Miramare: chef stellati per le marmellate ma lavoratori a 5 euro l’ora. La denuncia dell’associazione “Mi Riconosci?”

Martedì 31 ottobre il museo storico e parco del Castello di Miramare di Trieste ha convocato nei suoi locali una conferenza stampa per presentare il suo nuovo progetto, una linea di marmellate d’arancia prodotte nel nuovo aranceto del museo. L’associazione Mi Riconosci, che dal 2015 si batte per la dignità del lavoro culturale, commenta la conferenza stampa facendo notare quanto ciò strida con i nodi da sciogliere nella gestione del parco e del castello. “Abbiamo appreso dalla stampa che il Museo e parco storico di Miramare, a Trieste, ha presentato una linea di marmellate gourmet di propria produzione. Secondo il comunicato stampa, per produrle s’è fatta una lunga ricerca, perché aranceti che fioriscano a Trieste non ce ne sono molti, ma (miracoli del cambiamento climatico) alla fine se ne sono trovati alcuni d’origine toscana” nota l’associazione. Per creare questa marmellata sono stati coinvolti due chef stellati Michelin, che ieri hanno presenziato alla conferenza stampa. “Ciò che ci lascia perplessi” nota Giulia della Ricca, storica dell’arte e attivista di Mi Riconosci “è che un progetto simile, laterale, per un museo, diventi così centrale dal prevedere una maxi conferenza stampa e il coinvolgimento di cuochi stellati”. Si potrebbe pensare che il museo, che ha recentemente alzato i biglietti a 20 euro, abbia una situazione economica così florida da poter investire in frutteti e marmellate d’élite per migliorare il proprio business. E invece, nota l’associazione, è zeppo di personale in appalto inquadrato con il contratto dei servizi fiduciari, meno di 6 euro lordi l’ora, già bocciato da diversi tribunali perché contrario alla Costituzione. I più fortunati, in biglietteria, di euro orari ne prendono 8, appena sufficienti per una sopravvivenza accettabile. “E quindi chiediamo alla direzione del museo: per lo sviluppo di uno spazio culturale, sono più importanti le persone, o le marmellate? Che genere di investimento si ha in mente, se prima di mettersi all’ascolto di coloro che lavorano nel museo e per il museo si pensa a contattare chef stellati Michelin?” conclude Giulia della Ricca. L’associazione chiede al museo e parco storico di Miramare di convocare il prima possibile un tavolo per portare i salari di tutti i lavoratori in appalto al museo a livelli corrispondenti al contratto del settore culturale, il Federculture. E invita il segretariato regionale del Ministero della Cultura a riorganizzare le proprie priorità, mettendo al centro i servizi culturali, offerti attraverso persone competenti inquadrate correttamente, e solo in un secondo momento prevedere investimenti “laterali”, mentre l’apertura dei musei continua a essere garantita da lavoratori con contratti al di sotto della soglia di povertà.