Maltempo: Fedriga-Riccardi, piano gestione emergenze è strutturale, ma sul Tagliamento si glissa
Il Presidente della giunta regionale Fvg Massimiliano Fedriga affiancato dal suo consigliori assessore regionale alla Protezione civile Riccardo Riccardi, ha presentato la linea di finanziamento regionale per contrastare gli eventi atmosferici straordinari. Risorse per 24,5 milioni destinate a 44 Comuni. “Abbiamo deciso di rendere strutturali le misure della Regione per la messa in sicurezza del territorio a fronte delle emergenze meteorologiche. Questa nuova linea di intervento ci consente di agire in modo puntuale e tempestivo laddove si verifichino le maggiori criticità, al di fuori dell’ordinarietà. Siamo l’unica Regione in Italia a mettere in campo un simile provvedimento”.
Una manovra dalla dotazione complessiva di 24,5 milioni di euro, ai quali si aggiungono i 3,1 milioni stanziati per interventi di somma urgenza in 29 Comuni a partire dallo scorso marzo. Fedriga ha specificato come il Piano presentato non sarà “né l’unico né l’ultimo” per contrastare il cambiamento climatico. “Sappiamo che eventi atmosferici di tale portata continueranno a ripetersi nel territorio – ha osservato Fedriga -. Per questo siamo convinti che l’unica via per rispondere all’evoluzione climatica è di prevedere un intervento costante. Proseguiremo convintamente in questa direzione, in accordo con i sindaci e le comunità del territorio”. Fin qui tutto chiaro, anche se si dovrà capire bene nei particolari dove finiranno i danari e nello specifico per quali opere. Di certo quello che lascia perplessi è la dichiarazione
sulla vicenda Tagliamento. Su questa Fedriga sembra prendere le distanze soprattutto e comprensibilmente dal modo pasticciato in cui il suo Assessore all’ambiente ed energia Fabio Scoccimarro ha gestito la vicenda. Progetti strampalati, controprogetti con piroette e colpi di scena degni di una pantomima che ci hanno ricordato come era stata gestita al tempo la vicenda acciaieria dall’assessore Sergio Bini. Ma paragoni a parte, Fedriga, più che le distanze, prende certamente tempo: “ascolto la parte tecnica perché non spetta alla politica decidere quanti metri cubi d’acqua devono passare all’ora, parlo poco, perché si crea allarmismo inutile per la popolazione dall’una o dall’altra parte. E quando avremo la scelta definitiva, andremo avanti con la convinzione che bisogna tutelare il fiume e le popolazioni che vicino a quel fiume vivono”. Insomma un colpo al cerchio e uno alla botte ma soprattutto la politica dello struzzo. Secondo Fedriga insomma il comitato tecnico istituito ad hoc si esprimerà al più tardi a inizio 2026. Si allontana così una decisione che rischia di esplodergli letteralmente in faccia visti i rumors che arrivano dai territori e dalle stesse forze politiche della sua maggioranza. Lui probabilmente spera che l’affaire Tagliamento potrà essergli utile in futuro nel braccio di ferro pre-elettorale, soprattutto nelle trattative con gli alleati. Per questo lui richiama il comitato tecnico istituito ad hoc, al quale scarica la decisione, che si esprimerà al più tardi a inizio 2026. Insomma secondo il Fedriga è stato già perso troppo tempo ed allora perché non perderne altro? Il tempo è quello che Fedriga pensa essergli alleato, ma alla fine il Re potrebbe essere nudo, e non sarebbe certo un bel vedere.
Fabio Folisi




