Nuovo allarme Ogm: replicanti ritornano per rilanciarli

I replicanti ritornano. Come in un film di fantascienza, eccovi pronti i nuovi OGM (Organismi geneticamente modificati), poi diventati NBT (New Breeding Techniques), ora TEA (Tecniche di evoluzione assistita), rilanciati da una sparuta pattuglia di Deputati del Movimento 5 Stelle. Transgenesi o cisgenesi, la musica non cambia. Reazioni immediate, a tutela di un’agricoltura sana, di tutte le associazioni del settore, preoccupate dello stravolgimento delle norme esistenti e dall’ingresso a gamba tesa, anche se camuffata, degli interessi dell’industria sementiera.

Cos’è l’Ingegneria genetica e cosa sono gli OGM?
Grazie alle tecniche di manipolazione è oggi possibile inserire, modificandoli se necessario, geni provenienti da una certa specie nell’informazione genetica di un’altra specie completamente diversa: geni animali in batteri o piante, geni umani negli animali, producendo batteri, piante e animali, nuovi organismi detti “organismi geneticamente modificati ” o semplicemente OGM. Come un “copia, taglia e incolla”, attraverso sistemi enzimatici che tagliano porzioni di DNA, è possibile prelevare geni, copiarli in gran numero e metterli in un altro organismo, ottenendo gli OGM. L’ingegneria genetica che ha realizzato i primi OGM non è però in grado di operare con precisione. Ad esempio, nel mais transgenico della Monsanto MON 810, è stato visto che la porzione transgenica inserita nel mais ha subito perdite di frammenti, modificazioni e trasferimenti in zone diverse da quelle iniziali.
Dunque il DNA iniettato si integra nel genoma del nuovo organismo senza possibilità di prevedere né dove si inserirà, né quali saranno le interazioni con gli altri geni e con il metabolismo dell’organismo. Ecco cosa dichiarava a questo proposito il premio Nobel Dulbecco in un articolo apparso su Repubblica del 22/11/2002: “Ci sono molti esempi che dimostrano una connessione tra le funzioni di geni apparentemente indipendenti. Per esempio, coi metodi oggi a disposizione, è possibile determinare il grado di attività di tutti i geni in una cellula; ed è stato dimostrato che, introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata: “non è sufficiente introdurre un gene nell’organismo per determinarne l’effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti.”
Non basta soltanto l’operazione genetica, ma spesso si inseriscono negli organismi antibiotici per aumentarne la resistenza, come avviene per la patata Amflora della Bayer Monsanto, autorizzata dalla Ue per usi industriali e inserita poi anche nei mangimi. Per di più inevitabile nelle colture OGM anche l’uso del glifosato, usato come diserbante e/o disseccante, probabile cancerogeno.

