81° anniversario dell’aggressione fascista della Jugoslavia: mercoledì a Gorizia manifestazione per istituire la “Giornata della vergogna”

Abbiamo spesso sostenuto che le varie “giornate commemorative” non ci appassionano perché si sono spesso tramutate in bastoni, anzi clave, da contrapporre, in patetici bilanciamenti para-ideologici con fatti contro fatti. Un esercizio che vede il caso più eloquente nell’istituzione, tutta italiana, del “Giorno del ricordo”, celebrato il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, da contrapporre al “Giorno della Memoria” (che è invece ricorrenza internazionale Onu) celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. Potremmo ripercorrere la “storia” di questa contrapposizione voluta dalla destra italiana non appena è stata sdoganata dall’isolamento nella quale le forze costituenti l’avevano giustamente relegata per decenni. L’idea del nuovo corso di “pacificazione” era che le colpe dei padri non debbano ricadere su figli e nipoti, per poi scoprire  che, quei figli e nipoti non sono ideologicamente tanto diversi dai padri. Comunque una nuova giornata che evidenzi un altro pezzo  di verità storica ci può anche stare, anche se sinceramente, a 81 anni dai fatti, e con la storia che al rombo del cannone bussa alla porta, non ne capiamo fino in fondo la ratio. Ma forse  anche questa iniziativa nulla a che fare con la storia (intesa come studio del passato) ma vuole essere di più  elemento di  cronaca. Certo parlare di verità storiche vale sempre la pena, ma viene da chiedersi se è questa la maniera migliore anche perchè, se guardiamo l’elenco di quelli che internazionalmente vengono definiti i giorni di “sensibilizzazione”,  quasi ogni giorno, di ogni mese, commemora qualcosa. (https://it.wikipedia.org/wiki/Giornate,_anni_e_decenni_internazionali) Cose  serie, cose e fatti strampalati, tanto che alla fine in questo annacquamento generale  tutto, o quasi,  perde di significato. Fatta questa premessa non meraviglia politicamente che si voglia istituire una nuova data e si può anche sostenere la richiesta pur nella consapevolezza che si tratta di atto meramente simbolico.

La “giornata della vergogna” vuole mettere l’accento su un evento sottaciuto, si legge nella nota che riporta l’evento, l’aggressione dell’esercito fascista ai danni dei popoli jugoslavi. Non meraviglia quindi che tale mobilitazione parta con una iniziativa a Gorizia in piazza Transalpina Mercoledì 6 aprile 2022 alle ore 18,00. Si legge nell’appello che rimbalza sui social: “Da qualche anno il revisionismo storico, riguardo le vicende accadute sul territorio del confine orientale del nostro paese durante la seconda guerra mondiale, ha accresciuto il consenso occultando, o peggio negando, pezzi di storia pregressi assolutamente necessari per comprendere e avere il quadro generale di tutta la vicenda. Troppe volte sentiamo parlare di foibe, di pulizia etnica, alcuni si avventurano persino a parlare di genocidio. Con la giornata del 6 aprile si vuole porre fine a questo obnubilamento della realtà dei fatti”.