L’Associazione Assieme per il Tagliamento presenta13.760 firme in difesa del “Re dei Fiumi Alpini,”
Questo il testo della nota di accompagnamento alle firme che questa mattina l’Associazione Assieme per il Tagliamento ha presentato al Presidente del consiglio Regionale Fvg Mauro Bordin e ai Consiglieri Regionali:
“Oggi siamo qui non solo come rappresentanti di un’associazione, ma come portavoce di migliaia di cittadini che condividono una preoccupazione comune: la difesa del nostro fiume Tagliamento. Questo fiume non è solo un corso d’acqua, ma il “Re dei Fiumi Alpini,” un simbolo di bellezza e integrità naturale unico in Europa.
Consegniamo oggi nelle vostre mani 13.760 firme. Non sono solo numeri, ma la voce di persone che credono nella possibilità di un futuro diverso, in cui ambiente e sicurezza possano convivere senza sacrificare l’uno per l’altra.
Questa petizione è stata promossa dall’Associazione “Assieme per il Tagliamento”. Da oltre vent’anni lavoriamo per la tutela di questo patrimonio naturale, e ancora una volta ci siamo mobilitati per informare le comunità locali. Questo compito sarebbe spettato alla Regione, che avrebbe dovuto garantire una comunicazione chiara e trasparente su progetti di tale portata, ma che ha mancato di farlo. Abbiamo quindi assunto noi questa responsabilità, mossi dalla convinzione che i cittadini meritino di essere ascoltati e coinvolti nelle scelte che riguardano il loro territorio.
Parallelamente, abbiamo lavorato con il nostro team di ingegneri ambientali, idraulici e geologi per elaborare un progetto, in linea con la Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030, che include esplicitamente la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua. Questa normativa mira a ripristinare la connettività naturale dei fiumi, delle loro zone rivierasche e delle pianure alluvionali, anche attraverso l’eliminazione di barriere artificiali. Il nostro progetto rispetta questi obiettivi europei e punta a garantire al contempo la sicurezza idraulica delle comunità a valle, offrendo soluzioni sostenibili e rispettose dell’ambiente.
La petizione che oggi consegniamo recita così:
I sottoscritti cittadini, richiamate le vigenti normative nazionali e comunitarie ed in particolare quelle ambientali, si oppongono a ogni manomissione del fiume, dell’alveo, del subalveo e delle aree golenali del fiume Tagliamento. Nello specifico, esprimono contrarietà alla realizzazione di traverse, nuove casse di espansione, nonché alle opere irritualmente approvate con delibera di Giunta Regionale 11/04/2024 n. 530, che modificano il naturale deflusso delle acque, deturpano il paesaggio e le qualità biologiche dei luoghi (tra cui la zona protetta speciale “Greto del Tagliamento”, individuata con delibera di giunta del 26 gennaio 2024 n. 109), in sfregio delle norme e dei vincoli nazionali e comunitari. Si preferisce, per la messa in sicurezza delle popolazioni locali, l’immediata realizzazione di ogni utile presidio alle sponde del fiume e la manutenzione partecipata del suo alveo. Il tutto secondo la strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 che punta a ripristinare la connettività naturale dei fiumi, delle loro zone rivierasche e delle loro pianure alluvionali, anche attraverso l’eliminazione delle barriere artificiali, come stabilito nella seduta del 27 febbraio 2024 dal Parlamento Europeo.
Durante la raccolta firme, abbiamo incontrato cittadini da tutta la Regione. Ognuno ha portato una prospettiva diversa, ma tutte unite dalla stessa preoccupazione per il futuro del Tagliamento:
In Carnia, le comunità ci hanno raccontato del dolore ancora vivo dell’alluvione del 1966, che non ha colpito solo Latisana ma anche la loro terra, causando numerose vittime: sette solo a Forni Avoltri e 3 nei paesi limitrofi dell’Alto Friuli. Questo ricordo, unito ai tagli ai servizi essenziali come sanità e trasporti, ha lasciato un segno profondo. Ci hanno chiesto: “Perché destinare fondi a opere inutili, quando il nostro territorio continua a essere lasciato a se stesso?” Vogliono interventi concreti, come la manutenzione del territorio e la prevenzione, non progetti faraonici che sembrano ignorare le loro reali necessità.
