Memoria di Shimpei Tominaga “linciata” da un gruppo di strumentalizzatori di professione
Ieri il povero Tominaga è morto la seconda volta, la manifestazione “silenziosa” che doveva commemorarlo è stata trasformata in una ignobile piazzata, come da copione evidentemente organizzato da tempo. Così le centinaia di persone che pensavano di ricordare, con la loro presenza, la vittima di una brutale aggressione, sono state strumentalizzate da un manipolo di destrorsi in vena di riscatto forse anche incattivito dalle notizie giunte dalla Francia. In sostanza quel che doveva essere un corteo silenzioso in memoria di Shimpei Tominaga si è rivelato per quel che voleva essere fin dall’inizio: un attacco politico alla giunta comunale di centro sinistra che proprio sull’episodio di Tominaga non ha alcuna responsabilità dato che gli autori dell’aggressione sono italiani, provenivano da Treviso e non erano ospiti di centri d’accoglienza. Ma per la destra non importa quale sia la realtà, come insegnato già da Goebles ministro della propaganda del terzo reich, nel suo principio dell’orchestrazione “se una menzogna viene ripetuta a sufficienza, alla fine diventa una verità”. Così per certa narrazione Tominaga è stato certamente ucciso per colpa dei migranti e con pianificata volontà propagandistica in mezzo a tanti cittadini uniti pacificamente in sua memoria si sono infiltrati esponenti politici legati al centrodestra che non hanno esitato a sfruttare l’occasione. Così il corteo silenzioso giunto davanti agli uffici del comune si è trasformato in un comizio politico smentendo quanto dichiarato alla vigilia dagli stessi organizzatori. Ancora una volta la destra dimostra di essere quello che è, inaffidabile e senza onore. Detto questo non è che dei problemi sul piano della sicurezza la città di Udine non li abbia , ma in questo accomunata anche da Pordenone e Trieste. Il problema è che le ricette messe in campo non sono adeguate alla realtà di quanto avviene nelle strade. Torniamo a ribadirlo, la supercazzola della sicurezza partecipata è un inutile spreco di risorse ed energie e sarebbe bene che la giunta udinese cambiasse strada. Del resto anche la dichiarazione dell’assessora Toffano intervenuta in serata proprio sul corteo del pomeriggio, pur non ammettendo il fallimento, lascia intravedere qualche tentennamento: scrive Toffano: “Il Comitato Udine Sicura sa solo criticare ma non costruire. Con il protocollo di sicurezza partecipata che abbiamo messo in atto avevano la possibilità di contribuire attivamente a rendere Udine migliore, invece hanno preferito far finta di nulla. Protestare senza agire significa prendere in giro i cittadini. Quando abbiamo attivato la sicurezza partecipata abbiamo avuto delle interlocuzioni anche con Udine Sicura. Peccato che al momento di diventare parte attiva si siano tirati indietro, boicottando il progetto che avrebbe potuto raccogliere e includere l’esperienza della loro chat di segnalazione. Insomma la Toffano ammette che l’idea, come del resto FriuliSera aveva segnalato in epoca non sospetta, veniva proprio dalla chat “Udine sicura” e la Toffano è caduta nel trappolone con tutte le scarpe, trascinando con se il sindaco che farebbe bene a rivedere la questione affidando l’ordine pubblico a chi è demandato e preparato a farlo, impegnandosi magari di più sul piano dell’inclusione sociale. Toffano invece sembra ancora convinta e prosegue per la sua strada per di più auto complimentandosi con se stessa. Dice infatti in conclusione della sua nota. “Noi ci stiamo impegnando attivamente per rendere la nostra città più vivibile con progetti che anche da fuori regione vengono studiati perché primi nel loro genere. Ci vorrà del tempo ma la nostra idea è quella di interagire con i cittadini che davvero vogliono contribuire attivamente, non con chi usa la sicurezza come scusa per attaccarci senza veramente impegnarsi in prima persona”. Da parte nostra consigliamo, ma siamo certi resteremo inascoltati, di togliersi la stella di sceriffo “partecipato” e di agire di più sul piano sociale e culturale e soprattutto di non cercare condivisione con chi, come unico obiettivo, ha quello di “riprendersi” Udine come fosse un premio sul palo della cuccagna e per farlo utilizzerà qualsiasi mezzo, menzogne comprese.