Manovra: Gualmini (Pd), Fvg non è isola felice “Mancano misure strutturali e taglia sanità”
Si è svolto questo pomeriggio al Circolo Nuovi Orizzonti il previsto incontro “Salario minimo, lavoro povero, lavoro precario”, presenti l’europarlamentare Elisabetta Gualmini, vicepresidente del gruppo “Socialisti e Democratici” al Parlamento europeo, il segretario generale Cgil Fvg Villiam Pezzetta e la professoressa ordinaria di Diritto del Lavoro all’Università di Trieste Roberta Nunin. Le conclusioni della segretaria regionale Pd Fvg Caterina Conti. “Il Fvg non è l’isola felice raccontata dal centrodestra. Lo dicono anche i dati sull’occupazione: da un lato aumentano timidamente le assunzioni ma dall’altro s’impennano le cessazioni dal lavoro. Il saldo occupazionale non è affatto positivo, anzi è in peggioramento. Sembra che il centrodestra non voglia vedere la realtà di oggi e la china che ha preso l’economia anche in regione”. Lo ha detto la vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento europeo Elisabetta Gualmini, oggi a Udine nel corso dell’incontro pubblico. Analizzando la manovra del Governo Meloni, l’europarlamentare ha evidenziato che “toglie tutti i sussidi e gli incentivi a costi delle bollette energetiche, proprio in una fase in cui, con la guerra in Medio Oriente, sono pure in aumento”. Segnalando “l’aumento di tasse sui prodotti per la prima infanzia e per le donne”, Gualmini ha evidenziato “l’assenza di misure strutturali, come la riduzione del cuneo fiscale solo per un anno”. “Si vantano di essere un governo legittimato politicamente – ha proseguito l’esponente dem – con una forte maggioranza e destinato a durare, eppure fanno misure con un orizzonte temporale limitato a un solo anno”. “Si staglia una manovra con 16 miliardi di indebitamento che peserà sulle spalle delle nuove generazioni e intanto – ha aggiunto Gualmini – con salari fermi da 30 anni si rifiutano con arroganza di discutere la proposta di salario minimo”. “E poi c’è il capitolo doloroso della spesa sanitaria che – ha puntualizzato Gualmini – invece di aumentare diminuisce a legislazione vigente. La crescita non è dell’1,2 per cento come dice il Governo, ma esattamente la metà, lo 0,6. Questo sarà un problema sempre più pesante per tantissime famiglie e cittadini che – ha concluso – non possono rivolgersi al privato”.