L’attacco iraniano a Israele si è esaurito nella notte, abbattuti il 99% di droni e missili. Ma per la propaganda degli Āyatollāh è stato un successo

E’ stata una notte lunghissima quella appena trascorsa per Israele, ma alla fine l’attacco massiccio con droni e missili provenienti dalla Repubblica islamica dell’Iran è stato neutralizzato grazie al sistema di difesa di Tel Aviv con un aiuto determinante delle forze Usa, ma anche di velivoli della Gran Bretagna e forse francesi. L’attacco iniziato alle 21,45 di sabato sera è stato annunciato da Teheran, fattore che fa protendere più verso logiche propagandistiche che militari. L’Iran secondo fonti Usa ha lanciato 185 droni, 36 missili da crociera e 110 missili terra-terra contro Israele. I lanci sono avvenuti anche dallo Yemen e dal Libano dove operano rispettivamente i gruppi armati Houti e i miliziani di Hezbollah alleati del regime di Teheran. Al momento non si registrano vittime, ad eccezione del ferimento di  una bambinai origine beduina di 7 anni nel sud d’Israele colpita da schegge.  Efficace  la risposta delle forze armata israeliane che hanno intercettato, assieme agli alleati occidentali,  il 99% di droni e missili dimostrando una supremazia tecnologica senza precedenti. Alle operazioni meramente difensive come accennato, hanno partecipato anche forze armate statunitensi, francesi e britanniche. In particolare la marina a stelle e strisce ha intercettato 70 droni e tre missili cruise- in gran parte grazie gli aerei decollati dalla portaerei Eisenhower che opera nel mar Rosso – mentre altri droni sono stati abbattuti dai jet dell’aviazione.  L’attacco iraniano è scattato verso le ore 22 di sabato sera con tre ondate di droni e missili ma vista la distanza fra le basi di partenza e gli obiettivi hanno consentito alle forze israeliane e alla popolazione di prepararsi, tanto che le sirene d’allarme hanno suonato verso l’1 e 30 minuti (ora italiana). Poi è iniziata la battaglia aerea tra i droni (sostanzialmente piccoli aeroplani, lenti e senza piloti) iraniani e il sistema antimissilistico israeliano che oltre all’ormai celebre Iron Dome avrebbe utilizzato due sistemi sperimentali molto più sofisticati, mentre i jet hanno intercettato droni e missili prima che giungesero sui cieli israeliani. I droni sono facilmente individuabili perchè emettono grandi quantità di calore rendendoli facilmente intercettabili, per questo Teheran ne ha lanciato una grane quantità sperando attraverso la “saturazione” della difesa che alcuni riuscissero a passare, ma non è stato così  e i droni sono stati colpiti tutti.

Dopo l’attacco il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno avuto una conversazione telefonica nel corso della quale Biden ha affermato che quella di questa notte è stata una vittoria israeliana. Il ministro della Difesa americano Lloyd Austin ha dichiarato che gli Stati Uniti “non cercano un conflitto con l’Iran, ma non esiteremo ad agire per proteggere le nostre forze e sostenere la difesa di Israele”. Di diversa opinione, ovviamente le fonti iraniani secondo cui il loro attacco è stato un successo con la “distruzione” di due basi aeree di Israele. In realtà le due basi sono state colpite ma con danni lievi che non ne hanno pregiudicato l’operatività e soprattutto nessun ferito. Il presidente Usa Biden ha convocato per le prossime ore una riunione del G7 per discutere dell’attacco dell’Iran e della crisi mediorientale mentre per le 22 (ore italiane) di oggi è stato convocato il consiglio di sicurezza dell’Onu. Anche se la “fiammata” sembra essersi esalurita c’è grande preoccupazione a livello globale perché, come è noto,  l’Iran ha nella Cina e nella Russia i suoi principali alleati. Il vice rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky ha dichiarato alle agenzie di stampa che “il conflitto tra Iran e Israele potrebbe portate a una nuova acuta crisi in Medio Oriente. Tutto dipende dai prossimi passi delle parti coinvolte o dalla loro scelta di non compierne”. Il ministero degli Esteri di Pechino ha fatto sapere che la Cina è preoccupata da una possibile escalation e chiede alle parti di “rimanere calme ed esercitare moderazione”. Il riferimento è alle possibili azioni ritorsive di Israele che però, secondo fonti di intelligence, avrebbe già deciso di coordinarsi  con gli alleati occidentali per evitare di innestare una alternanza di ritorsioni incrociate che potrebbero diventare incontrollate.