperta la farmacia della dott. Siega, dove far giungere le ricette, chiusa ogni pomeriggio. E senza un medico di base presente, può darsi che anche la farmacia riduca ulteriormente i suoi orari di apertura.

Ora io se fossi la dott. Silvia Mentil, stimata professionista di area amministrativa se non erro, attualmente incaricata, dal 1° maggio 2023, di ricoprire il ruolo di Direttore del Distretto e della SOC Cure Primarie della Carnia fino al 30 aprile 2028, cercherei di farmi ricevere da Denis Caporale e di sottolineare la reale difficoltà della zona perché siamo davvero al nulla sanitario o poco meno. Ed investirei del problema la Comunità di montagna della Carnia. Ed è inutile che l’ordine dei medici dica che i pazienti non sono lasciati soli, perché se si può apprezzare la vicinanza emotiva, essa non risolve i problemi pratici di chi vive in montagna e non la pratica per hobby. Inoltre ormai la politica regionale ha in mano saldamente la sanità, almeno in FVG, ed i risultati si vedono.

Infine lo Stato dovrebbe pure analizzare il perché ci sia una fuga di medici italiani all’estero, come evidenziato in https://www.anaao.it/public/aaa_9717107_programmazione_2016_versione_finale.pdfOra la formazione di ogni medico costa allo Stato italiano 150.000 euro, al 2016. «In termini economici, è come se regalassimo mille Ferrari all’anno agli altri paesi europei ed extra europei. Ovviamente il danno non è solo economico. – precisa Anaao Assomed. – Noi perdiamo talenti, intelligenze, saperi professionali, sottratti per incuria alla sostenibilità qualitativa del nostro SSN e più in generale allo sviluppo scientifico e culturale del nostro Paese». (Ivi).

Ma la politica al potere lascia andare tutto così, ora interessandosi in primo luogo ai vitalizi per sé e famiglia ed alla riforma della giustizia con l’ottica di ‘Cicero pro domo sua’, mentre a livello regionale ci si occupa di apparire, di spendere per cementificare il Lussari e creare stradoni inutili sotto le rocce, come la Sostasio – Sappada, ipotizzare nuovi scempi ambientali come la acciaieria a San Giorgio di Nogaro, fare nuove piste da sci quando non nevica, e dare non proprio di fioretto a chi osa esercitare il diritto di critica in aula e non solo. (Vedi caso Peratoner – De Monte). Almeno io la vedo così e se erro correggetemi.

L’angoscia della popolazione saurana e non solo.

Ho incominciato a prendere in considerazione questo problema quando una signora, non certo giovanissima, è rimasta senza medico di base a Tolmezzo e le è stato risposto che doveva andare negli ambulatori di vallata, (sempre i due retti da pensionati, attivi per Cavazzo Carnico, Verzegnis, Paluzza e Villa Santina, senza però presa in carico da alcun MMG). Ora la signora in questione non guida più e tutti vorremmo sapere come farà e sta già facendo.

Poi, dopo che qualcuno mi aveva avvertito che Sauris avrebbe perso il medico di base, il che non è uno scherzo, ho deciso di partecipare all’ incontro dell’11 agosto 2023, richiesto a Co. S. Mo, Comitato per la salute della montagna, presieduto da Ira Conti ed operativo all’interno del Coordinamento Salute Fvg presieduto da Michele Negro. Nel corso dell’incontro, sindaco e assessora hanno descritto la soluzione, proposta da Asufc, come alternativa a restare senza nulla a causa di Asufc che non programma: la dott. ssa Rocco, per 2 ore a settimana a Sauris di Sotto e poi un infermiere per 4 ore su due giorni.

________________________

«Oddio cosa faccio ora? – si chiedeva una saurana – Prima chiamavo la Chiara (De Prato uscente, n.d.r.) … ma ora»? «Inoltre sarà importante che venga stilato un Prontuario sul modus operandi per il cittadino, perché se uno sta male durante un giorno qualsiasi in cui il medico non c’è, e non è una cosa gravissima, cosa deve fare? Chiamare la guardia medica di Ampezzo (quando c’è se c’è n.d.r.), chiamare un medico, ma quale? Chiamare Tolmezzo, ma chi? La gente di Sauris deve sapere come comportarsi». «Prima chiamavo la Chiara e dicevo: “Scusami Chiara, ho un dolore qua … Ma ora… La popolazione deve sapere cosa fare». Inoltre l’ambulanza di Ampezzo fa servizio solo fino alle 20, e dalle 20 alle 8 devi aspettare l’ambulanza di Tolmezzo (Da: registrazione di Laura Matelda Puppini dell’”incontro aperto sul Sistema sanitario” dell’11 agosto 2023 a Sauris).

E così Michele Negro: «Questa non è una soluzione definitiva, è una soluzione di emergenza che può durare un po’, ma bisogna lavorare perché un medico di MMG garantisca qui il suo servizio in modo costante ed a tempo pieno». (ivi). In fin dei conti, ha continuato, la Val di Resia è riuscita, grazie alla sua sindaca, ad avere un MMG fisso, essendo andato in pensione quello che già prestava servizio.

