Le tante voci (giustamente) contrarie al maxi parco fotovoltaico ad Aquileia sortiscono effetto: Il Ministero della cultura dice no
Il maxi parco fotovoltaico ad Aquileia sorgerebbe su un’area agricola ad elevatissimo rischio archeologico, in prossimità del sito UNESCO, per questo anche il Ministero della cultura dice no al progetto. Del resto nell’area in cui Renantis Italia intenderebbe costruire 210 mila metri quadrati di parco fotovoltaico anche con fondi del Pnrr sorge su una strada romana lungo la quale si allineavano ricchi recinti funerari di importanti famiglie. Ovviamente il rischio che venga deturpata un aria così importante per la storia non è ancora scongiurata dato cha al ministero della Sicurezza Energetica sono in corso le procedure per la Valutazione dell’impatto ambientale del parco fotovoltaico ma è evidente che il parere del ministero della Cultura dovrebbe avere un peso. L’impianto, spiega una nota, si trova troppo a ridosso del sito Unesco, ritenuto di un valore universale eccezionale sul piano storico e scientifico. Questo aspetto – viene sottolineato – è in grado di giustificarne la protezione permanente a carico della comunità internazionale nel suo insieme. La nota di opposizione del ministero della Cultura, infatti, non garantisce il blocco del progetto, ma è un passaggio importante perchè, nel porre la questione, la Sovrintendenza all’archeologia e alle belle arti del Friuli Venezia Giulia si è rivolta al Consiglio dei ministri. “Ora siamo nelle mani del governo – ha spiegato il presidente della Fondazione Aquileia Roberto Corciulo – confidiamo che si eviti questo scempio ai danni del sito patrimonio dell’umanità”. La Fondazione ha anche delineato una proposta di ampliamento della zona cuscinetto del sito archeologico, incompatibile con la localizzazione dell’impianto fotovoltaico che si troverebbe a nord-est della Basilica. L’iter per l’approvazione del nuovo perimetro è in corso. Quanto alla Regione, l’assessore all’ambiente Scoccimarro ha dichiarato che “la prossimità alla seconda area archeologica d’Italia non poteva sicuramente avere il nostro consenso”. La norma generale sul fotovoltaico sarà discussa il mese prossimo in Consiglio regionale, ha spiegato l’assessore, promuovendo l’utilizzo di aree già degradate o non idonee ad altri scopi.