L’ultima frontiera dei favori alla sanità privata: l’esternalizzazione del servizio prelievi negli ospedali del Fvg

Ormai è chiara la volontà dell’assessore alla sanità del Fvg Riccardo Riccardi nel favorire le strutture private dopo aver contribuito all’indebolimento progressivo di quella pubblica. Tanto chiaro che meriterebbe un monumento pagato dai più o meno noti maggiorenti della sanità privata. Ma non un monumento qualsiasi, ma secondo la migliore  tradizione epica,  una statua equestre, se non d’oro massiccio, almeno placcata, perché a patacca deve seguire patacca. Comunque scherzi a parte la novità di questi giorni, dopo il lungo elenco di scelte negli ultimi anni che hanno depauperato il sistema pubblico regionale,  è la possibile esternalizzazione del servizio prelievi negli ospedali del Friuli Venezia Giulia. Almeno questo risulterebbe, non solo da indiscrezioni già riportate dalla stampa nei primi mesi dell’anno, ma confermate in parte, si legge in una nota del consigliere regionale di open sinistra Fvg Furio Honsell: “anche a seguito di formali interlocuzioni con ARCS avvenute ad agosto”. Secondo Honsell questo “solleva forti preoccupazioni da parte dei cittadini della nostra regione. Si tratterebbe di un passo pericoloso verso la privatizzazione della sanità pubblica, con rischi concreti per la qualità e la continuità del servizio offerto ai cittadini.” “Esternalizzare un servizio così essenziale, come confermato da alcune proposte di partenariato pubblico-privato arrivate ad ARCS, significa – prosegue Honsell – non solo precarizzare ulteriormente il lavoro del personale sanitario ma anche indebolire il principio di universalità della sanità pubblica, favorendo l’ingresso di strutture private nel settore.” Per tutto questo Honsell ha depositato una nuova interrogazione.
“Attraverso la nostra interrogazione all’Assessore Riccardi, spiega Honsell, abbiamo chiesto di chiarire una volta per tutte e con la massima trasparenza le intenzioni politiche della Giunta Fedriga riguardo a questa possibile esternalizzazione, i costi e benefici previsti e gli impatti sul personale e sugli utenti, qualora si procedesse in questa direzione. In particolare abbiamo chiesto anche a quali compiti si intenda assegnare il personale delle aziende attualmente in servizio e che svolge tali funzioni. Si tratta di numerosi lavoratori e lavoratrici della sanità con esperienze specifiche che non devono essere perse.” Concludendo: “La carenza di personale sanitario, spesso usata come argomento a favore delle esternalizzazioni, può e deve essere assolutamente affrontata con politiche di reclutamento maggiormente serie ed incisive e attraverso una gestione migliore delle risorse umane, senza compromettere i servizi pubblici essenziali e la stabilità del nostro sistema sanitario regionale.”