Manca un mese alla tornata elettorale, presentate le liste. Entra nel caldo la campagna elettorale in epoca covid
Dieci candidati sindaco e 21 liste per Trieste, 4 candidati, già diventati 3 per l’esclusione di Anna Ciriani per irregolarità nella documentazione e 11 liste per Pordenone ai quali si aggiungono in regione 34 comuni che andranno al voto. Questa la fotografia della politica che frea poco più di un mese andrà alle urne per una tornata amministrativa condizionata inequivocabilmente dal Covid.
Come è ovvio la maggiore attenzione andrà al capoluogo regionale dove la competizione è più affollata con il centrodestra che punta sul sindaco uscente Roberto Dipiazza, alla guida di una coalizione a 6 che comprende la sua civica, la Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Cambiamo Trieste e noi con l’Italia. A sfidarlo, la coalizione di centrosinistra guidata da Francesco Russo, con il Pd, la lista “Uniti per un’altra città”, la civica del candidato a sindaco “Punto Franco” la lista Trieste 21-26 espressa da Italia viva, Cittadini, socialisti e Slovenska skupnost, il partito pensionati e il partito animalista. Vi è poi una mini coalizione a due per Tiziana Cimolino, che sarà appoggiata da Verdi e Sinistra in comune. E poi, i sette candidati che viaggiano in solitaria. Alessandra Richetti per il Movimento 5 stelle, Riccardo Laterza con “Adesso Trieste”, Franco Bandelli con “Futura”, Giorgio Marchesich con la Federazione per l’indipendenza del territorio libero di Trieste. Aurora Marconi, con una lista che si chiama semplicemente “Trieste”, Ugo Rossi con il Movimento 3v libertà e verità, e Arlon Stok con la lista “Podemo”. Ovviamente non si può non registrare il fatto che mentre a destra, come quasi sempre avviene, alla fine si trova la quadra e ci si coalizza per sostenere un candidato unico, per poi lasciare alla fase post voto la suddivisione delle poltrone, a sinistra non si riesce a quagliare e in nome delle proprie “identità” si finisce per destinare all’irrilevanza parte del voto. Lo stesso può valere per il M5s che in nome della purezza rischia di essere cancellato o quasi. Le altre liste sono prevalentemente di disturbo o tentativi di raccogliere per personale soddisfazione il voto di scontenti e scappati di casa poco avvezzi all’utilizzo delle scarse sinapsi che la natura gli ha fornito. C’0è poi quello che si preannuncia essere il “partito” di maggior consenso, l’astensione segnale inequivocabile della sofferenza della nostra democrazia. Comunque vada tuttavia non si potrà dare valenza generale a questa tornata elettorale, non solo per le tante variabili e specificità locali, ma anche perchè cade in un periodo particolare della storia del paese che speriamo rientri rapidamente.