Università friulana: progetto che esplorerà i più antichi libri a stampa custoditi nelle principali biblioteche del territorio

Studiare e riscoprire gli incunaboli – i più antichi libri a stampa, realizzati entro il 1501 – oggi custoditi dalle biblioteche del Friuli. È l’obiettivo di un progetto di ricerca dell’Università di Udine condotto da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale. La ricerca “Incunaboli in Friuli” si concentrerà in primo luogo sui circa 400 esemplari conservati a Udine e distribuiti tra le collezioni civiche, ecclesiastiche e universitarie. Tra questi, una cinquantina di nuovi volumi appartenenti alla Biblioteca Florio dell’Ateneo friulano e al fondo Enzo Bottasso (ancora mai catalogato), e nuovi esemplari rinvenuti presso le biblioteche ecclesiastiche.

Il progetto sarà presentato, per la prima volta, al convegno “Incunaboli in Friuli fra tradizione e innovazione” che si terrà il 15 (dalle 14.30) e 16 (dalle 9) aprile nella Sala Florio di Palazzo Florio (via Palladio 8, Udine).

Il progetto e il catalogo – La catalogazione degli incunaboli sarà condotta attraverso un modello descrittivo dettagliato e aggiornato allo stato dell’arte degli studi. Particolare attenzione sarà posta alle caratteristiche materiali degli esemplari esaminati e alle relative implicazioni bibliologiche. Obiettivo primario del progetto è innanzitutto la pubblicazione di un catalogo delle collezioni udinesi, in cui le schede dei volumi saranno accompagnate da una storia delle collezioni in cui sono ospitati. Parallelamente, i dati raccolti confluiranno nel “Material Evidence in Incunabula” (MEI), la base-dati internazionale e collaborativa dedicata alla descrizione degli esemplari quattrocenteschi e delle loro caratteristiche individuali. Qui si trovano già i dati relativi alla Biblioteca civica “Vincenzo Joppi” di Udine e alla Biblioteca Guarneriana di San Daniele, insieme a una parte delle collezioni universitarie. Grazie al progetto le schede già esistenti saranno aggiornate e implementate e ne saranno aggiunte di nuove per gli esemplari ancora non censiti.

La situazione attuale – Gli incunaboli conservati nelle biblioteche del Friuli sono stati oggetto di attenzione e studio solamente parziale, oltre che differenziato per livello di approfondimento. Per quanto riguarda Udine, è fondamentale per le collezioni ecclesiastiche il catalogo di Cristina Moro (“Gli incunaboli delle biblioteche ecclesiastiche di Udine”, Forum, 1998). Per la Biblioteca civica “Vincenzo Joppi”, all’inventario compilato da Lelia Sereni nel 1963 si è aggiunta la tesi di laurea di Enos Mantoani all’Università di Udine (“Gli incunaboli della Biblioteca civica ‘Vincenzo Joppi’”, relatore Neil Harris, anno accademico 2006/2007). Un sintetico elenco dei 12 incunaboli conservati dal Liceo “Stellini” si legge in “La biblioteca del Liceo ginnasio Jacopo Stellini cinquecento anni dopo” a cura di Giovanni Battista Passone (Arti grafiche friulane, 1981). Solo una parte della Biblioteca Florio, giunta attraverso più donazioni successive, è stata indagata da Corinna Simonini (tesi di laurea inedita, “Studi di provenienza sugli incunaboli della Biblioteca Florio”, relatore Graziano Ruffini, Università di Firenze, anno accademico 2019/2020).

Il confronto – Il seminario sarà l’occasione per riflettere sulle opportunità e le sfide della catalogazione di incunaboli tra tradizione e innovazione, tra la dimensione analogica e quella digitale. Accoglierà riflessioni sulla catalogazione degli incunaboli, sulle possibilità e criticità presentate dagli ambienti elettronici, sull’ideazione e l’uso di sistemi digitali e informatici per la descrizione, sullo studio e la valorizzazione dei libri a stampa.

«La compilazione di un catalogo di incunaboli – spiega la coordinatrice del progetto Ester Camilla Peric – è l’esito naturale della ricerca sugli stampati del secolo XV. Offre una sintesi dei dati raccolti, interpretandoli nel contesto di provenienza e di appartenenza. Permette di affrontare questioni che spaziano dalla storia della ricezione e delle pratiche di lettura, alle dinamiche economiche e commerciali della diffusione del libro a stampa nel periodo rinascimentale». Il tutto in una forma, quella del volume cartaceo, garanzia di leggibilità e durabilità nel tempo.

«D’altro canto – sottolinea Peric –, l’ambiente elettronico permette di superare le idiosincrasie e le difformità dei cataloghi cartacei, assicurando l’interoperabilità e l’accessibilità dei dati raccolti in un contesto più ampio, offrendo corpora di informazioni prima inaccessibili e inedite angolazioni interpretative all’indagine storica. Attraverso la scomposizione in unità spazio-temporali del “Material Evidence in Incunabula”, in particolare, è possibile tracciare la storia dei singoli esemplari, ricostruire collezioni disperse e studiare la diffusione del patrimonio librario a stampa».

Gli interventi – Il seminario include una lectio di Cristina Dondi, segretario scientifico del “Consortium of european research libraries” (Cerl) e ideatrice di MEI (il 15 aprile, alle 17). Prendono parte in qualità di relatori: Lorenzo Baldacchini, Sergio Cappello, Agostino Contò, Elena Fogolin, Neil Harris, Anna Manfron, Sabrina Minuzzi, Cristina Moro, Ester Camilla Peric, Corinna Simonini, Alessandra Sirugo, Francesca Tamburlini.

L’incontro è organizzato nell’ambito del Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin) 2017 “The Dawn of Italian Publishing. Technology, Texts and Books in Central and Northern Italy in the 15th and 16th centuries”, responsabile scientifico dell’unità locale Neil Harris. Il seminario è inoltre patrocinato dalla sezione Friuli Venezia Giulia dell’Associazione italiana biblioteche (Aib) e dal Comune di Udine.