Moria di api, sotto sequestro decine di terreni in Friuli

Decine di campi agricoli sono finiti sotto sequestro da questa mattina in Friuli su disposizione del gip del Tribunale di Udine su richiesta della Pm Viviana Del Tedesco. Ad operare i sequestri preventivi il personale del Corpo forestale regionale.

L’operazione, come accennato in apertura, è stata avviata su richiesta della Procura di Udine ed è la logica conseguenza dell’inchiesta condotta da tempo dalla pm Del Tedesco che ha ipotizzato il reato d’inquinamento ambientale per l’uso improprio di un fitofarmaco vietato o comunque estremamente dannoso per le api, soprattutto se utilizzato in maniera difforme dalle prescrizioni di sicurezza. Il fascicolo era stato aperto in seguito alla segnalazione degli apicoltori, che avevano denunciato la massiccia ed inspiegabile moria di api.  L’inchiesta, condotta dal pm Viviana Del Tedesco già lo scorso anno contestava ad agricoltori la semina di mais preventivamente conciato con “neonicotinoidi”, prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura come insetticidi e antiparassitari ma il cui impiego è vietato per la concia delle sementi, per i cereali e le colture che attraggono le api. Secondo l’accusa, la moria di insetti pronubi riscontrata nelle indagini “rappresenta un fenomeno capace di alterare in modo irreversibile l’equilibrio ecosistemico sia della fauna (il pronubo muore) sia della flora (se il pronubo non impollina viene impedita la fecondazione e quindi compromessa la riproduzione)”. La conseguenza del sequestro dei campi è che nei terreni ci sarà il divieto, per l’anno 2019, alla coltivazione di granoturco  conciato utilizzando qualsiasi principio attivo tossico per gli insetti.

Del resto gli scienziati sono stati molto chiari, la correlazione fra la moria delle api e l’attività “chimica” nei campi è diretta. Ad esempio uno studio dell’Università di Harvard, pubblicato dal Bulletin of Insectology, ha confermato i sospetti sulla responsabilità degli insetticidi neonicotinoidi nella moria delle api registrata nell’ultimo decennio e che solleva preoccupazioni dal momento che tre quarti delle coltivazioni alimentari nel mondo richiedono l’impollinazione. I ricercatori hanno esaminato il comportamento di diciotto colonie api in tre zone del Massachusetts tra l’ottobre 2012 e l’aprile 2013. In ogni zona, due colonie sono state trattate con l’imidacloprid e due con il clothianidin, due insetticidi neonicotinoidi, mentre altre due colonie sono state tenute al riparo dal contatto con insetticidi.  In metà delle colonie trattate con gli insetticidi si è riscontrata la sindrome dello spopolamento degli alveari (Colony Collapse Disorder), che si manifesta con la scomparsa delle api adulte, che vanno a morire lontano dall’alveare durante l’inverno. Questa sindrome non è stata registrata in nessuna colonia di quelle al riparo dagli insetticidi, che al contrario si sono ripopolate. Solo una di queste ultime è andata persa, perché è stata colpita da un fungo parassita, ma in questo caso le api sono morte all’interno dell’alveare.