Operazione della polstrada di Udine stronca traffico internazionale di rifiuti. 23 indagati e un arresto
Pneumatici usati in quantità, oltre 120 tonnellate e centinaia di batterie esauste erano la “merce” diretta verso alcuni paesi africani ma stoccata in due depositi friulani. L’indagine della Polizia stradale di Udine e della Direzione distrettuale antimafia di Trieste ha consentito di individuare il gruppo criminale. Un arresto e 23 persone indagate e due siti di stoccaggio chiusi a Udine e Pradamano. Questo il risultato dell’operazione. Secondo le risultanze investigative i pneumatici che a tutti gli effetti sono rifiuti sarebbero partiti con direzione Africa in container dai porti di Trieste, Genova e Gioia Tauro. È questo lo scenario delineato dalla maxi-indagine “Black Tyres” (“Pneumatici neri”). L’operazione condotta della Polizia stradale di Udine con l’ausilio di personale delle Sezioni di Gorizia e Pordenone è stata, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Trieste era iniziata nel 2019 da una intuizione investigativa del personale polstrada di Amaro che aveva notato un traffico intenso di furgoni contenenti pneumatici esausti. Va detto che quando un pneumatico non ha più le caratteristiche indispensabili per una prestazione sicura ed efficiente sul veicolo, neanche attraverso la ricostruzione, diventa “fuori uso” ovvero un rifiuto e deve essere raccolto per il recupero e riciclo in appositi impianti. La gomma di cui è costituito il pneumatico è infatti una miscela di polimeri di altissima qualità con eccezionali caratteristiche chimico-fisiche che restano inalterate anche nella gomma riciclata che se ne ottiene. Ma farlo presuppone costi e tecnologie non certo presenti nei paesi di destinazione. Per ora sono 23 le persone che risultano indagate per l’ipotesi di reato di “attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti“ ma è probabile che altri si aggiungano alla lista dato che sembra siano decine le persone coinvolte nel traffico. Gli individuati sono 14 ghanesi, quattro camerunensi, due ivoriani, due nigeriani e un italiano, tutti residenti in provincia di Udine, tranne due che abitano a Gorizia e a Firenze. Uno dei 23, il 46enne camerunense Joseph Ngaje Mbuia residente a Majano, è stato tratto in arresto in flagranza al termine di una delle numerose perquisizioni effettuate sabato scorso, 12 giugno, in tutto il Friuli.
Alessandro De Ruosi Comandante Polizia stradale Udine ha così commentato: “gli pneumatici sono un rifiuto che va smaltito con una procedura articolata e molto costosa di qui l’interesse di gruppi organizzati a evitare tale procedura che ha costi di gestione elevati e soprattutto a rivendere il prodotto all’estero nei paesi africani dove la merce arrivava su container che partivano da Udine con mezzi pesanti che giungevano nei porti di Genova, Gioia Tauro e Trieste e venivano imbarcati su navi dirette in Africa”
Nel corso delle attività di indagine protrattesi per molti mesi, la P.G. della Stradale di Udine è riuscita a fermare e sequestrare presso i porti di partenza numerosi container contenenti altre decine tonnellate di pneumatici usati che si aggiungono alle oltre 100 tonnellate sequestrate a Udine e comprovanti un giro d’affari di straordinaria ampiezza. Le indagini continuano per stabilire i collegamenti degli indagati con altri soggetti e la presenza di eventuali altri siti digestione illecita dei rifiuti.