Qual è la nuova proposta di legge?
Una Proposta di legge, firmata da cinque deputati cinquestelle, chiede di avviare la sperimentazione in campo aperto di coltivazioni trattate con l’editing del genoma, una tecnologia conosciuta anche come “Nuovi Ogm”.
La Proposta di legge è firmata dal presidente della Commissione Agricoltura Filippo Gallinella e dai deputati Chiara Gagnarli, Giuseppe L’Abbate, Luciano Cadeddu e Luciano Cillis. Con una modifica del decreto legislativo 8 luglio 2003, n.224, si propone di accelerare le procedure per l’emissione in pieno campo di varietà vegetali ottenute in laboratorio con tecniche di genoma editing (denominate Ngt, Nbt o Tea). Un fatto mai avvenuto finora per la ferma opposizione dei consumatori, degli agricoltori e delle organizzazioni ambientaliste e garantito da una legislazione nazionale dal 2000 (decreto Amato).
La proposta è stata presentata il 15 dicembre alla Camera, i presentatori chiariscono di riferirsi alla cisgenesi, come se fosse una tecnica senza rischi.
Cosa pensa di questi nuovi geni il prof.Gianni Tamino, biologo, esperto di genetica e OGM, già europarlamentare? Parliamo di transgenesi e cisgenesi?
Certi OGM possono funzionare bene: per esempio, inserendo nei batteri geni come quello dell’insulina umana o altri geni utili come produttori di farmaci, si sono ottenuti risultati positivi.
Il DNA iniettato si integra nel genoma del nuovo organismo, purtroppo senza possibilità di prevedere né dove si inserirà, né quali saranno le interazioni con gli altri geni e con il metabolismo dell’organismo. Innanzitutto, è fallita la propaganda che affermava che si potevano coltivare piante GM in ambienti aridi, in ambienti freddi e in ogni altro ambiente particolare, ma in compenso aumenta la quantità di glifosato usato. Danni terribili alla salute, soprattutto cancerogeni (già nel 1999, secondo la rivista Cancer, si registrava un aumento di linfomi non Hodgkin correlati all’uso di glifosato e agli effetti dei suoi metaboliti). Più recentemente, nel marzo 2015, l’Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (IARC) ha classificato il glifosato come probabile cancerogeno per l’uomo.
La transgenesi con la tecnica del DNA ricombinante introduce nelle piante geni provenienti da specie diverse, mentre la cisgenesi, facendo uso della medesima tecnica, permette di ottenere piante geneticamente modificate che sono simili a quelle di partenza, perché il gene o i geni derivano da una pianta donatrice dello stesso genere o specie; l’inserimento del cisgene nel genoma avviene ugualmente in modo casuale, per cui nell’espressione genica potrebbero sorgere comunque gravi imprevisti con altrettanti gravi conseguenze.
Per concludere, il problema non è l’origine del gene, ma è fondamentale il metodo che viene proposto, per il prof. Tamino inaccettabile.

Quale la reazione delle Associazioni agricole, sindacali, ambientaliste?
Non ha ritardato a farsi sentire la protesta di decine di realtà sindacali, ambientaliste, dell’agroalimentare. Aiab, Legambiente, Wwf, Greenpeace, Federbio, Slow Food, Crocevia, Usb, Isde, Terra! Coordinamento Zero Ogm e noi stessi, Comitato StopTTIP, critichiamo la proposta ricordando innanzitutto che già l’allora Ministra Bellanova aveva cercato di sdoganare i nuovi OGM attraverso i decreti.
Ora un dubbio è fortemente diffuso, la maggior parte degli argomenti che i deputati portano a sostegno della necessità di deregolamentare i nuovi Ogm si ritrovano nelle linee guida per la comunicazione diffusa dall’International Seed Federation (ISF). Si tratta della campagna condotta negli ultimi cinque anni dall’industria sementiera, quella dell’agrobussiness, che tenta di equiparare le manipolazioni di laboratorio con le mutazioni spontanee che avvengono in natura. Una campagna che esprime interessi forti, mossi dal profitto, non certo dalla tutela della natura e delle persone.
Quali conclusioni?
La proposta di legge presentata esprime certamente un arretramento per la tutela dei cittadini e dell’ambiente e rende palese come si voglia cedere alle pressioni dell’agroindustria; di fatto, viene ignorato qualsiasi confronto pubblico e viene calpestato quel principio di precauzione di cui abbiamo parlato più volte anche in relazione ai Trattati di libero commercio, necessario per la salvaguardia della salute dei cittadini. Appoggiamo la richiesta delle Associazioni, chiediamo ai proponenti del Movimento 5 Stelle di ritirare la proposta di legge e al Governo di impegnarsi a individuare modalità efficaci per tracciare i nuovi OGM che, ad oggi, rimangono in una zona grigia e sono quindi ancora più insidiosi degli OGM tradizionali, se non si prendono le disposizioni necessarie per controllarli. Chiediamo poi di non ignorare la sentenza della Corte di Giustizia del 25 luglio 2018 (vincolante per gli Stati membri UE) che conferma la pericolosità degli OGM e dei nuovi NBT (da assimilare agli OGM) e, implicitamente, la legittimità del menzionato divieto di coltivazione disposto dall’Italia e da altri 20 Stati UE, in attuazione del principio di precauzione.
Ci auguriamo, infine, che si pronunci apertamente sulla questione il Ministro Patuanelli con la chiarezza del ruolo che gli compete. Per ora siamo disorientati.

Emilia Accomando