Le femministe di sinistra rispondono a Cisint
L’europarlamentare Cisint è già nota alla stampa nazionale per provvedimenti discriminatori contro la comunità musulmana emanati in qualità di sindaca di Monfalcone, la crociata contro le moschee persa in tribunale perché illegittima, il divieto al bagno vestiti conclusosi con un nulla di fatto o ancora la restrizioni al gioco del cricket. Questa politica ostile nei confronti delle cittadine e cittadini stranieri, che tra l’altro sono indispensabili per trainare l’economia in cantieri navali come quello di Monfalcone, è da sempre l’unico modo che Cisint conosce per ritagliarsi un po’ di visibilità e la cosa più preoccupante è la totale assenza di un’articolata riflessione culturale, la Lega vorrebbe modificare una normativa già vigente e applicata nel nostro ordinamento che vieta il travisamento del volto, la battaglia sarebbe contro la sottomissione della donna, peccato che non ci sia mai stata un’interlocuzione con le donne musulmane che Cisint e il suo partito fingono di voler tutelare. Nel 2022 le donne di Udine sono scese in piazza assieme alle donne musulmane al grido di “Donna, Vita, Libertà” per sostenere la libertà delle donne iraniane contro la repressione del regime che ha visto Mahsa Amini uccisa dalla polizia morale, in quelle piazze di mobilitazione sono intervenute donne che rivendicavano la libera scelta di indossare o meno l’hijab.
La Costituzione tutela la libertà di culto che ovviamente trova dei limiti nel bilanciamento di altri principi garantiti nel nostro ordinamento come la parità di genere, è necessario pertanto un confronto costruttivo con la comunità islamica affinché si conformi al diritto positivo italiano, l’approccio repressivo dalla Lega rischia invece di amplificare fenomeni di segregazione delle donne vittime dell’integralismo religioso, che dovrebbero essere coinvolte in percorsi di integrazione e inclusione allo scopo di garantire il diritto allo studio e al lavoro. Fa sorridere infine l’ipocrisia di Cisint e Laudicina, intervenute a Udine di fronte ad una platea composta prevalentemente da uomini, che oggi si presentano come attiviste per i diritti delle donne quando il loro partito a livello nazionale porta avanti da sempre battaglie ideologiche che discriminano le donne nell’esercizio di diritti civili come l’interruzione volontaria di gravidanza, la procreazione medicalmente assistita o la libera autodeterminazione nel fine vita, senza parlare delle battaglie contro il linguaggio inclusivo e contro le donne trans e lesbiche, la cancellazione delle persone non binarie, la negazione della cultura patriarcale e il silenzio sul caporalato che vede spesso sfruttate le donne straniere.
Raffaella Barbieri Attivista per i Diritti Civili – Portavoce di Possibile Udine – Coordinatrice Cellula Coscioni Udine
Sottoscrivono:
Anna Manfredi (Segretaria Rifondazione Comunista Udine)
Camilla Tucillo (Possibile – Consigliera Comunale Lusevera)
Serena Pellegrino (Consigliera Regionale AVS)
Antonella Fiore (Coordinatrice Spazio Udine – Consigliera Comunale Udine)
Maria Rosaria Capozzi (Consigliera Regionale M5S)
Elena Franzolini
Clelia Maria Dri
Fabiola Gardin
Alice Chiaruttini
Stefania Garlatti Costa (Patto Per l’Autonomia – Consigliera Comunale Udine)
Alessia Facchin (Portavoce Possibile Gorizia)
AGEDO Udine
Donne in Nero di Udine
Associazione ALFI LUNE
Anna Marcolini
Valentina Degano
Annalisa Comuzzi
Maria Angela Bertoni
Magda Gregorat
Irma Fratini
Veronica Biagini
Antonella Lestani
FP CGIL Udine
Ivana Bonelli
Dianella Pez
Francesca Valente
Emma Ferrari (Consigliera Comunale Udine e Responsabile Pari Opportunità e Diritti Civili GD Fvg
Daniela Sclauzero
Caterina Maieron
Maria Pia Tamburlini
Anna Paola Peratoner (PD, Consigliera comunale Udine)
Arianna Facchini (Possibile, Assessora alle Pari opportunità, Politiche giovanili, Demografica e Bilancio di sostenibilità del Comune di Udine)