Manifestazione ANPI a Ronchi contro il raduno dei nazionalsovranisti di fronte al Monumento alla Marcia su Fiume
“Il 12 settembre 2019 saranno cent’anni della scellerata marcia d’occupazione di Fiume, apre così un comunicato stampa di Rifondazione comunista Gorizia, a Ronchi, cittadina medaglia d’argento per il contributo dato dai partigiani nella Resistenza, si dirà in modo convinto e fermo e per l’ennesima volta no alle celebrazioni della marcia d’occupazione di Fiume capeggiata da quel D’Annunzio che per otto ore circa stazionò nella borgata di allora di Ronchi, per andare, con i suoi eversori, ad occupare Fiume per sottrarla ai croati considerati da D’Annunzio come di razza inferiore, schiaveria bastarda, mandrie di porci. Mentre la città era amministrata da forze interalleate. Evento che porrà le fondamenta per il fascismo, che non si approprierà del fiumanesimo ma si porrà in assoluta continuità con lo stesso. Ronchi, purtroppo, ancora oggi si chiama dei legionari, denominazione fascista voluta dal fascismo per omaggiare l’occupazione della città di Fiume. A, prosegue la nota, D’Annunzio venne anche conferita la cittadinanza onoraria e l’intitolazione di una via nella cittadina per queste ragioni nazionalistiche che si pongono in assoluta antitesi con la storia di Ronchi, fatta di solidarietà, antifascismo, spirito europeista. Cioè l’esatto contrario di ciò che rappresentò Fiume. Il 12 settembre nell’occasione del centenario, da una parte, cioè presso il solito monumento respinto dal Comune di Ronchi e realizzato su un terreno donato al Comune di Monfalcone, confinante con Ronchi, dove si celebra D’Annunzio, ci sarà il solito raduno di nostalgici, associazioni varie, con probabilmente gli immancabili labari della Decima Mas o della Federazione Nazionale degli Arditi, sfilate, rievocazioni e quant’altro. C’era chi aveva pensato di organizzare addirittura anche una marcia di un paio di giorni da Ronchi a Fiume, un gruppo neofascista di Brescia. Ci saranno iniziative di carattere storico, politico, organizzate dalle amministrazioni di destra e centro destra, locali, come a Monfalcone e Ronchi,o Trieste, che avranno lo scopo di sdoganare quell’evento che merita solo di essere condannato e non celebrato come invece accade oggi con tanto di legittimazione istituzionale. Evento dove per la prima volta militari italiani si spareranno tra di loro e militari del Regno d’Italia verranno uccisi dai legionari dannunziani. Si celebra l’occupazione di terre altrui, senza tra le altre cose fare il conte con l’oste, rispolverando quell’ideologia nefasta che è alla base dei nazionalismi. Ed i nazionalismi hanno prodotto solo disastri. E Ronchi lo sa bene cosa significa, essendo stata travolta da due guerre mondiali. Nella piazza dell’Unità d’Italia, nella stessa ora più o meno in cui si svolgerà la celebrazione dell’occupazione di Fiume, ci sarà una grande manifestazione antifascista, organizzata e promossa dall’ANPI,a cui aderiscono varie realtà antifasciste, o che si ritrovano nei valori dell’antifascismo che è assolutamente inconciliabile con ciò che rappresenta Fiume. Soprattutto oggi, per come sdoganato, riabilitato, quell’evento nefasto per la storia d’Italia, da alcune destre e neofascisti che hanno tutto l’interesse di negarne il carattere reazionario e antesignano del fascismo, proprio perchè possa essere salvaguardato il simbolo per eccellenza del nazionalismo italiano, che non prese mai le distanze dal fascismo, che prese la tessera del fascismo nel 1920, D’Annunzio e che se avesse potuto, come le fonti storiche hanno ben dimostrato, avrebbe fatto lui la marcia su Roma. E non va dimenticato che il 12 settembre è il primo giorno della battaglia di Gorizia, quella affrontata dalla gloriosa Brigata Proletaria ed è questo ciò che va solo celebrato non solo a Ronchi ma nel Paese che si ritrova nella Costituzione nata dallo spirito dell’antifascismo. Il 12 settembre saremo anche noi con l’ANPI provinciale e locale in piazza Unità a Ronchi davanti al Monumento della Resistenza per ricordare gli amministratori comunali del PSI e del PCI che con in testa il Sindaco Tullio Trevisan nel 1960 a Ronchi non concessero l’autorizzazione all’edificazione sul territorio municipale di un Monumento a D’Annunzio e alla sua marcia su Fiume con l’argomentazione che “ … è storicamente inconfutabile il nesso intercorrente tra l’impresa D’Annunziana ed il movimento fascista di allora …” Nel 1960 Ronchi negò quella richiesta perchè un monumento del genere rappresentava “… un cattivo contributo ad una serena interpretazione storica, della quale più che mai si deve sentire responsabilità di fronte alle nuove generazioni e in vista della impegnativa edificazione di rapporti politici basati sul rispetto reciproco e sulla pacifica collaborazione internazionale, secondo la lettera e lo spirito della Costituzione …”.
Arrivati ad un certo punto si deve scegliere da che parte della storia stare, o con i partigiani o con la marcia su Fiume. Noi stiamo dalla parte della Resistenza,e non si può più stare con un piede in due scarpe, soprattutto per rispetto dei partigiani e per le vittime del fascismo”.