L’Itaglia in “Petrolio di Pier Paolo Pasolini a Bagnaria Arsa (Ud)

Petrolio, Un’opera di Pier Paolo Pasolini rimasta inedita per più di 17 anni. Pasolini è morto nel 2 novembre 1975 il romanzo esce in libreria il 30 ottobre 1992. Non pubblicato per inopportunità e qui siamo già nell’Itaglia con la gl di aglio. Uno scritto scomodo, inopportuno non può o meglio non è opportuno che venga pubblicato. Pasolini oggi è un’icona letteraria perché è contro; conto a cosa?- Contro tutto. Contro la letteratura, la neoavanguardia, contro il potere, contro il capitalismo, contro la globalizzazione, contro l’omologazione, contro il conformismo, quindi quasi un profeta che mette le dita nelle piaghe di quest’Itaglia
immatura, impreparata ad affrontare i cambiamenti. Pasolini lo definisce “romanzo”. Ma un romanzo ha una struttura più definita. Qui si tratta di tracce, di segnali di sentieri che confondono, certe volte appositamente. E questo è l’aspetto, secondo me , più affascinante di questo scritto. Affascinante perché intrigante, spiazzante, ermetico in certe sue parti ed è divertente per il lettore chiedersi, ma cosa vuol
dire questo, oppure ma scherza o fa sul serio, sarà vero? E ci si diverte, in questo labirinto. Innanzitutto un romanzo incompiuto. Certe parti sono finite e hanno un senso certe altre non sono neppure abbozzate sono pagine bianche con a malapena un titolo. Come ad es. “Lampi sull’ENI” un appunto che consiste in una pagina vuota con solamente un titolo che ha causato un notevole scandalo. Come leggere quindi questo scritto. Pasolini è complicato, moltissimi ne hanno scritto, spesso in palese contraddizione gli uni con gli altri. Da dove cominciare. Potremmo cominciare proprio dall’ esergo del libro cioè il motto che precede la prima pagina scritta che recita così: Col mondo del potere non ho avuto che vincoli puerili; chi è questo quarantasettenne che nel profondo ha solo  18 anni, ed è per sua stessa ammissione puerile nei confronti del potere. Gli incontri tenuti da Maurizio Soldà vorrebbero accompagnare il pubblico nei meandri di queste narrazioni labirintiche, stimolare e divertire gli ascoltatori dimostrando che fra il Pasolini del 1946 e quello del 1975 c’è una assoluta coerenza.