Qualcuno ha pure sottolineato come il problema non sia quello dell’immediatezza ma la situazione come si prospetta in futuro, perché pare che poi, per ritornare al pregresso ci vorranno anni.
Un signore di Sauris ha detto che «si deve intervenire sulla deficienza del sistema sanitario ora, dopo che anche l’ospedale di Tolmezzo ha perso molte specialità e, magari, ti mandano da Sauris a Palmanova per una visita o ti mandano a Tarvisio, e ogni volta ti trovi davanti una persona diversa, e quindi non hai una continuità nel far seguire il tuo male, che ha bisogno, invece, di una persona che sappia esattamente quello che hai e che non valuti di volta in volta». E questo è davvero un problema.

________________________

Un’altra signora ha detto che pare si sia creata una forte disparità regionale fra quanto si trova a Trieste e quanto è presente in Friuli. A Trieste le operazioni ortopediche di protesi al ginocchio sono seguite da una fase di fisioterapia e riabilitazione alla casa di cura ‘Pineta del Carso’ che offre un servizio ottimo, ma ora Asugi pare non voglia più pagare le spese per la riabilitazione in detto centro per chi non fa parte della sua Azienda Sanitaria, comportando pertanto, per gli altri, migliaia di euro di spesa. Peccato che Asufc non abbia alcun centro del genere in tutto il suo territorio, ma potrebbe però intervenire sulla spesa. Questo per dire che Asufc è deficitaria su più di un aspetto.

Per quanto riguarda i centri di riabilitazione in Regione, Michele Negro ha aggiunto, cogliendo lo spunto da questa riflessione, che in Asufc manca anche, ora come ora, la riabilitazione cardiologica con ricovero, e pertanto un soggetto infartuato o con by pass deve farsi portare su e giù da un parente, se ne ha uno che lo possa fare, ed in alternativa c’è solo il Veneto.

Ira Conti ha detto che pensa che si debba intervenire sostenendo e spronando il sindaco a continuare a essere parte attiva per la soluzione del problema in modo definitivo, a chiedere, ma questo può avvenire solo se l’amministrazione comunale sente di avere una comunità compatta che la sostiene.

Honsell ha parlato, invece, di apparente carenza di medici, senza aver cercato magari di pagare di più chi viene a prestare il suo servizio in montagna, e di un ricco bilancio regionale che permetterebbe di investire ulteriormente in sanità programmando e non aspettando che le criticità piombino addosso ai cittadini. Il denaro c’è, la Regione può intervenire, e quindi si può pretendere.

Michele Negro ha precisato pure come la politica debba venir sollecitata, con una raccolta di firme ed in un modo o nell’altro, utilizzando tutti i metodi democratici a disposizione, mentre secondo me, Laura Matelda Puppini, è compito di tutti i sindaci della Carnia, riuniti come Comunità di Montagna, prender posizione sulla disastrosa situazione della Carnia a livello sanitario e chiedere, domandare. Inoltre a mio avviso la costruzione di una piazzola per elisoccorso notturno a Sauris non risponde in alcun modo alle esigenze reali della popolazione che ha perso un elemento preziosissimo come il MMG a tempo pieno, e ci sono noti problemi per far atterrare l’elicottero all’ospedale di Udine, da dove parte, ma anche a Tolmezzo. Non solo: un volo dell’elicottero costa talmente che, con 20 voli ma anche meno, si copre tranquillamente la spesa per una Mmg stanziale, a cui il comune dona pure appartamento gratis e pagamento bollette.

Infine ho sottolineato come si debba tener conto dei limiti della comunicazione solo on-line in sanità in particolare per gli anziani, per limiti personali di uso di cellulari (che possono esser scarichi) e computers, di copertura di rete, dal fatto che in montagna ci possono essere giorni di black out. E un oggetto, cioè una piazzola, non sostituisce un essere umano che fa il medico.

Negro ha parlato pure del possibile ambulatorio di vallata che si vorrebbe creare ad Ampezzo, ma io penso che senza medici di base od accentrando il servizio in poche mani, non si risolve nulla e senza mezzi di trasporto pure. E poi, secondo me, non ci sarà MMG che vorrà fare le notti e quindi sarà peggio con peggio. Infine io da anni parlo di taxi paesani convenzionati con il ssn o ssr che dir si voglia, visti in Normandia o Bretagna, ma noi siamo sempre speciali e, se una idea è positiva, non la prendiamo neppure in considerazione. A questo punto, ritengo che la Comunità Montana unita debba muoversi davvero con i sindaci uniti per cercare di risolvere il problema, facendo sentire forte la sua voce.

Infine io ritengo che «Se la montagna vuole vivere, se la montagna vuole avere turismo, se la montagna vuole mantenere la sua popolazione ed il suo territorio, deve avere la sanità. Non è possibile che ci dicano: “Vivete senza (di fatto) sanità, e poi “viodarin, fasanin …. ». Senza voler offendere alcuno questo ho scritto e firmo. E se erro correggetemi.

Laura Matelda Puppini