Legge sul lavoro Fvg cassata dalla Corte costituzionale, Fedriga finge di non capire la natura discriminatoria delle sue norme

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Si potrebbe commentare così la pervicace insistenza con la quale la giunta regionale Fvg targata Massimiliano Fedriga continua ad inanellare bocciature dalla Corte Costituzionale per il palese tentativo di discriminare per legge i “foresti”. Cambiano i provvedimenti ma il concetto è sempre lo stesso, il tentativo di escludere da benefici vari non solo migranti e stranieri già regolari, ma addirittura italiani provenienti da altre regioni, in questo caso sempre per colpire i primi, i migrati, si arriva, creandosi così assurdo e ridicolo paravento,  a discriminare veneti, toscani, piemontesi, siciliani, emiliani, campani ecc ecc e paradosso perfino corregionali che dovessero essere tornati recentemente da residenza esterna al Fvg. L’ultimo episodio, dopo quello relativo al sostegno abitativo, riguarda addirittura il diritto al lavoro.

La  posizione del sindacato

Spiega il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta: “Dopo l’ennesima bocciatura del criterio di residenza, per quanto riformulato ed edulcorato, ci aspettiamo che la Giunta regionale e la maggioranza che la sostiene prendano atto che le politiche del lavoro non c’è spazio per discriminazioni, ma solo per misure inclusive che guardino esclusivamente all’esigenza di sostenere l’occupazione e tutti i lavoratori colpiti dalla crisi. Provvedimenti che non vadano in questa direzione ledono non soltanto l’eguaglianza tra i cittadini, ma anche una corretta competizione tra le imprese. Si tratta quindi di voltare pagina, concentrandosi esclusivamente su quegli obiettivi di sostegno all’occupazione cui hanno positivamente risposto, peraltro, altre misure varate a livello regionale, frutto anche del confronto tra l’assessore e il sindacato”. Il segretario regionale della Cgil Pezzetta commenta così la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato l’articolo della legge omnibus del 2021 sugli incentivi per le assunzioni e le stabilizzazioni. “Già in occasione della sentenza con cui era stata bocciata la precedente normativa – rimarca Pezzetta – il sindacato aveva chiesto alla giunta di non perseverare nella scelta, sbagliata e discriminatoria, di legare questi incentivi a criteri basati sui tempi di residenza in Friuli Venezia Giulia. Crediamo che l’autonomia legislativa rivendicata dalla Regione vada esercitata in maniera più efficace e inclusiva, non inseguendo inutili obiettivi di bandiera, ma puntando esclusivamente a una maggiore incisività dell’azione legislativa e amministrativa”.

La posizione perseverante  di Fedriga 
Temiamo tuttavia che Fedriga & c persevereranno almeno a giudicare dal testo con cui l’agenzia di stampa Arc della giunta regionale ha commentato la suddetta bocciatura con una dichiarazione virgolettata di Fedriga: “La Corte costituzionale ha cassato la legge attraverso la quale, in sostanza, la Regione voleva aiutare i propri concittadini che da più tempo risiedono in Friuli Venezia Giulia a rioccuparsi. La norma non limitava la possibilità per lavoratori di altre regioni italiane o stranieri di venire a svolgere la propria attività in regione, tutt’altro; si limitava a sostenere in misura maggiore i cittadini del Friuli Venezia Giulia che hanno perso la propria occupazione a seguito di crisi aziendali sul nostro territorio. Per la Corte costituzionale questo è in contrasto con la Costituzione la quale, a suo dire, prescrive invece che l’assunzione di una persona che vive, lavora e ha pagato le tasse nella nostra Regione da anni riceva lo stesso sostegno a valere sul bilancio regionale dell’assunzione di chi ha deciso di venire in regione da una settimana”. Ho c’è o ci fa, verrebbe da commentare, gravissimo che politici navigatissimi, forse troppo navigati nell’acque oscure lambite da razzismo e discriminazione, non abbiano compreso il valore della Costituzione e che perseverino nei tentativi di aggirare concetti di eguaglianza semplicissimi allo scopo di agitare come trofei di caccia i loro tentativi di discriminare. Senza contare il patetico tentativo di girare la frittata bruciata affermando che non si discrimina nessuno ma si favorisce qualcuno, uno strano concetto che se dovesse passare aprirebbe le porte ad ogni possibile nefandezza nepotistica.

La posizione del componente della commissione Paritetica Stato-Fvg Salvatore Spitaleri

Giustamente duro con la maggioranza regionale e con il Presidente Fedriga, Salvatore Spitaleri, componente della commissione Paritetica Stato-Fvg: “Un cattivo modo di legiferare e di giocare l’autonomia speciale da parte del centrodestra Fvg viene bacchettato ancora una volta dalla Corte Costituzionale. Invece di contestare il massimo organo di giudizio della Repubblica, Fedriga dovrebbe prendersela con chi scrive le norme regionali alla sola ricerca del consenso spicciolo ma completamente digiuno della giurisprudenza costituzionale”. Spitaleri replica al presidente Massimiliano Fedriga il quale non ha condiviso la sentenza della Corte Costituzionale che ha bloccato la disposizione regionale che prevedeva la possibilità per la Regione di aumentare l’ammontare del proprio contributo a fronte di assunzioni e stabilizzazioni di lavoratrici e lavoratori domiciliati fiscalmente da più tempo sul territorio regionale. “Contrariamente a quanto sostiene il presidente della Regione – spiega Spitaleri – la legge è sbagliata anche rispetto all’autonomia regionale che, per esempio, non tiene conto che la competitività del nostro sistema produttivo sta anche nel favorire le nostre imprese del Friuli e del pordenonese che attraggono lavoratori del vicino Veneto o che assorbono temporaneamente lavoratori extraregionali. “La Corte Costituzionale ha semplicemente ribadito – aggiunge il membro della Paritetica – ciò che anche lo studente di giurisprudenza del secondo anno sa: ‘è irragionevole il collegamento tra il riconoscimento di un incentivo occupazionale destinato al datore di lavoro e il requisito della residenza del lavoratore, così come è irragionevole valorizzare il radicamento territoriale per riassorbire le eccedenze occupazionali’. Perciò  Fedriga non si rammarichi della bocciatura, ma intervenga sulla sua maggioranza consiliare che – conclude Spitaleri – spesso confonde il ruolo di legislatore e quello di elargitore di bonus e risorse pubbliche”.