Lettera ai candidati per le elezioni europee

Monfalcone è l’Europa, un legame nella vita di ogni giorno. Tenendo in considerazione le specificità del territorio: tipo di economia produttiva, di aziende industriali che vi operano, del mondo del lavoro necessario, sottolineo, ai candidati per le elezioni europee, alcuni punti che influenzano negativamente la salute dei lavoratori. Punti che coinvolgono migliaia di persone, specialmente nell’edilizia e della navalmeccanica.
-Le Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 marzo 2013, e del 20 ottobre 2021 richiamano e invitano a fare un censimento degli edifici pubblici, commerciali e privati per individuare la presenza di amianto e di altre sostanze pericolose. Il certificato preventivo, i dati informativi dovrebbero essere a disposizione di chi vi opera, essere vincolanti per l’inizio dei lavori, per aver diritto ai finanziamenti pubblici. In questi anni, in assenza dei censimenti e dei certificati, decine di migliaia di lavoratori impegnati, nelle ristrutturazioni per efficienza energetica sono stati mandati allo sbaraglio. In gran parte operano nelle ditte di appalto e subappalto, la quasi totalità sono immigrati, molti torneranno nel loro paese dove le possibili conseguenze non verranno riconosciute. Questi certificati dovrebbero accompagnare anche le compravendite degli edifici.
-Nell’aggiornamento della Direttiva UE in materia di sostanze cancerogene fatto nel 2017/18, i limiti di pericolosità precedenti sono stati cambiati in negativo, peggiorando i rischi per la salute dei lavoratori. Sottolineo il “silicio” materiale cancerogeno che si trova nei prodotti dell’edilizia, nei prodotti isolanti, nelle fibre artificiali vetrose, utilizzate in quantità massicce nella navalmeccanica. Nel settore dell’edilizia, nella regione Veneto ci sono decine di casi di esposti al silicio ed alcuni casi di morti, nel Friuli Venezia Giulia diversi casi di esposti. Siamo in emergenza, tanto che le ASUGI del Veneto e del Friuli hanno elaborato un documento delle “Buone maniere” che indica le regole di comportamento per la prevenzione che le Aziende e i lavoratori dovrebbero attenersi. Siamo di fronte a ditte di appalto e subappalto, ai lavoratori immigrati, ricattati, precari, e siamo di fronte alla scarsità di personale delle aziende della Medicina del Lavoro preposte all’informazione, alla formazione, al controllo.
-Le fibre artificiali vetrose sono il materiale che sostituisce l’amianto. Sono una famiglia di oltre 30.000 unità, con diversi livelli di pericolosità. Richiamo l’attenzione sul H351 usato negli anni 1960/2000 per l’isolamento delle case, di tutti gli edifici, ecc. Oggi è classificato come possibile cancerogeno. Nel censimento degli edifici va inserito anche questo tipo di materiale. La Regione Lombardia ha elaborato nel 2010 un testo guida per la rimozione.
-L’Euceb è un ente indipendente europeo che dà la certificazione di idoneità, rispetto alle normative, al prodotto delle fibre artificiali vetrose. Ente indipendente ma di “proprietà” delle aziende produttrici del materiale. Un unico ente: produttore e controllore. Risulta che il contrasto sia stato superato con l’appalto delle analisi. Il punto però rimane, ed è: che le normative sul livello di pericolosità sono state modificate alla base, vedi punto sopra, e i rischi sono maggiori prima di iniziare. L’ente certifica il rispetto delle norme, ma non le conseguenze sulla salute dei materiali che compongono il prodotto. Inoltre, nel Documento Stato-Regioni del 2015 vengono classificate le pericolosità dei tipi di materiali, rispetto alla quale viene certificato che anche le fibre non cancerogene procurano infiammazioni croniche dell’apparato respiratorio. Di conseguenza dovrebbe essere vincolanti le qualità delle protezioni individuali, i corsi sulla sicurezza, la raccolta dati dell’esposizione, gli spogliatoi.
-A Monfalcone c’è un problema!!! in “un’azienda di stato”, questi lavoratori vengono discriminati, non hanno diritto agli spogliatoi, di conseguenza sono costretti ad andare a casa, da mogli e figli, con la tuta impregnata di fibre. Ricordo la stampa locale del 23/4/2020 e sottolineo il silenzio irresponsabile, incivile e inaccettabile. Per una questione di salute personale e pubblica, per questi tipi di lavori, le tute dovrebbero essere lavate in stabilimento.
-Tubi cemento amianto e acqua potabile, materia trattata nella Risoluzione del Parlamento Europeo 2013, del 2021. Il progetto dell’ex Provincia di Gorizia sulla base del “Principio di precauzione” è diventato un punto di riferimento. Manca una legge nazionale che fissi i limiti di fibre per la sicurezza dell’acqua, manca di una legge “zero amianto” sulla base del: non esiste livello sotto la quale si è sicuri”. Inoltre manca una legge sui rifiuti riguardante i tubi dismessi, seguendo gli studi dei Scienziati, del Ministero dell’Ambiente 2017, dell’Inail 2019.
-Siamo nella “terra delle morti di amianto” italiana e slovena, va rivendicato un “Centro Europeo” transfrontaliero amianto finalizzato alla ricerca, allo studio delle fibre artificiali vetrose, alla sorveglianza sanitaria. La richiesta è stata presentata dal Consigliere Moretti e fatta propria dalla Giunta Regionale nel 2021. In occasione di GO25 il tema va risolto.
L’utilizzo di questi materiali ha un effetto negativo ambientale, di inquinamento, di avvelenamento, per il pianeta terra, per la salute delle persone. Pertanto la protezione diventi la spina dorsale della transizione e del futuro sviluppo.
Luigino Francovig