No alla nuova forestale camionabile d’alta quota: «Sì a una corretta gestione del bosco, no a opere inutili e impattanti»
Alla camminata di ieri, partita da Piani di Vas, per dire no alla realizzazione di una strada forestale camionabile a 1600 metri di quota, da malga Tuglia, in comune di Forni Avoltri, al rifugio Chiampizzulon, in comune di Rigolato, per innestarsi con un tracciato proveniente da Cima Sappada, ha partecipato anche il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo. «Il tema delle piste forestali è di fondamentale importanza per l’economia del nostro territorio montano, sia rispetto allo sviluppo della filiera del legno che per una corretta gestione del patrimonio forestale, anche dal punto di vista ambientale. Il problema, però, sta nella tipologia di piste che devono essere realizzate, nei luoghi su cui queste devono essere posizionate e nella manutenzione e gestione delle stesse – afferma Moretuzzo –. La costruzione di nuove infrastrutture deve tenere assolutamente in considerazione l’impatto che queste possono avere sulla fruizione turistica della montagna friulana e sulle sue caratteristiche naturalistiche, almeno in parte risparmiate da forme di turismo poco sostenibile, che invece ha compromesso altre parti dell’arco alpino, e che proprio per questo possono essere molto appetibili per un turismo di qualità, capace di rispettare e apprezzare i nostri luoghi e le loro peculiarità. La strada che va da malga Tuglia al rifugio Chiampizzulon – evidenzia Moretuzzo – è l’ennesimo esempio di come negli ultimi anni sia mancata la capacità di esprimere una visione di futuro che deve tenere in considerazione i cambiamenti in atto, a partire dai cambiamenti climatici. Siamo di fronte ancora una volta a una politica poco lungimirante e a uno spreco di denaro pubblico, che continuerà con le manutenzioni che saranno necessarie dopo gli inevitabili smottamenti dovuti al dissesto idrogeologico per effetto della nuova strada».