Le fake news e il vezzo di offendere e ledere le persone tramite social necessitano di una battaglia culturale
Sono oramai diverse le notizie che compaiono sui giornali inerenti la diffusione di fake news, il vezzo di offendere e ledere le persone nel pubblico come nel privato tramite social, la costruzione consapevole di false informazioni, come pure il divulgare aspetti di vita privata e personali gratuitamente, alterare i fatti storici e disegnare realtà sociali inesistenti.
Non che tale prassi sia cosa nuova, le diffamazioni, le maldicenze sono da sempre parte della nostra vita quotidiana e da sempre vi è difficoltà nel gestire il rapporto con esse. Marchiare una persona di infamia è una prassi che affonda le sue origini nei tempi antichi. Persino la diffusione di notizie ed informazioni vere e reali non sempre ottengono la giusta collocazione in quanto estrapolate dai propri contesti.
Il tutto solitamente accompagnato da un linguaggio gretto e gratuitamente aggressivo.
Disponiamo di strumenti e mezzi di comunicazione che consentono una rapida diffusione di informazioni, strumenti assi importanti ed efficaci. Se utilizzati adeguatamente possono agevolare la crescita culturale di un paese, possono aiutare i cittadini ad una esistenza consapevole. Purtroppo ne viene fatto un uso volutamente distorto.
Il degrado culturale del nostro paese, aspetto che purtroppo non ci vede solitari, sta limitando la capacità di discernere fra il buonsenso ed il folle, questo problema è attualissimo ed al momento non trova soluzioni se non per il tramite di atti giudiziari e forse qualche cazzotto.
Temo che l’atto legale non sia la soluzione idonea per una comunità ed il cazzotto ancor meno, si deve altresì perseguire con costanza e determinazione la strada della cultura, dello studio per far crescere comunità di persone dotate dei fondamentali necessari ad affrontare il mondo d’oggi da protagonisti e non quali marionette alla mercé d’altri.
E’ un percorso lungo ma forse non quanto possa sembrare, proprio gli strumenti di cui disponiamo ci possono agevolare in tal senso, è solo una questione di volontà.
L’augurio che si investa in scuola, cultura, educazione, conoscenza, arte, università non è il desiderio di una intellighenzia di sinistra avulsa dalle cose concrete ma la concreta e consapevole certezza che senza questi investimenti il nostro paese sarà sempre più povero, non solo culturalmente, ed i nostri cittadini sempre più sottomessi alla forza persuasiva della propaganda.
Mauro Cedarmas