Mercoledì la Consulta, in Camera di Consiglio, esaminerà la norma che impedirebbe di procedere contro i quattro 007 egiziani

Mercoledì 20 settembre, alle ore 12, Articolo 21 FVG e la Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin aderiscono all’appello lanciato dalla famiglia Regeni e dall’avvocata Ballerini e invitano la stampa e tutte le persone che confidano nella Giustizia a “sintonizzarsi” con il popolo giallo e leggere ad alta voce qualche passo del libro “Giulio fa cose” (Einaudi, 2020). Per mercoledì non sono annunciati presidi a Roma, come successo in altre occasioni della tormentata vicenda giudiziaria, ma a Ronchi dei Legionari, davanti alla panchina gialla di via Roma, ci sarà un incontro durante il quale saranno letti brani del libro “Giulio fa cose” così come a Trieste nella sede della Fondazione Luchetta in via Valussi 5. L’evento a Ronchi è organizzato dall’Associazione Culturale Leali delle Notizie assieme ad Articolo 21, all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, alla Pro Loco e all’amministrazione comunale che così intendono rinnovare “l’impegno a essere a fianco della famiglia Regeni, alla ricerca della verità”. La scelta del 20 settembre non è casuale  perchè in quel giorno la Consulta, in Camera di Consiglio, esaminerà la questione di illegittimità costituzionale sollevata dal gup di Roma, Roberto Ranazzi, su richiesta della Procura, sulla norma che, in caso di processo in contumacia, impedirebbe di procedere contro i quattro agenti segreti egiziani. Magistratura e autorità egiziane, infatti, nonostante le numerose richieste e sollecitazioni da parte italiana, non hanno mai comunicato gli indirizzi dei quattro 007, indispensabili per la notifica del procedimento in corso in Italia.  Dal punto di vista giuridico la questione è molto complicata, con le ultime modifiche apportate dalla Riforma Cartabia che non prevede che si possa procedere in assenza dell’accusato “nei casi in cui la formale mancata conoscenza del procedimento dipenda dalla mancata assistenza giudiziaria da parte dello Stato di appartenenza o residenza dell’accusato stesso”. Per la Procura e il gup di Roma, la nuova norma incentiva o alimenta “situazioni di ostruzionismo”, come quella messa in atto dalle autorità egiziane che – per il gup, Roberto Ranazzi, stanno facendo “una scelta anti-democratica, autoritaria che di fatto crea in Italia una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani e ai cittadini stranieri di altri Paesi, che in casi analoghi verrebbero processati”. Inoltre, per il gup, l’Egitto sta creando una situazione di immunità non riconosciuta da alcuna norma dell’ordinamento internazionale”, per di più per “delitti che violano i diritti fondamentali dell’uomo universalmente riconosciuti”. Posizioni totalmente condivise dalle numerose associazioni che da oltre sette anni lottano per avere verità e giustizia nel nome di Giulio Regeni.