Manovra estiva. Moretuzzo: «Bonus energia è il simbolo di una manovra elettorale. Agli incentivi veri solo briciole»
«Il bonus energia per le imprese dà l’esatta misura di come l’esecutivo regionale abbia costruito la manovra estiva con l’obiettivo prioritario di ottenere consenso, proseguendo in azioni che sembrano rispondere più ai sondaggi elettorali che alla responsabilità di una classe politica consapevole del proprio ruolo di guida». È un giudizio pesantemente negativo quello espresso dal capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, relatore di minoranza del ddl Assestamento, «un assestamento le cui risorse disponibili sono quantomeno notevoli», così cospicue che «il Consiglio regionale avrebbe potuto intraprendere quel cambiamento di paradigma tanto auspicato da più parti e di farlo con una certa sicurezza economico-finanziaria e con delle tempistiche adeguate rispetto all’urgenza di azione necessaria, ma così non è stato». Gli esempi sono molteplici e interessano diversi ambiti. «Uno dei più evidenti, in termini di importanza economica e mediatica, è sicuramente il bonus energia per le imprese – spiega Moretuzzo –. A fronte di una crisi energetica sempre più preoccupante, rispetto alla quale i programmi sulla carta sembrano trovare concordi tutti (più attenzione alle rinnovabili, riduzione della dipendenza da fonti fossili, necessità di rendere maggiormente autonome le realtà produttive con sostegno all’auto-produzione…), l’esecutivo regionale decide di distribuire “a pioggia” 40 milioni di euro a sostegno delle imprese per sostenere il “caro bollette”. In pratica, i rimborsi saranno erogati a tutte le aziende che dimostrino di aver subito rincari almeno del 30% e andranno dai 1.000 euro delle microimprese ai 2.500 per le medie imprese. Poco importa se le aziende beneficiarie hanno appena depositato bilanci milionari e diviso utili fra i soci, l’importante è “dare un segnale di vicinanza al mondo delle imprese”, come dichiarato durante il dibattito in Commissione da parte dell’Assessore alle attività produttive. Se non è questa una mancia elettorale… Agli incentivi veri invece, come quelli per installare pannelli fotovoltaici sui capannoni industriali, sono destinate solo le briciole, ovvero 2 milioni di euro. Da parte nostra, nel tentativo di rendere la misura più equa, abbiamo presentato due emendamenti chiedendo che i 2 milioni siano destinati per contrastare il caro bollette e i 40 milioni per favorire l’incremento del fotovoltaico nelle aziende, e che i contributi per l’aumento dei costi energetici vengano erogati solo alle micro imprese. Come spesso succede, anche in questo caso le nostre proposte sono state cassate. Abbiamo perso un’occasione storica per dare un impulso importante alla produzione di energia da fonti rinnovabili, spingendo le aziende a investire sui pannelli fotovoltaici da installare sui capannoni».