Mediterranea: “Spari da motovedetta della guardia libica mentre la Mare Jonio soccorreva migranti in acque internazionali”

“Una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica è intervenuta violentemente mentre la Mare Jonio stava soccorrendo un’imbarcazione in pericolo in acque internazionali”. Lo fa sapere Mediterranea saving humans. A raccontare i minuti concitati di un soccorso in acqua internazionali di 58 naufraghi è Denny Castiglione, capomissione della ong. “Ci eravamo recati su un target su segnalazione di Alarm Phone, l’imbarcazione aveva il motore in avaria – spiega – e mentre stavamo distribuendo i giubbotti di salvataggio, dopo aver informato il Centro di coordinamento  del soccorso marittimo italiano, è arrivata, con fare molto minaccioso e a velocità sostenuta, una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera libica. Al suo arrivo moltissime persone, in forte agitazione, si sono lanciate in acqua, mentre altre di un precedente soccorso dalla motovedetta libica venivano frustate sulla prua dell’imbarcazione e altre ancora dal terrore o si lanciavano in acqua o venivano buttate dalla Guardia costiera libica”. “Mentre stavamo soccorrendo le persone in acqua, più di 50 – prosegue  Castiglione -, la motovedetta ha iniziato a sparare prima in aria e poi addosso ai nostri gommoni di salvataggio sfiorandoli più volte”. Sono complessivamente 58 i migranti tratti in salvo. “Non abbiamo ancora idea se ci siano dispersi – conclude il capomissione di Mare Jonio -. L’operazione è stata molto complessa e messa ancor di più a repentaglio da questo scellerato intervento della Guardia costiera  libica”. “Chiediamo – aggiunge – che il Governo italiano intervenga subito per fermare i comportamenti violenti, pericolosi e criminali della cosiddetta guardia costiera libica”. Ricordiamo che  la Libia non è considerata un “porto sicuro” in cui ricondurre i profughi e che quelle motovedette con cui operano i libici sono state fornite gratuitamente dallo stato italiano che ora vede quelle armi rivolte contro ong ed imbarcazioni sostanzialmente italiane come la “Mare Jonio”. Il bilancio di questi primi 3 mesi del 2024 in quell’area è tragico. Secondo le Ong sono almeno 400 le persone che hanno perso la vita per mancato soccorso, 3791 quelle rimandate in Libia violando il principio di non refoulement per cui sono vietati i respingimenti collettivi.