L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri chiede l’espulsione dalla boxe di Michele Broili e dei suoi tatuaggi nazisti
Ferma condanna è stata espressa dall’UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri per quanto accaduto a Trieste durante la gara di pugilato valida per il Titolo Italiano dei Pesi superpiuma, disputata sabato 18 settembre al Palachiarbola tra Michele Broili e Hassan Nourdine. “Vedere tatuaggi con simboli ed evocazioni naziste in mostra sul corpo di un atleta durante un match ufficiale di boxe è una vergogna inaccettabile: si tratta di un gesto di una gravità assoluta che ci riporta in uno dei periodi più tragici e disumani della nostra storia, che non può e non deve restare impunito”, dichiara il direttore dell’UNAR Triantafillos Loukarelis. L’UNAR, in prima linea contro ogni forma di violenza e discriminazione, appena appreso quanto avvenuto ha aperto un’istruttoria sul grave episodio che ha visto protagonista il pugile Michele Broili per accertare le responsabilità di quanto avvenuto. “Siamo in contatto con la Federazione Pugilistica Italiana che ci ha informato di aver portato il caso all’attenzione degli organi di giustizia federali usando parole inequivocabili contro tale gesto – prosegue Loukarelis. Sostenendo la Federazione Pugilistica Italiana nella sua determinazione, auspichiamo che arrivino risposte celermente per far sì che episodi del genere non si verifichino mai più e che si valuti l’espulsione dell’atleta da qualunque competizione sportiva: non è accettabile che gli alti valori dello sport, fonte di esempio per migliaia di giovani, siano macchiati o compromessi da atti del genere. Chiediamo che si faccia piena luce sul perché di fronte a una condotta di tale gravità non si sia pensato di interrompere immediatamente la gara, e per quale motivo si sia arrivati così tardi a gestire un caso di chiara apologia al nazi-fascismo” – conclude Loukarelis.