Le associazioni della sanità privata Fvg, non certo interessate economicamente alla cosa, si schierano con Riccardi nelle scelte operate in loro favore
Le associazioni della sanità privata accreditate ed operanti in Fvg in con una nota stampa si schierano in difesa delle scelte dell’assessore alla sanità Riccardi in merito alla gestione sanitaria ed attaccano le opposizioni che, dicono “criticano aprioristicamente” le scelte della regione. In realtà pur non avendo nulla contro la sanità privata quando è di semplice supporto alla pubblica non si può non rilevare che le scelte oprate verso il purivato dovrebbero essere fatte dopo aver messo in campo tutte le risorse per il pubblico e non in logica di spartizione ricalcando le disastrose orme della sanità lombarda e del suo mentore il pregiudicato Fomigoni. Pur capendo la reazione degli operatori privati, dato che le critiche delle opposizioni ma anche di molti medici, tocca il paese di Bengodi che Riccardi gli ha fatto intravvedere, sembra proprio che il conflitto di interessi prevalga sovrano. In questi casi buon senso, più che strategia, consiglierebbe il silenzio come miglior comportamento, ma invece è evidente che, più o meno sollecitati, hanno deciso di schierarsi politicamente plaudendo alla “buona” amministrazione e battendo sul tasto delle migrazioni sanitarie dei cittadini del Fvg, dimenticandosi però del particolare che sono proprio le politiche regionali e purtroppo non dell’ultima gestione, ad aver aggravato la situazione sottraendo qualità e risorse al sistema pubblico. Favorire il privato diventa quindi l’ovvia soluzione ad una problematica indotta volontariamente . Speriamo solo che i cittadini del Fvg prima o poi si sveglino.
Comunque per dovere di cronaca pubblichiamo integralmente il testo della nota firmata da AIOP FVG, ANISAP FVG, ARIIS e AssoSalute FVG certi che si tratti di un boomerang: “I rappresentanti delle associazioni delle strutture private accreditate, appena coinvolti dalla Regione in un piano strategico per ridurre le liste d’attesa e frenare la fuga dei pazienti verso il Veneto, seppur non intendendo entrare in contrapposizioni di tipo squisitamente politico dove le scelte dell’avversario vengono criticate aprioristicamente, non possono neppure esimersi dall’evidenziare dei dati di fatto.
Dopo anni in cui abbiamo assistito a un pellegrinaggio continuo di nostri corregionali verso le strutture Venete, con i relativi disagi per gli spostamenti e gli ingenti costi che la nostra regione ha sostenuto per il rimborso alla regione limitrofa delle prestazioni sanitarie erogate ai ns cittadini, finalmente si è voluto affrontare il problema anziché volgere altrove lo sguardo.
Questa amministrazione ha messo così a segno un duplice risultato: non solo consente ai propri cittadini di curarsi a casa loro, ma anche orienta una parte delle risorse economiche oggi spese per rimborsi altre regioni, su strutture locali che generano offerta sanitaria, creano lavoro e che pagano le tasse nel nostro territorio.
Inoltre, con buona pace di chi strumentalizza ancora una volta la contrapposizione pubblico/privato accreditato, senza capire che i due soggetti sono complementari e non antagonisti, si ricorda che i fondi stanziati sono dedicati ad attività da svolgere per conto del servizio sanitario cioè per prestazioni convenzionate (esenti e paganti ticket). Controllo e programmazione rimangono saldamente in mano pubblica, che si avvale di strutture già esistenti e pronte ad offrire migliaia di prestazioni, subito e senza bisogno di ulteriori investimenti da parte pubblica. Questa Giunta Regionale ha impresso una svolta che consentirà ai cittadini di curarsi con il servizio sanitario regionale nel loro territorio e in tempi accettabili senza costose e pesanti trasferte, riportando qui servizi, posti di lavoro, indotto, e tributi. Il tutto, continuando peraltro a rimanere tra le Regioni che assegnano minor budget al privato accreditato (a differenza di altre, anche guidate dal centro sinistra, che investono in tal senso ben più di noi).
All’unica sigla sindacale cui questa svolta non piace, ricordiamo che il parziale contributo a sostegno del CCNL del privato accreditato è stato deciso a livello nazionale (Conferenza Stato Regioni) al posto di un incremento tariffario. Insomma, più concretezza e meno ideologia per risolvere un problema diventato ormai troppo pesante”.