Lettera aperta per una conferenza per la pace nel Mediterraneo

Arrivare a una conferenza per la pace nel Mediterraneo, questa la richiesta contenuta nella lettera aperta inviata, in occasione del primo gennaio, giornata mondiale della pace, ai Governi dei paesi rivieraschi dalla “Convenzione per i diritti nel Mediterraneo” firmata a Palermo nel marzo scorso da 97 personalità e associazioni. “Le guerre – ricorda la lettera –sono un olocausto di vite umane e non umane, uno spreco di beni e di risorse pubbliche, un aggravamento delle condizioni ambientali. La presenza di centrali nucleari costituisce di per sé un pericolo”. “La guerra – sostiene la Convenzione – è l’esito di un sistema ossessionato dalla crescita economica che spinge alla competizione e all’accaparramento della risorse e dei mercati”. “La imprese coinvolte nel mercato della produzione di armamenti si stanno arricchendo sottraendo risorse all’economia civile. L’economia di guerra diventa la continuazione dell’economia di mercato”. “Per far vincere la Pace – conclude la Convenzione – occorre far leva sulle risorse culturali, sull’ethos democratico, sulla volontà di giustizia che animano le persone e che persistono anche quando vengono oppresse “, perché: “la pace va preservata attraverso il negoziato, non ricercando impossibili vittorie totali”. Quasi tutti i paesi Mediterranei sono attualmente coinvolti in conflitti armati o vicini ad esserlo. Conflitti che, alimentati anche dalle ingerenze esterne, fanno del Mediterraneo la zona nel mondo con il maggior numero di guerre in corso.

 

Questo il testo integrale della lettera  ai Governi dei Paesi Mediterranei in occasione del 1° gennaio, giornata mondiale della pace

Siamo cittadine e cittadini del Mediterraneo, riuniti nella Convenzione dei diritti del Mediterraneo, sottoscritta a Palermo in data 19 marzo 2022, da 97 persone, provenienti da 20 Paesi che si affacciano nel nostro Mare. L’intento della Convenzione è di creare una Comunità permanente di confronto e collaborazione in grado di ridare centralità all’identità mediterranea e farne uno spazio creatore di umanità e di democrazia partecipata. Sindaci, Associazioni, Personalità del mondo della cultura, sono impegnate per realizzare legami sempre più stretti tra la società civile del Mediterraneo e le Istituzioni nazionali. Oggi più che mai è indispensabile che questa area del mondo, culla di una delle civiltà più antiche, con patrimoni storici, artistici, culturali, paesaggistici straordinari, unisca le proprie forze per contribuire allo sviluppo sociale e civile, come esempio di pacifica e fruttuosa convivenza. Il Mediterraneo deve diventare un’area di pace, di vera cooperazione, di rifiuto delle logiche violente ed oppressive che stanno mettendo in serio pericolo l’umanità. Vorremmo vedere coronata l’aspirazione unanime dei popoli delle Nazioni che Voi rappresentate di un futuro rivolto esclusivamente al benessere delle persone, degli animali, dell’aria e dell’acqua. Libertà, rispetto delle differenze e delle identità collettive ed individuali, accoglienza, fratellanza, amore per la Terra e i suoi abitanti di tutte le specie, sono le caratteristiche che uniscono i popoli del Mediterraneo. Le guerre, le occupazioni, i conflitti locali, la violenza, la sopraffazione, causano sofferenze indicibili a chi le subisce. Chiediamo un impegno profondo dei Vostri Governi ad avviare un processo che porti a dichiarare il “Mediterraneo mare di pace, che unisce i popoli e le loro culture”. Un Mediterraneo denuclearizzato, demilitarizzato, neutrale. La minaccia di un conflitto nucleare che porterà alla distruzione dell’umanità è molto forte e concreta. Dopo il fallimento della guerra lampo In Ucraina, avviata il 24 febbraio scorso da una folle decisione delle Autorità russe, dovuto alla forte reazione del popolo ucraino e ai massicci aiuti di armi e mezzi forniti dalla Nato e dalla UE stanno precipitando il mondo verso la catastrofe di una generalizzata guerra mondiale. La pace va preservata attraverso il negoziato, non ricercando una impossibile vittoria totale. La guerra è solo l’esito più evidentemente catastrofico di un sistema sociale, culturale ed economico intrinsecamente distruttivo e biocida. Un sistema malato di avidità. Ossessionato dalla crescita dei valori economici e che spinge alla competizione permanente per l’accaparramento delle risorse e dei mercati, provocando, oltre alle guerre, il surriscaldamento globale, la distruzione della biodiversità, l’avvelenamento dei mari, dell’aria, della terra, le pandemie da zoonosi. Tutte le imprese coinvolte nel mercato della produzione di armamenti e di mezzi si stanno arricchendo, dirottando risorse dall’economia civile. L’economia di guerra diventa la continuazione e il prolungamento dell’economia di mercato. Si evidenzia sempre più l’integrazione tra sistemi di “produzione” e sistemi di “distruzione” in una logica di competizione sempre più distruttiva. Occorre emanciparsi da tutto ciò che genera la guerra, essa non è addomesticabile, regolamentabile, giurisdizionabile. La guerra è un crimine. La guerra secondo noi, cittadini del Mediterraneo, va abolita in radice, attraverso il completo disarmo, a partire dalle armi nucleari, antiuomo, chimiche, batteriologiche, robotizzate, al fosforo bianco, all’uranio impoverito. La sola forma efficace di dissuasione e di prevenzione della guerra è la proibizione dell’uso delle armi. Le guerre operano una distruzione sistematica delle strutture e delle infrastrutture, compresi depositi, fabbriche, centrali energetiche, generando ogni tipo di inquinamento. La presenza di centrali nucleari attive o dismesse sul terreno della guerra costituisce di per sé un pericolo a scala globale. Nemmeno le campagne e gli ecosistemi vengono risparmiati dalla furia della guerra, la fauna selvatica viene sterminata. La biodiversità azzerata. Le guerre sono un olocausto di vite umane e non umane, uno spreco gigantesco di beni economici e di risorse pubbliche, un aggravamento indicibile delle condizioni ambientali naturali, un fattore determinante del biocidio in atto, del superamento dei limiti ecologici planetari del sistema Terra. Dai popoli del Mediterraneo si alza una voce potente che chiede: Pace e Prosperità delle Comunità. Come parte del Movimento Internazionale per la giustizia ecologica e sociale ci sentiamo parte del movimento di disobbedienza civile non violento contro la guerra, il riarmo, il nucleare. Per far vincere la Pace occorre far leva sulle risorse culturali, sulla ragionevolezza, sull’ethos democratico, sulla volontà di giustizia che animano le persone e che persistono anche quando vengono oppresse. Ci rivolgiamo a Voi, Ambasciatori delle Nazioni del Mediterraneo per avviare un processo che porti ad una Conferenza di Pace nel Mediterraneo. La Società civile sosterrà con tutte le sue forze tutti gli sforzi che compirete in questa direzione. Grazie per la Vostra attenzione Mar Mediterraneo, 1° gennaio 2023 

Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo