Scritta antisemita a Trieste nell’anniversario della “Kristallnacht” e della promulgazione delle leggi razziali in Italia

Oggi la notizia della scritta antisemita alla Sinagoga di Trieste, ieri l’ennesima minaccia di morte targata no vax contro la senatrice e perseguitata in quanto ebrea, Liliana Segre. Due episodi apparentemente diversi, ma figli dello stesso clima alimentato anche dalla sensazione di “aria” diversa che in determinati ambienti si respira pensando che la svolta elettorale a destra possa significare una sorta di liberi tutti, facendo riemergere così le peggiori tendenze che, inutile nasconderlo, sono presenti nella società italiana. E’ evidente che certi messaggi lanciati al proprio “popolo” dal governo nazionale di “Giorgia” (così ha chiesto di essere chiamata è così la chiamiamo ndr) sono interpretati da alcuni più o meno numerosi manipoli destrorsi, come la possibilità di comunicare in “libertà” le loro aberranti posizioni ideologiche. E anche se non vi è una “direttiva” esplicita verso quegli ambienti, resta alta la responsabilità di chi conosce quelle situazioni e non limita le proprie pulsioni morbose paraideologiche, espresse anche attraverso colpevoli “omissioni” quando si fa coincidere  il ‘Giorno della Libertà’ con la caduta del muro di Berlino come tramonto dei regimi totalitari dimenticando che, almeno in Italia, regime totalitario non fu il comunismo sovietico ma il fascismo mussoliniano. Per non parlare della vicenda covid e quello strizzar d’occhio governativo ai no vax.  Qualche giorno fa, la senatrice a vita Segre si era espressa duramente a proposito del reintegro dei medici no vax, “movimento” che anche se non del tutto, si è identificato molto con ambienti dell’estremismo postfascista. “La vita, ha affermato Liliana Segre al forum nazionale delle donne ebree d’Italia a Milano, mi ha insegnato a essere libera e senza paura nonostante io sia la più vecchia d’Europa obbligata alla scorta per tutti gli insulti e gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte anche perché sono vaccinata, e non sono una no vax. Non più tardi di ieri mi è arrivata una maledizione così forte firmata, per cui una volta tanto farò causa a questa persona. Per tanto tempo sono stata in silenzio su queste persone che mi insultano, ma adesso lo denuncio. Poi è anche cattivo augurarmi la morte a 92 anni”. Questo ennesimo episodio nasce il 5 novembre scorso quando la senatrice a vita si era espressa duramente a proposito del reintegro dei medici no vax annunciato dal governo “Giorgia”: “Sarei stata molto più severa, intanto mi avvio al quinto vaccino”, aveva detto intervenendo da remoto alla seconda edizione di Casa Corriere, rispondendo a una domanda del direttore di Oggi Carlo Verdelli rispetto alla linea del nuovo governo. Subito, sui social, sono stati diffusi numerosissimi post di odio contro la Segre, tra cui i più leggeri facevano riferimento all’indennità parlamentare percepita da lei, e in cui qualcuno giungeva fino ad augurarsi che il Covid finisse il lavoro che i nazisti ad Auschwitz non avevano concluso. Insomma l’antisemitismo è lungi dall’essere stato espulso, come dimostra anche la scritta “Gli ebrei sono i novi razzisti e fascisti”, tracciata con lo spray nero sul muro del tempio ebraico di Trieste sul lato di via Donizetti nella notte scorsa. Come spesso avviene quando a scrivere certi messaggi sono aderenti a sottocultura, i caratteri utilizzati sono una miscellanea fra corsivo e stampatello ed è presente l’immancabile strafalcione grammaticale con l’utilizzo della parola “novi” al posto di “nuovi”. Ovviamente nell’episodio anche la data scelta per l’azione ha un significato evocativo nella mente perversa degli autori o dei loro mandanti, infatti tra il 9 e il 10 novembre del 1938 si ebbe in Germania un’ondata di pogrom antisemiti, passata alla storia come Kristallnacht, la notte dei cristalli, segnando un punto di svolta nelle persecuzioni antiebraiche da parte del regime hitleriano. Antisemitismo che divenne tragedia assoluta anche in Italia a seguito dalla scelta di Benito Mussolini di accodarsi alla persecuzione con le sue leggi razziali promulgate, altra casualità sulla quale sospettare, il 10 novembre 1938 da parte del Consiglio dei ministri, ma che come è noto, il cui contenuto fu annunciato per la prima volta una ventina di giorni prima, il 18 settembre 1938, proprio a Trieste da “Benito” dal palco in Piazza Unità d’Italia, in occasione di una sua visita alla città giuliana.

Fabio Folisi