Migranti alla Cavarzerani: Non deportazione ma “trasferimento temporaneo” nella logica del “pappa, cacca, nanna”, l’umanità non pervenuta

La Prefettura non ci sta e replica alle accuse mosse da Oikos e Centro Balducci. “In realtà – ha spiegato il prefetto di Udine, Angelo Ciuni – si tratta di uno spostamento solo temporaneo, che durerà solamente fino a quando non si concluderà la procedura di bando. I bandi europei, si sa, sono lunghi; quindi questa è una decisione necessaria fatta in maniera limpida anche a tutela delle stesse persone coinvolte”. Persone coinvolte che però sono trattate come fossero pacchi, oggetti, numeri, spersonalizzati in una logica che ricorda per davvero le deportazioni, perchè quando degli esseri umani che per di più non vengono da storie facili e che non sono certi “clandestini”  vengono sdradicate dal delicato equilibrio raggiunto, il trauma è certo anche per un semplice trasloco. Diventa ancora più scioccante l’essere spostati in quella che, si può indorare come si vuole parlando di “moduli abitativi”, resta sempre una caserma, chiusa da muri e da reti metalliche, nati con funzioni difensive e che oggi sono contenitive per una umanità fragile tenuta all’ammasso in nome di presunta sicurezza e che è invece scelta punitiva per aver osato solo con la loro presenza turbare l’ordine. Se poi il “temporaneamente” viene visto come una giustificazione, peggio mi sento, perchè vuol dire che ci sarà un nuovo trasferimento, un nuovo trauma, una nuova cattiveria verso soggetti fragili vulnerabili che si vedono senza futuro. Sarà quindi anche vero che la nuova gara per l’accoglienza diffusa è stata vinta al ribasso da un raggruppamento diverso di cui fanno parte Mosaico, Codes, Caritas e Aracon e che ha escluso, invece, Oikos e Centro Balducci che hanno presentato ricorso, ma scaricare sulle vittime di povertà, guerre, carestie le contraddizioni di un sistema volutamente imperfetto è azione che definire deplorevole è il minimo. Una proroga per rispetto degli ospiti come richiesto erano una proroga alla Prefettura che invece non sentendo ragioni ha disposto d’imperio che le famiglie con bambini e perfino soggetti con particolari fragilità seguite dai due enti vadano alla Cavarzerani. La scusa sta solo nei “numeri” l’ex caserma è ora metà vuota: 173 i migranti, su 320 presenze previste. E’ evidente che la logica folle che ormai muove la macchina della gestione in “sicurezza” dell’accoglienza (che ricordiamo è principio costituzionale) è quella disumana della soddisfazione dei “bisogni primari” il “pappa,cacca, nanna” che già inaccettabile per canili e rifugi per animali, vale evidentemente, nella testa di qualcuno, anche per migranti e profughi. Una vergogna che ci fa scivolare verso una barbarie contro la quale non si può più tacere. Come non si può tacere che vi sono responsabiità politiche precise, il “cattivone” non è il Prefetto, al quale si può  rimproverare una certa “rigidità” nella sua azione indotta probabilmente dalla presenza oscurantista sulla poltrona del Viminale, ma in Friuli il superamento, senza alternative valide,  del modello dell’accoglienza diffusa è stato uno dei cavalli di battaglia delle campagne elettorali alle regionali di Massimiliano Fedriga e nel capoluogo friulano di Piero Fontanini, entrambi leghisti ed eletti rispettivamente alle cariche di presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e di sindaco di Udine.