L’acqua da bere non dovrebbe essere incolore ed inodore ?? Nota dall’Osservatorio Civico contro le illegalità del FVG

Recentemente, si legge in una nota dell’Osservatorio Civico contro le illegalità del FVG, sono apparse sulla stampa locale diverse segnalazioni e lamentele da parte di utenti sulla qualità dell’acqua erogata in alcune zone della rete  idrica della città di Udine e di Pradamano, attualmente gestita da CAFC ed in precedenza da AMGA. Altrettante segnalazioni ha ricevuto  l’Osservatorio Civico contro le illegalità del FVG, segnalazioni verbali di numerosi episodi spiacevoli dello stesso tipo da parte di diversi soggetti ed associazioni di cittadini. Alle varie lamentele ha fatto riscontro una dogmatica ma generica e superficiale risposta dell’ente gestore, che ha dichiarato che il fenomeno riscontrato non ha alcun effetto sulla potabilità dell’acqua e che sarà di breve durata. Sorgono a questo punto alcune considerazioni ed alcune domande per le quali si aspettano risposte convincenti ed esaurienti comprensibili anche all’utente comune; le  lamentele relative a questo fastidioso fenomeno che dura da qualche settimana, appaiono provenienti da utenti collegati alla rete idrica di una parte della città di Udine e in alcuni comuni a sud, mentre in altri comuni limitrofi, sempre gestiti da CAFC, il fenomeno non appare  rilevato. Risulta che reti idriche di quasi tutti i comuni gestiti da CAFC – esclusa la Carnia già in gestione a Carnia Acque – il trattamento di disinfezione dell’acqua  venga effettuato con utilizzo del biossido o diossido di cloro, sostanza di più elevato potere ossidante rispetto ad altri metodi di trattamento.
Viene da pensare che la rete idrica della città di Udine sia quindi assoggettata ad un livello di disinfezione superiore rispetto ad altre località gestite dalla stessa azienda; se tale ipotesi fosse vera, e ciò potrebbe essere riscontrato dal sistema di automazione e di monitoraggio dell’azienda, sorge il dubbio o che l’acqua immessa in rete richieda un più spinto trattamento preventivo ( e allora fino a ieri cosa abbiamo bevuto ??) per le sue non eccellenti caratteristiche organolettiche, o che la rete del sistema cittadino piuttosto vetusta e caratterizzata da tubazioni con rivestimenti interni di varia natura, debba essere preventivamente protetta da eventuali fenomeni inquinanti.
Considerato anche il recente utilizzo del biossido di cloro per la disinfezione della rete cittadina, sarebbe interessante conoscerne gli effetti sulle tubazioni esistenti.
Questo prodotto, non immagazzinabile e quindi necessariamente prodotto in loco con particolari e complesse apparecchiature, può dare luogo sia in fase di produzione che in fase di contatto con le tubazioni della rete, a sottoprodotti che possono essere dannosi alla salute umana (altro che aprire la finestra per far svanire l’odore del cloro !! )
C’è anche da chiedersi se le concentrazioni di disinfettante immesse in origine nell’acqua, siano conformi alle norme vigenti o ai consigli degli organi competenti, o siano volutamente maggiorate per accelerare i tempi di “ripulitura” della rete, evitando gli opportuni lavaggi.
Il fatto che aprendo il rubinetto-meglio se di acqua calda- si venga raggiunti da una zaffata di prodotti gassosi sgradevoli e fastidiosi, potrebbe significare che il dosaggio originale sia elevato e superiore alla richiesta del sistema-acqua e tubazioni e che quindi la parte non utilizzata del disinfettante venga dispersa attraverso i rubinetti dell’utente, ma peggio sarebbe se quei prodotti fossero dannosi sottoprodotti della disinfezione.
Pertanto sarebbe utile una risposta esauriente e convincente ai dubbi sopra esposti evidenziando con dati oggettivi la non pericolosità della situazione.
L’Osservatorio Civico chiede con fermezza che qualche ente Superiore (ARPA FVG) preposto a tali controlli – che non sia il il laboratorio di analisi controllato dal gestore !!- verifichi le ragioni e le cause di questa pesante situazione oltrechè la bontà dell’acqua erogata, eliminando ogni dubbio sulla innocuità dei fastidiosi odori che si riscontrano quando si apre un rubinetto.
Come ci si può accontentare, conclude l’Osservatorio,  di una generica e dogmatica dichiarazione di un gestore che, da una parte tranquillizza gli utenti elogiando la qualità dell’acqua fornita e dall’altra indica di non consumarla direttamente ma di farla bollire per 15 minuti (con le finestre aperte) e dopo attendere un congruo tempo di decantazione ??