Nel medio corso, la preoccupazione più grande riguarda il progetto di una diga o traversa laminante, come la si voglia chiamare. Questa struttura, di dimensioni imponenti, non solo rischia di deturpare irrimediabilmente uno dei paesaggi fluviali più belli e intatti della Regione, ma genera timori concreti tra gli abitanti dei territori coinvolti. Le informazioni fornite negli allegati della delibera regionale evidenziano la complessità e la mole dell’intervento, aumentando le paure legate ai potenziali pericoli di un’opera così massiccia. Gli abitanti si chiedono: “Perché sacrificare un patrimonio unico per un intervento che, oltre a devastare l’ambiente, potrebbe rappresentare un rischio per chi vive in queste zone, in caso di guasti o eventi estremi?”
Nel medio-basso corso, dove sono previste tre casse di espansione e una laminazione legata al ponte di Madrisio nei comuni di Varmo e Rivignano-Teor, i cittadini sono profondamente preoccupati per il grave impatto che queste opere avranno sulle aree adiacenti ai paesi. Ritengono che queste strutture comprometteranno il paesaggio e aggraveranno la fragilità del territorio circostante, mettendo a rischio la qualità della vita e la sicurezza delle comunità locali.
Nel basso corso, purtroppo le autorità competenti hanno permesso, nel tempo, la costruzione di edifici vicino al fiume, riducendolo di fatto a un canale. Questo tipo di gestione non solo ha stravolto l’habitat naturale del Tagliamento, ma ha anche aggravato i rischi idraulici per chi vive nelle vicinanze. L’auspicio è che simili errori non si ripetano mai più, e che ogni futura scelta sia orientata alla massima sicurezza idraulica e al rispetto dell’habitat fluviale.
Dall’Isontino a Trieste, emerge una forte richiesta di trasparenza: “Perché queste decisioni non sono state discusse pubblicamente? Perché le comunità locali, e non solo, non sono state coinvolte?” Molti dubitano anche dell’efficacia delle soluzioni proposte, ritenendole inadatte al contesto.
Non ci opponiamo alla necessità di proteggere le comunità a valle, ma chiediamo che ciò venga fatto con soluzioni sostenibili, efficaci e rispettose dell’ambiente.
Oggi chiediamo due azioni concrete:
1. Il ritiro immediato delle delibere n. 530 dell’11 aprile 2024 e della successiva delibera di generalità del 17 luglio 2024. La delibera n. 530 ha dato il via a progetti di grande impatto, tra cui una diga o traversa laminante e casse di espansione fuori alveo. Questi interventi, estremamente invasivi, sono stati successivamente affiancati dalla delibera di generalità n.1076 del 17 luglio 2024, che indica una soluzione diversa; un ponte-diga in prossimità del ponte centenario tra Dignano e Spilimbergo. Questa seconda delibera, oltre a confondere le acque sovrapponendo progetti che distruggerebbero l’ambiente, mette seriamente a rischio il ponte secolare. Questo ponte, riconosciuto come bene tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali con decreto n. 45 del 21 aprile 2023, rappresenta un patrimonio storico, culturale e identitario delle comunità locali. Distruggerlo significherebbe cancellare un pezzo della nostra storia.
2. La convocazione di un incontro con la Commissione Ambiente, per discutere di questa petizione e per poter illustrare le proposte alternative e avviare un vero dialogo con i cittadini.
Il Tagliamento non è solo un fiume: è parte della nostra storia, della nostra identità e del nostro futuro. Proteggerlo significa proteggere noi stessi e ciò che lasceremo alle prossime generazioni.
Vi invitiamo a unirvi a noi, firmando la petizione e sostenendo questa causa. Grazie per l’attenzione. Ora cedo la parola all’ing. Aldevis Tibaldi e alla signora Caterina Tomasullo, nota come Catine, una sostenitrice instancabile della nostra battaglia”.