Operazione fiumi: domenica 15 maggio Legambiente esplora il Noncello a Pordenone
Continuano le esplorazioni partecipate del fiume Noncello promosse dal Circolo Legambiente Fabiano Grizzo Aps di Pordenone. Dopo due uscite a Cordenons, domenica 15 maggio alle 9:30 l’appuntamento è nel piazzale della Chiesa parrocchiale di Torre per seguire il corso d’acqua a Pordenone, fino a sud della ferrovia. Il rientro è previsto intorno alle 14:30. Obiettivo dell’iniziativa, patrocinata dal Comune di Pordenone, è quello di osservare e raccogliere informazioni sul fiume, mappandone criticità e valenze ambientali. Ad accompagnare il gruppo sarà Pierluigi Ragogna. Le prime due escursioni hanno interessato il tratto di Cordenons del Noncello, rilevando numerose criticità nella gestione fluviale, oltre a molti rifiuti. Tra questi, un’automobile abbandonata in un boschetto ripariale non lontano da via San Michele. A ciò è seguita la segnalazione ai vigili di Cordenons, con la richiesta di provvedere alla rimozione. Ma oltre alla pulizia, il boschetto potrebbe essere riqualificato e valorizzato. Gli attivisti di Legambiente vi hanno trovato una Caltha palustris, una pianta con i fiorellini gialli indicatrice di elevata biodiversità. La olla principale da cui ha origine il Noncello, lasciata a sé stessa senza nemmeno un cartello a indicare la valenza del luogo, attualmente è a secco a causa della siccità. Una problematica molto diffusa consiste nel fatto che una parte rilevante delle sponde sono inaccessibili, perché occupate dai privati, che impediscono la libera fruibilità del corso d’acqua. Diffusa è anche una gestione della vegetazione ripariale con tagli a raso, che impoveriscono l’ambiente e il paesaggio. Sono inoltre state realizzate di recente alcune opere di difesa spondale di dubbia utilità a monte del campo slalom: mentre la Strategia europea per la biodiversità al 2030 chiede la rinaturalizzazione di 25.000 km di fiumi in Europa, in Italia si continua a operare in modo da interrompere la continuità tra il fiume e le sue sponde, compromettendo l’ambiente senza aumentare la sicurezza. In un anno particolarmente siccitoso come quello che stiamo vivendo, emerge in modo ancora più evidente l’urgenza di una più attenta e rispettosa gestione dei corsi d’acqua, nel rispetto della Direttiva quadro europea sulle Acque del 2000. Nel preambolo della norma europea, scritto alla fine degli anni Novanta, si legge: «L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale. Le acque comunitarie subiscono pressioni sempre maggiori a causa del continuo aumento della domanda di acqua di buona qualità in quantità sufficienti per qualsiasi utilizzo».