Manca il riferimento diretto alla Danieli, ma l’intero Consiglio regionale si schiera in difesa del diritto dei cittadini di esprimersi attraverso le petizioni
Accordo bipartisan sulla mozione – presentata come primo firmatario da Furio Honsell di Open Sinistra Fvg – che chiedeva di tutelare la libertà di espressione politica da parte dei cittadini attraverso l’istituto della petizione. Ma il testo originale è stato limato, togliendo ogni riferimento puntuale alla vicenda che aveva dato origine alla proposta Honsell, ovvero il ricorso al Tar della Danieli Officine Meccaniche spa per ottenere il nome delle persone che avevano firmato la petizione contro il progetto di realizzare un’acciaieria a San Giorgio di Nogaro.
È questa la sintesi della discussione che ha preceduto il voto unanime – 42 sì, nessun contrario e nessun astenuto – alla seconda versione della mozione, sottoscritta da tutta l’Aula. Un testo che, come ha sottolineato il capogruppo della Lega Antonio Calligaris, promotore della soluzione di compromesso, “si limita ad affermare che va tutelata l’assoluta libertà del cittadino di esprimersi e intervenire con gli strumenti previsti dalle leggi. Mentre sarebbe del tutto inopportuno intromettersi nell’attività di altri organi dello Stato, chiamati a giudicare il ricorso di un soggetto privato che ritiene di aver visto danneggiati i suoi interessi. Sia votando a favore della mozione, sia votando contro – ha concluso Calligaris – avremmo dato indicazioni a un altro organismo, e non è compito nostro”.
In precedenza, Honsell aveva ricostruito la vicenda dell’acciaieria e il conseguente contenzioso legale, ricordando che “giustamente il Consiglio regionale e l’Avvocatura della Regione si opposero alla richiesta della Danieli di avere accesso ai nomi dei firmatari della petizione per rivalersi contro di loro. Diventa dunque importante ribadire il diritto di ogni cittadino a firmare atti di questo genere”.
Concetti condivisi da Serena Pellegrino (Avs), che ha voluto ripercorrere l’intera vicenda ribadendo l’apprezzamento per la scelta del Consiglio regionale di non rendere noti i nomi, e dalla pentastellata Rosaria Capozzi, convinta che “i diritti dei cittadini non possano e non debbano essere compromessi dalla paura di subire querele per aver espresso un’opinione”. Con il voto sulla mozione Honsell si sono conclusi gli odierni lavori del Consiglio regionale.
In serata Furio Honsell con una nota ha voluto rendere palese la propria soddisfazione: “Oggi, sono lieto di annunciare che il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato all’unanimità la mia mozione intitolata “Difesa della libertà dei cittadini a esprimere la propria opinione in merito a scelte politiche attraverso lo strumento democratico della Petizione”. Questa iniziativa – che nasce dalla vicenda che ha visto la richiesta al TAR da parte della Società Danieli Officine Meccaniche dei nomi dei firmatari della Petizione n. 2 contro l’Acciaieria – è stata proposta insieme ad altre consigliere e consiglieri di tutti i gruppi consiliari e sottolinea l’importanza della petizione come strumento di partecipazione democratica.
La mozione evidenzia che “la petizione è un’istanza che ogni cittadino italiano nato o residente in regione può rivolgere al Consiglio regionale per chiedere, con proposte circostanziate e dirette, provvedimenti legislativi o amministrativi”. Credo fermamente che questo strumento sia fondamentale per garantire la libertà di espressione e il dialogo tra i cittadini e le istituzioni politiche.
Nel corso del dibattito, ho ribadito la convinzione che la libertà di espressione e la possibilità per i cittadini di manifestare le proprie opinioni su questioni specifiche siano diritti irrinunciabili in una democrazia. È nostra responsabilità proteggere questi diritti.”
“È nostro dovere garantire che i cittadini possano esprimere liberamente le proprie opinioni e partecipare attivamente alla vita politica della nostra regione. Le petizioni rappresentano un canale vitale per il coinvolgimento della comunità nelle decisioni politiche” ha affermato durante l’esame in aula.
“Inoltre, desidero ribadire l’impegno del Consiglio regionale a difendere non solo la libertà di espressione, ma anche la privacy dei sottoscrittori delle petizioni, come già affermato in precedenti comunicazioni ufficiali. Ritengo che questo sia un passo importante per rafforzare la democrazia nella nostra regione e per garantire che ogni voce possa essere ascoltata.”
Anche Serena Pellegrino ha trasmesso una nota ai giornali per commentare la vicenda e ribadire che il Diritto di Opinione è un baluardo della Democrazia:
“Esistono dei principi legislativi che sono stati affinati dal legislatore per permettere un eventuale controllo e la possibilità di critica, anche costruttiva, da parte dei cittadini.” afferma Consigliera Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra . “Bene ha fatto il Presidente del Consiglio, su indicazione del segretario generale, a non fornire i nominativi delle persone che hanno sottoscritto legittimamente una petizione contro la costruzione di una acciaieria nella laguna di Grado e Marano. Voglio ricordare come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclami il diritto alla libertà di pensiero quale diritto per così dire propedeutico alla possibilità di formarsi un’opinione disponendo delle necessarie informazioni. Più specificatamente, nell’articolo 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici si recita che ‘Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere’. Lo strumento della raccolta firme per richiedere una consultazione referendaria, così come le petizioni, anche alla luce del DDL 1660 approvato dalla Camera, sono ormai fra gli ultimi baluardi di una democrazia sempre più ammalata e ridotta al lumicino e sempre più spesso negata da chi teme la voce dei cittadini che sono molto attenti a quello che accade sul loro territorio. Continuiamo ad essere convinti che permettere ai destinatari di una petizione di conoscere i nomi dei firmatari, manifesterebbe un precedente molto pericoloso che rischierebbe di inficiare molte azioni socio-politiche future. Chi si fermerebbe più a un banchetto per apprendere informazioni e sostenere un determinato progetto se sopra agli stessi potrebbe calare la mannaia della denuncia? Dobbiamo esprimere ferma condanna verso ogni azione volta a far venir meno la libertà di espressione politica da parte dei cittadini, in particolare attraverso l’istituto della petizione, comprimendo così le prerogative costituzionali che la garantiscono perché passi verso la riduzione della democrazia, come ho già avuto modo di affermare, se ne stanno già facendo troppi. Manifesto la mia soddisfazione per la mozione approvata che è stato il frutto di una condivisione di tutto il Consiglio nel rispetto degli organi istituzionali che attualmente sono impegnati nel percorso giudiziario”
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