“Non è come sembra” questa la patetica giustificazione della Regione Fvg sull’uso pubblicitario di un lago carinziano
La sempre verde tesi giornalistica di sentire le due campane, è un principio di per se giusto, quando non utilizzato però come preventivo smorzamento di eventuali nocumenti al potere di turno o, nella migliore delle ipotesi, teso a non scontentare nessuno. Ogni tanto però, quando messa in pratica, la teoria delle due campane, miete le vittime, soprattutto quando la seconda è stonata. Non non solo in questi casi la verità dei fatti viene distorta e mascherata, ma viene buttato nel ridicolo anche chi sperava di fare un favore al potente di turno. Così accade spesso che la pezza è molto peggio del buco. Questa mattina la notizia del grave errore commesso dalla Regione Fvg e dalla sua propaggine Promoturismo Fvg balza agli onori della cronaca del “cartaceo”. In realtà FriuliSera ne aveva scritto ieri dopo aver ricevuto una nota del capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Morettuzzo. Nulla di grave, il “ritardo” è ovvio, considerando che il quotidiano cartaceo ha tempi di lavorazione diversi dal web. Comunque tornando alla notizia, Morettuzzo riferendosi al manifesto con l’immagine del Zollnersee, lago carinziano targhettizzato come “Fvg”, evidenziava che l’immagine usata era un grave errore: “Il lago di Zollner è una perla alpina… in Carinzia!” spiegava con giusta enfasi il consigliere di Patto per l’Autonomia annunciando il deposito di un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale e con titolo ironico: “Qual è il geografo di fiducia della Giunta Fedriga?”. «Amministrazione Fedriga bocciata in geografia e storia». Ma dopo la diffusione della nota e la pubblicazione su FriuliSera, si è subito mossa la macchina difensiva della politica regionale, dinnanzi all’errore macroscopico non rimanevano che due strade: la prima scaricare le responsabilità sui “sottoposti” e in questo caso su Promoturismo Fvg che è titolare della campagna pubblicitaria, la seconda negare l’evidenza con un “non è come sembra” che ricorda ben altri scenari. Ebbene sono state intraprese ambedue le strade. Così a cercare di mettere la pezza è stata costretta Promoturismo e cosa di meglio che utilizzare le due “campane” di giornalistica memoria? Così questa mattina sulle pagine del MV, in calce al racconto, ecco apparire la “pezza”. “Da Promoturismo Fvg hanno dato una spiegazione per l’accaduto” chiosa l’articolo con malcelata ma forse inconsapevole benevolenza. Non ce ne vogliano dall’ente che come FriuliSera spesso abbiamo apprezzato per il lavoro svolto, ma anche se capiamo “politicamente” la situazione, non si può rispondere all’evidenza arrampicandosi sugli specchi. Si legge infatti ancora sul quotidiano di viale Palmanova che “registra” senza commentare: “Non si tratta di un errore – dicono dal quartier generale -. Zollnersee Hutte, insieme a malga Promosio e rifugio Fabiani sono strutture del circuito “Made” che unisce i confini e consente di raggiungere le mete in quota partendo dalle malghe, con percorsi di trekking e in bicicletta che permettono di scoprire il territorio del Friuli Venezia Giulia e dell’Austria. Quello specchio d’acqua, tra l’altro ha anche un nome in italiano, si chiama lago di Salderies. Il senso, comunque, era di dare un saluto di amicizia agli austriaci, anche in segno di ripresa del turismo, dopo i due anni di stop causati dalla pandemia da Covid. In molti sono tornati in Friuli Venezia Giulia a farci visita. Quel cartellone voleva essere solo un gesto di benvenuto, nello stand istituzionale di Aria di Festa. E in ogni caso il lago in questione non sarà utilizzato prossimamente nei circuiti promozionali italiani per pubblicizzare la nostra regione”. Corre l’obbligo evidenziare alcune cose: pare strano, se non inopportuno, che per dare il benvenuto ai turisti austriaci non si trovi di meglio che appropriarsi di un lago che non è cosa nostra, ma cosa loro. Inoltre se non è stato errore, perché annunciare che “il lago in questione non sarà utilizzato prossimamente nei circuiti promozionali italiani per pubblicizzare la nostra regione”. Che forse non si voglia più dare il benvenuto agli austriaci?