Nuove misure cautelari per assaltatori alla sede della Cgil di Roma. Fra i fermati il leader catanese di Forza Nuova Massimo Ursino

Scattate nuove misure cautelari per l’assalto alla Cgil avvenuto il 9 ottobre scorso a margine della manifestazione organizzata contro il Green Pass. In sostanza la Digos della Questura di Roma dopo l’ordinanza del Gip del Tribunale sta dando esecuzione ad una serie di provvedimenti nei confronti di una serie di cittadini che si ritiene abbiano preso parte attiva nelle azioni eversive. Dopo Roberto Fiore e Giuliano Castellino che sono stati rinviati a giudizio nei giorni scorsi per l’assalto sono arrivate nuove misure cautelari, complessivamente cinque. Nel procedimento si ipotizzano i reati di devastazione e saccheggio. In particolare due persone sono finite agli arresti domiciliari e per altre tre è scattato l’obbligo di dimora. Tra le persone raggiunte da misura anche il leader catanese di Forza Nuova Massimo Ursino. I reati contestati sono associazione a delinquere, devastazione e saccheggio, resistenza a pubblico ufficiale. Gli inquirenti che lavorano all’inchiesta sull’assalto alla Cgil hanno dunque arricchito il registro degli indagati e secondo indiscrezioni non saranno gli ultimi via via che gli agenti della Digos identificano altre persone analizzando i filmati captati dalle telecamere di sicurezza e le immagini registrate con i cellulari da diversi testimoni e perfino da qualcuno degli stessi indagati. Le indagini sono orientate soprattutto su chi ha istigato quel manipolo di una cinquantina di persone che ponendosi alla testa di un corteo più ampio e agguerrito di circa 1.500 facinorosi, hanno assaltato la sede del maggiore sindacato italiano. Il fascicolo parallelo sui partecipanti alla rivolta quindi continua ad ampliarsi. Secondo la procura di Roma l’ex Nar Luigi Aronica, il leader romano di Forza Nuova Giuliano Castellino, il suo mentore Roberto Fiore e altri esponenti della galassia nera quel giorno hanno dato dimostrazione di una precisa a non casuale strategia eversiva che era già in pianificata da tempo. Non solo la Cgil nel mirino ma nei loro piani anche la volontà di assaltare anche palazzi delle istituzioni. Adesso non passa giorno che chi ha partecipato all’assalto è costretto a nominare un legale per difendersi da accuse gravi. I “leader” della protesta violenta si preparano ad affrontare il processo che inizierà il prossimo 2 marzo.