L’autobocciatura della sanità regionale fa male e l’assessore Riccardi reagisce nel suo stile. Aggressivo, contraddittorio e vagamente minaccioso
Niente da fare, chi sperava in un sussulto di dignità da parte dell’assessore alla salute Riccardo Riccardi dopo il cortocircuito interno alla stessa Regione con la bocciatura degli atti aziendali delle tre Aziende sanitarie, del Cro e del Burlo, resterà deluso, infatti, quello che ormai potremmo definire l’Ercolino sempre in piedi della giunta regionale, non ha perso tempo per reagire nel solito modo, dando degli ignoranti a tutti gli oppositori e gli osservatori in un delirio di onnipotenza che, visti i tempi, ricorda la propaganda del ribaltamento pernicioso della verità che stiamo vedendo da parte di Putin & c che, almeno, hanno la giustificazione ( si fa per dire) di essere in guerra. Così Riccardi secondo il più classico assioma della propaganda in odore di fake, scarica la contraddizione di cui è contemporaneamente attore, sceneggiatore e regista, spiegando che chi parla di “bocciature” probabilmente non conosce il percorso ai quali sono sottoposti gli atti aziendali. In realtà l’atto con cui la Direzione centrale salute e l’Arcs (Azienda regionale di coordinamento per la salute) nominati da Riccardi, bocciano e rispediscono al mittente (ovvero alle Aziende sanitarie Friuli Occidentale, Friuli Centrale e Giuliano Isontina, a Burlo e Cro) i cui direttori sono stati nominati e scelti sempre dallo stesso Riccardi, sono chiarissimi ed evidenziano “la non compatibilità delle proposte presentate e impediscono il rilascio del nulla osta”, altro che normale percorso degli atti aziendali. Del resto la stessa tesi era stata sostenuta da Riccardi nella vicenda della “nomina” anomala di Amato a capo della centrale Sores. Insomma quando vi sono palesi incongruenza è la “prassi” a farla da padrone. Comunque non saremo noi a “censuare” le parole di Riccardi, parole che de resto si commentano da sole. Dice in sostanza l’assessore “sempre in piedi”: “Normalmente è buona norma informarsi prima di emettere pareri e giudizi totalmente privi di fondamento” e poi passa alla sua bizzarra narrazione delle dinamiche evidentemente “virtualmente” litigiose prassi nei suoi uffici e che, evidentemente, sono tutti contagiati dal suo modo politicamente arrogante di condurre discussioni e analisi. Tanti galli nei pollai evidentemente, ma che quando entra nel ring il capo devono allinearsi. Comunque in merito alla “bocciatura” l’esponente dell’esecutivo precisa che “l’iter seguito dagli atti aziendali prevede che le aziende stesse propongano il documento sul quale poi l’Agenzia regionale di coordinamento sanitario (Arcs) e, di conseguenza, la Direzione centrale Salute, esprimono la propria posizione sulle ipotesi presentate. Ciò è quanto stabilisce la legge di riforma, a garanzia di un percorso appropriato e sostenibile in coerenza con le linee di gestione approvate dalla giunta regionale. Questo significa che sulle proposte delle aziende vengono compiute soltanto valutazioni tecniche ed organizzative”. Oibò peggio mi sento, se questa è la verità il fatto è ancora più grave perché la bocciatura non sarebbe su valutazioni teoriche ma su precise determinazioni tecno-finanziarie e organizzative. Secondo Riccardi invece, che su questo si contraddice da solo, le opposizioni si concentrano solo ed esclusivamente su considerazioni di taglio politico con lo scopo di strumentalizzare gli atti. In realtà c’è poco da strumentalizzare, perchè di strumentale c’è solo l’autodifesa dell’assessore che evidentemente nel suo delirio di onnipotenza pensa di non sbagliare mai. Ma c’è di più, proprio dal pulpito di chi ha consentito, se non sponsorizzato, la scandalosa vicenda del concorso Sores, partono accuse relative al passato. Per l’assessore “chi ora punta l’indice in passato sarebbe stato protagonista di episodi in cui saltavano da un banco all’altro le schede sulle quali erano contenuti i numeri dei primari delle singole strutture”. “Per l’assessore regionale quella stagione ormai è finita; la Regione non consentirà, a chi non ne ha i titoli, di inserirsi nel lavoro compiuto oggi dai professionisti senza quei condizionamenti del passato che, evidentemente, mancano adesso soltanto a chi li faceva”. L’ultimo passaggio della dichiarazione dell’assessore è probabilmente un messaggio trasversale in stile che non vogliamo definire perchè al di là del contenuto è di tono che definire minaccioso verso l’opposizione è oltre lo stile e le dinamiche di confronto, pur aspro, politico. Chiedere le dimissioni forse ormai, con tutto il pregresso, appare davvero poco.