Vertenza sanità a Pordenone: rimosso il direttore generale, vittoria dei lavoratori e del sindacato

Una nota del  segretario della Cgil di Pordenone Flavio Vallan  interviene sulla  vertenza sanità evidenziando come la rimozione del direttore generale e la successiva firma dell’ accordo sul salario accessorio sia una vittoria dei lavoratori e del sindacato, così come la  definizione di un calendario di incontri per affrontare le condizioni di lavoro del personale e lo stato dei servizi sanitari. “A questo esito estremamente positivo, spiega Vallan,  si è arrivati dopo due anni di una vertenza portata avanti in prima linea dai lavoratori e dalle categorie sindacali del settore che hanno avuto il merito di riconoscere da subito, nelle politiche portate avanti da questa Direzione, l’ avvio di un processo di ridimensionamento ed impoverimento della sanità pubblica in provincia. La decisione infatti della giunta regionale di affidare la Direzione Generale della sanità territoriale ad un “manager” dalle caratteristiche del contabile, con un mandato a realizzare la riduzione dei costi sanitari, senza nemmeno ripensare l’organizzazione sanitaria è apparso fin dall’ inizio una pesante ipoteca sul funzionamento dei servizi dell’ Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale. In piena Pandemia ne hanno fatto le spese progressivamente lavoratori e cittadini. Durante tutta l’ emergenza infatti, la Direzione generale dell’ Asfo, si preoccupava di mantenere la contabilità economica nei binari dei tagli e della riduzione dei costi programmati precedentemente; e pertanto non venivano confermati i contratti a termine, nè veniva programmato il turn over del personale, trovandosi così di nuovo impreparati alla ripresa dei contagi, con conseguenze nefaste sulla fatica degli operatori, come sulla erogazione di servizi, appesantiti da liste di attesa che si allungavano con conseguente riduzione delle prestazioni. Disorganizzazioni e disagi che hanno pesato sulla spalle dei lavoratori e dei cittadini e che paradossalmente, venivano certificati dalla beffa del conseguimento nel 2020 di un utile di bilancio di 9 milioni, in piena emergenza sanitaria.
Ne è seguita come era prevedibile, una emorragia di personale negli ospedali come nei servizi territoriali; con Primari, Medici, personale infermieristico, operatori sanitari che si allontanavano, perché esausti spesso nauseati, da tanta indifferenza ed incapacità di far fronte a questa situazione. Il contrasto di queste politiche ha visto in solitudine in un primo momento, afferma Vallan,  solo l’iniziativa del Sindacato con la CGIL – Funzione Pubblica di Pordenone, attenta a mantenere unito il fronte sindacale restando aderente a rappresentare le istanze dei lavoratori che vedevano peggiorare le loro condizioni di lavoro e disconoscere il loro impegno. Queste iniziative che sui temi della mancanza di personale, sui turni, sui riposi e sui riconoscimenti salariali, come sulla riduzione dei servizi, hanno significato in due anni uno sciopero generale 5 presidi, volantinaggi, iniziative pubbliche, fino alla proclamazione di un nuovo sciopero generale e la manifestazione, oggi revocate dopo la rimozione del Direttore e la firma dell’ accordo. Ciò ha fatto emergere da più parti la denuncia pubblica della situazione, con l’ allargarsi della protesta, fra i medici e gli ordini professionali che hanno infine portato anche la giunta regionale, dopo la presa di posizione dei sindaci come di alcuni partiti, a prendere atto del fallimento di quella Direzione ed alla nomina del un nuovo direttore. Il quale avrà il compito di rimediare al disastro, riaprendo il dialogo con i lavoratori della sanità ed i cittadini; per questo insieme agli auguri di buon lavoro ci auguriamo anche, sappia trovare la strada che fermi il degrado già iniziato della Sanità provinciale e ne prepari il rilancio; a partire dagli investimenti sul personale ed a quelli previsti dal PNRR su cui è indispensabile avviare il confronto con il sindacato e la comunità locale. Perchè va detto, che ai vertici della sanità provinciale il dott. Polimeni non è arrivato per caso: è stato messo li da una politica che per anni ha visto la Sanità come un problema di costi da contenere senza vere riforme ed investimenti basati sulla qualità dell’ offerta sanitaria e sul contemporaneo rafforzamento della sanità territoriale. Strade che pure in altre regioni, con alcuni positivi risultati, sono state da tempo percorse. Nel ringraziare ancora i lavoratori per la battaglia che hanno portato avanti anche a nome di tutta la cittadinanza, in difesa della sanità pubblica della nostra provincia, chiediamo ora alla giunta regionale, conclude il segretario della Cgil pordenonese,  di prendere definitivamente atto del fallimento delle politiche dei tagli al bilancio che l’ emergenza sanitaria ha certificato, riaprendo il confronto con il sindacato e le comunità locali”.