La sensibilità poetica e l’amore per gli animali: intervista a Linda Lercari

Linda Lercari

Linda Lercari è una poetessa, scrittrice e curatrice di opere letterarie che sta attraversando un percorso letterario ricco di premi e riconoscimenti. Ricordiamo il suo romanzo “Kaijin- L’ombra di cenere” e le raccolte poetiche “Il vecchio e il nuovo: cinismo, scetticismo e veganesimo”, “Poesie d’osservazione” e “Poesie crudeli”. Sul suo sito www.lindalercari.it è presente l’elenco completo delle sue opere e si possono leggere alcuni dei suoi componimenti.
La sensibilità di Linda si rivolge anche verso gli animali, che ama molto e ai quali, con umanità e senso civico, dedica anche poesie. Si legge nella sua poesia “La verità” contenuta nella raccolta “Poesie crudeli”:
“Per la carne nei macelli
si massacrano i vitelli.
Strazio, grida, convulsioni
ma i brasati sono buoni”
In questa strofa, ad esempio, la poetessa esprime i propri pensieri in forma poetica sensibilizzando il lettore su un tema che è anche di tremenda attualità: le orrende sofferenze patite dagli innocenti animali.
Troppo spesso infatti si sentono storie di maltrattamenti e abusi di ogni genere perpetrati su di loro; sensibilizzare è importante e Linda lo fa scegliendo uno dei mezzi più elevati che l’essere umano ha a disposizione: la poesia.
Linda ha accettato di farsi intervistare e di svelarci qualche informazione su di lei e sulla concezione che ha degli animali.
Buon giorno e grazie per essere qui con noi oggi. Possiamo cominciare parlando della tua concezione di poesia e di cosa vorresti trasmettere al pubblico?
Certamente e grazie a tutti voi lettori per il vostro tempo e per la vostra attenzione. Un ringraziamento alla redazione di FriuliSera e grazie di cuore a te, Anna.
Per me la poesia è un’arte completa e complessa. Sì, certo, come dicono in tanti “nasce dal cuore”, ma per esprimerla al meglio è necessario studiarla a fondo, approfondirne le tecniche e leggere molti bravi poeti in modo da raffinare la propria tecnica per meglio portare agli altri i messaggi che vogliamo trasmettere. La poesia è come un’onda imbizzarrita che va domata in modo che possa fluire nelle anime di tutti.
Puoi dirci come nasce il tuo amore per la poesia e chi sono i tuoi poeti preferiti?
Ho sempre amato molto leggere, i libri sono stati spesso i miei compagni di gioco. La poesia è arrivata in tempi più maturi, quando ho compreso che alcuni concetti possono essere resi solo con quell’arpa fatata e difficilissima da suonare che è la poesia.
I miei poeti preferiti sono sicuramente Pascoli e D’Annunzio. Adoro il loro modo di rendere le immagini, i suoni, le voci…La natura con loro vibra di corde nuove, spesso oscure e tormentate, producendo note che ridestano, che scuotono.
Come componi le tue poesie?
Nel tempo ho maturato diverse tecniche. Non mi dispiacciono i sonetti e le terzine, ma tendo soprattutto a intrecciare le rime all’interno del verso e ho ideato un modo del tutto personale che ho chiamato “Poesie d’osservazione”. Questo stile consiste nell’utilizzare la stessa tecnica degli sketch book per i pittori: buttare abbastanza velocemente su un foglio le prime impressioni di qualcosa che vedo con i miei occhi. Si tratta cioè di una prima “bozza” veloce nella quale descrivo le sensazioni che provo osservando un certo evento e poi su questa falsariga rielaboro il tutto.
Perché è importante dedicare delle poesie agli animali, soprattutto a quelli sofferenti nei macelli?
Credo fermamente che gli animali abbiano lo stesso diritto di vivere una vita piena e dignitosa al pari di qualsiasi altro essere vivente. Ci siamo arrogati la possibilità di sfruttarli senza tener conto del fatto che essi sono sulla Terra da più tempo di noi e solo perché non si sono evoluti a par nostro, questo non significa che si debbano uccidere o torturare impunemente.
Mi si potrà tacciare di “tradire” la mia stessa specie, ma, soprattutto al giorno d’oggi, c’è la possibilità di scegliere in modo equo e onesto sia l’alimentazione che il vestiario. Sicuramente procurare dolore e sofferenza non fa di noi degli esseri superiori, tutt’altro. Se con la mia poesia riesco a scuotere un po’ certe gabbie sino a forzare almeno una parte delle sbarre posso ritenermi già molto soddisfatta. Se potessi distruggerle tutte con i miei versi sarei davvero entusiasta.
Vuoi dedicare un saluto particolare agli amici di FriuliSera?
A tutti voi e a te carissima Anna il mio sincero augurio affinché possiate sempre guardare il mondo con gli occhi curiosi e attenti di chi non si lascia obnubilare da miti elettronici o da simulacri digitali e il mio invito caloroso a sfogliare le pagine di…sì…esatto! Di quel libro che avete visto in negozio e non avete avuto il tempo di comprare. Tornate indietro e compratelo, siete sempre in tempo! E non dimenticate di rinnovare la tessera della biblioteca.

di Anna Maria Grattarola